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MCM 2014

Penso non sia così facile trovare qualcosa di nuovo da dire dopo una maratona.

Nel bene o nel male, sono sempre 42,195 km. A volte dannati, a volte maledetti, a volte 29.

La verità però, è che la maratona dura solo 7 km. Quelli che vanno dal 34° al 41°.

Ed è proprio li che il più delle volte trovo la risposta a tutti quelli che mi chiedono cosa ci trovo a correre 42 km.

Sono quei 7 km, in cui sei sospeso in uno stato meditativo, tra la spinta ad arrivare e la voglia di mollare, che ti rendono migliore.

Ti rendono umano, piccolo, insicuro, demotivato.

Ti basta però quell’ultimo km e 195 metri per capire quanto, in poco meno di tre ore, ti possa sentire orgoglioso di stesso ed annullare tutti gli stati emotivi elencati in precedenza.

Dopo questa premessa mefistofelica, che non la più pallida idea di cosa significhi, posso provare ad inoltrarmi nella cronaca della gara.

Treno prima del previsto, alle 7.40 sono già a Rho Fiera, ma diversamente dallo scorso anno, stavolta il tempo è clemente, fin troppo forse. Si intuisce sin da subito che sarà una giornata calda, il sole fa capolino e decido di partire in canotta, senza altri inutili orpelli (si, i pantaloncini li ho comunque indossati, per il disappunto di tutti i miei fans e per il sollievo di tutte le mie fans).

Same Parking Different Sensations

Same Parking Different Sensations

Fortuna vuole che, mentre mi appropinquo in prossimità del bagno al parcheggio A3 Porta Ovest (diciamo più una cloaca a cielo aperto che una toilette vera e propria…) trovo i ragazzi della Bike & Run, nota compagine  podistica che arruola tra i suoi allievi anche un certo Zaffani Marco, noto più per la sua nuova bicicletta pieghevole che per le sue imprese sportive al limite delle risate fuori sincro.

Federico e Vincenzo decidono che proveranno a stare sotto le 3 ore, anche se l’ultimo nominato ha avuto un problema lombare nell’ultima settimana e non sa proprio cosa aspettarsi. Partità, ma dovrà arrendersi al 18°. La maratona, purtroppo, non si inventa. Lo sperimentai (Amedeo Minghi docet) nella prima esperienza ad Arona con la grande distanza.

Start alle 9:15, prima griglia, praticamente top runners. Imposto con Federico un ritmo più o meno costante, ma forse fin troppo elevato. Ma sto bene, so che se voglio migliorare devo tirare un pò più forte nella prima parte, poi ci penseranno il pavè, le rotaie e la fatica a farmi rallentare.

Ancora nei dintorni di Pero

Ancora nei dintorni di Pero

10 km in 41’11”, 21,195 km in 1:26’25”. Ottimo, sono in linea, ma so che non durerà, gli allenamenti non sono stati costanti e qualche piccolo fastidio muscolare, già al 24km, in zona Repubblica/Stazione Centrale inizio a provarlo.

Fino al 26° in coppia...

E’ al 27° km che capisco di dover rallentare: trovo mio papà, che d’ora in avanti mi seguirà in bici; prelevo i due gel da Elena in Corso Venezia e mi assesto su un passo un pò più tranquillo, senza deragliare e senza esagerare.

Dopo Duomo, Piazza della Scala e cambio terza staffetta inizio ad accusare un pò: questa ultima parte la conosco meno, non ho molti punti di riferimento, vado molto a spanne. Recupero e perdo qualche posizione, faccio un paio di calcoli mentali (a volte decisamente sballati…) e mi do un pò di morale.

Arriva Corso Sempione, stronzo come non mai: non c’è vento, fa solo caldo, ma non ci penso troppo, voglio arrivare in fondo, girare a sinistra e ritrovarmi nello stesso punto, ma spostato di qualche metro, dove sono passato circa un’ora e venti minuti fa.

E’ il 41° km, è stra-fatta. C’è solo da spingere ancora un pochino e sono arrivato, il mio attimo di gloria mi attende.

42°

42°

Piazza Castello, o Foro Bonaparte che dir si voglia, è gremito. Il traguardo è li, Elena mi attende; il timing segna le 2:56’06, ancora non so se sono sotto, non vorrei trovarmi a fare la fine di Tommi nella città degli Innamorati.

Il 2283 mi deve un arrivo...

Il 2283 mi deve un arrivo…

Mi sono migliorato, ma fa decisamente caldo. Mi spoglio, facendo vedere a tutti che il mio vero passatempo è il body building estremo, ed anche qua non mi tolgo i pantaloncini.

Happiness in 2:55' alto

Happiness in 2:55′ alto

Ritrovo Federico, quasi più stanco di me, e anche quasi più felice di me per il tempo che ho appena segnato.

C’è anche Zaffani, con pieghevole, direttamente dalla pista, ma è distratto dalle numerose preponderanze di alcune gentili ragazze…

Zaffo & Co.

Zaffo & Co.

Non c’è altro da dire.

Ringrazio chi ha creduto in me con i pronostici, e chi ha pensato a me nel proprio post. Elena, Felice e Marco, la vostra gita milanese è stata coronata con successo. Federico, la prossima ti tengo fino al 35°. Vincenzo, forza che la prossima non ti scappa!

Uomini da maratona

Uomini da maratona

Il lungo l’ho fatto, ora a Trieste proverò a tirare giù ancora qualche secondo, giusto per far spaventare i detentori Spilli sul record maratona.

Poi la stagione è lunga: Monza Resegone e Berlino mi attendono, Firenze mi rivuole, Reggio Emilia mi chiama, Seregno 2015 mi stuzzica.

Ho troppa tanta voglia per fermarmi ora e riposare.

hasta luego! alla prossima!

L.

 

PS: Per correttezza intellettuale (che paroloni, che non so in che contesto sto utilizzando…) è giusto che dica qualcosa sull’organizzazione. La prima, e non solo perché faccio il volontario da oramai 3 anni, è che chi lavora all’organizzazione mette veramente tutto quello che ha, forse anche di più. Chiaro, è il loro lavoro, è il minimo che devono fare. Ma è altrettanto vero che, contro le istituzioni, poco si può fare; e se dall’alto possono decidere, su di un qualunque tema, quasi nulla può fare chi sta al di sotto. La seconda è prettamente motivazionale; maratoneti, venite a Milano! C’è il tifo (a San Siro avevo due metri di pelle d’oca), ci sono degli splendidi passaggi in centro, le staffette di motivano, la gente applaude. E’ vero, qualche automobilista è un po’ troppo maleducato, ma perché allora non mandarli dalla parte del torto spingendoci tutti in strada correndo la maratona?

Ultima cosa. I prezzi sono alti. Forse su questo l’organizzazione dovrebbe lavorare. Non è possibile spendere 60 euro per una maratona. Capisco che molte altre costino anche di più, ma se si vuole veramente compiere un salto di qualità, qualche azione correttiva andrebbe pur fatta e tentata. Forza, l’anno prossimo sfonderemo le 5000 iscrizioni!

Per Alessia, grazie del supporto e dell’esperienza svolta! Ma già lo sai, l’anno prossimo la mia iscrizione sarà privilegiata!!!

 

 

 

 

 

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(Ri) Tentar a Milano (non) nuoce…

Milano, Trieste, Monza-Resegone,Berlino,Firenze o Reggio nell’Emilia.

Si esatto, sono nell’ordine le capitali dall’unità d’Italia in poi.

Manca poco più di una settimana alla Milano City Marathon 2014.

Come ci arrivo, ancora non lo riesco a capire. Sensazioni che variano, gambe stanche ma che comunque non mollano un ritmo un poco più sostenuto del solito. Peso forma, forse qualcosa meno. Meno del Zaffani, sicuro.

Però a sto giro non mi commuovo a vedere il video che ricorda la manifestazione dello scorso anno. Saranno segni di magnifica maturazione interiore? Saranno i condotti oramai secchi? Sarà che oramai è sempre la stessa cosa?

Personal best sulla mezza a Verona (con attaccato Tommi come traino), 10km alla “viva il parroco” a Parabiago e poco altro.

Qualche chilometro in più del solito, ma pochi veri lunghi, con ancora ben impressi i brividi di freddo di due settimane fa dopo 2 ore al vento.

Tenterò di partire un pò più forte dello scorso anno, magari già da subito innanzi ai pacer delle 3h, e proverò a tenere. E vedere come reagiscono le gambe.

Nel caso, sarà un ottimo lungo in previsione Bavisela del 4 Maggio, il giorno dopo la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli.

Death or glory, cantava Giosuè Strummer.

Non la faccio così tragica. So che è solo la prima tappa di un lungo percorso,che nel 2014 ho deciso sarà intenso di 42,195 km.

Notizia degna di nota, è la mia partecipazione come ambasciatore/maratoneta (se così vogliamo definire il mio ruolo) per YouAble, con la quale ho finalizzato l’iscrizione. Sarà per me un onore sostenere la loro causa e i loro progetti, a cui vi rimando al sito.

 

Grazie ad Elena per la bella opportunità concessomi!

Infine, mi piacerebbe aver un bel gruppo di supporto domenica prossima. Lo chiedo un pò perchè mi farebbe piacere sentire qualche voce amica durante la corsa; un pò perchè non ho voglia di tornare in treno, preferisco la macchina.

Quindi, parcheggiate a Brenta, o al silos di San Donato (ma non ho moneta, scusate) e venite a sorreggermi all’arrivo, oppure al chilometro 29, tanto caro a qualcuno…

Best Regards!!!

L.

 

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What do I want? – RomaOstia 2014

Mi sono chiesto nel corso delle passeggiate romane quale sia stato il motivo per cui non ho raggiunto il mio obiettivo, mi sto ancora chiedendo dove stia andando il mio impegno podistico.

La seconda domanda è venuta naturalmente dopo aver osservato il programma di allenamento che stanno seguendo Tommi e Lello. Io attualmente non ho nelle gambe i loro risultati, non li metto nemmeno nei miei obiettivi più a breve termine, e nemmeno penso di volermi allenare 6 volte a settimana, con uscite mai inferiori all’ora e 20′. Non è realmente quello che voglio ottenere dalla corsa.

Però l’idea di scendere sotto l’ora e 25′ nella mezza oramai è fissa in testa, sicuramente meno ossessivamente del muro delle 3h sulla maratona, e forse per questo il risultato non è stato raggiunto.
Mentre ero in corsa durante la Roma-Ostia, soprattutto dopo la salita spaccagambe di metà gara, il mantra che mi ripetevo sembrava una canzone di Christina Aguilera, ‘la mia testa non è pronta per quel risultato’.

Eppure un po’ ci ho creduto, all’inizio sicuramente, con i primi 5 km corsi sotto i 4’/km, e poi un po’ anche tra il 12esimo e il 17esimo quando la costante discesa mi faceva girare intorno ai 3’53”. Poi però le gambe hanno pagato il conto, ho raggiunto Gefter al 17esimo, ma non ho avuto la forza per stargli in scia e recuperare per lo sprint finale. Solo 3 km di discesa mi avrebbero permesso di abbassare il mio personale, e a nulla sono valse le mie preghiere per ottenere questo favore, mi sono dovuto accontentare di chiudere in 1h26’08” (anche se il mio orologio segnava 2 secondi in meno… Tommi, so che mi capirai).
Il vento freddo sul litorale di Ostia non mi permetteva di gustare il risultato, non ottimo, ma buono viste le premesse dell’ultima settimana. La mia voglia di mare non veniva soddisfatta viste le condizioni climatiche.

Perchè non ce l’ho fatta in fin dei conti? Sarà stata colpa di quella volta che ho interrotto il medio di 30′ prima dello scoccare dei 15 minuti? O colpa dell’ultima settimana da congestionato, con raffreddore, mal di gola, tosse e senza allenamenti? Oppure della salita tra il nono e l’undicesimo chilometro che non ho saputo affrontare se non affidandomi ad un ‘Angelo’ custode, corsa in 4’39/km , mazzata difficilmente recuperabile?
Direi che tutte e tre hanno contribuito, forse veramente è la testa non ancora pronta, che non mi spinge decisamente verso questo obiettivo.

Ma va bene così, forse è il momento di capire cosa realmente voglio adesso.

Spilli tricolori

Spilli tricolori

E poi  la corsa non era l’unico motivo del viaggio, girare per Roma è sempre affascinante, viaggiare per la prima volta da una vita con Robi e Gio, incontrare assidue lettrici del blog a cui finalmente dare un volto (tridimensionale), il suono delle loro voci, c’era molto di più di una gara. E tutto è stato spettacolare (a parte il tempo), grazie Roberto e Giorgio per la compagnia costante, non posso che dirvi ‘Hey!’ e che “nun sacce gnente”, grazie a Simona che ha sopportato 3 uomini, podisti per di più, per un weekend intero, grazie e complimenti a Francesca per il suo ottimo esordio e grazie Stefania per aver capito il mio “razzismo” di runner! E grazie anche a Mattia che con Giorgio si scambiavano il ruolo di pacer e di trainato, tra un po’ vi vedremo sotto i 90′ nella mezza, ne sono sicuro!
Parafrasando due note pensatrici italiche “oltre il risultato c’è di più!”

m.

'Cosa vuole questo qui?'

Simona says:’Cosa vuole questo qui?’

 

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Una domenica da lepre…un anno dopo.

Febbraio è arrivato e come l’anno scorso è arrivato il momento della Romeo & Giulietta Half Marathon e sempre come l’anno scorso mi ritrovo, con gran piacere, a fare da lepre ad uno spillo.

Dopo l’ottimo risultato ottenuto alla Mezza di Crema in mia compagnia è giunto il momento per il Biscio di scendere sotto l’1h40′ sui 21097 metri.

Grande novità della domenica è il viaggio in pullman con destinazione Verona, la sensazione di essere tornati dei ragazzini che vanno in gita è stata piacevole. Di questo dobbiamo ringraziare i Podisti S.Bernardo per averci ospitato nonostante non fossimo membri della loro società.
Cinque gli spilli alla partenza, tre dei quali con un obiettivo ben preciso: migliorare il proprio personale sulla distanza. Michele invece ha altri piani per questa gara. Io, beh, ve l’ho scritto sopra.

Spilli multicolore alla partenza

Spilli multicolore alla partenza

Mentre gli altri partono a razzo, io e Giorgio(il Biscio) ci ritroviamo in mezzo alla ressa della griglia verde e passiamo dallo start quasi dopo 2′ dalla sparo e i primi 2/3 km si corrono abbastanza piano ma mi servono per verificare lo stato di forma del mio assistito. Capisco subito che fare 1h39’59” sarà fattibile quindi decido che si può osare e magari puntare a scendere sotto l’1h36′. A mio favore c’è che il GPS che ho prestato a Giorgio non segnala il passaggio corretto ai km quindi posso tranquillamente mentire sul passo che stiamo tenendo e invece del 4’44” promesso mi assesto sui 4’30″/4’35”. I primi 10km volano via senza grandi intoppi ma nella seconda metà iniziano le prime difficoltà, la stanchezza inizia a sentirsi nella testa di Giorgio e qui incomincio con i più svariati modi per incitarlo a non mollare.

Ecco i quelli che sono risultati i più efficaci:

Al 5° posto troviamo: “Dai cavolo stai andando a 4’30” se mantieni il passo a 4’31” o 4’37”, magari 4’33” chiudiamo a 1h e qualcosa che non è certo 1h40′, capito? ” Tradotto: bisogna dire numeri a caso. Tanto è talmente cotto che non sarà in grado di fare 1 +1 ma il sentire numeri lo spingerà a seguirti ancora per un po’

al 4° posto troviamo “Cavolo non puoi mollare ora, dopo tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare qua oggi, tutti dolori che hai dovuto sopportare, tutte le scarpe che hai consumato e il sudore che hai lasciato per strada!!!”. Puntare sulla parte emotiva nel mio caso ha funzionato ma si corre il rischio che il nostro compagno si fermi ed incominci a piangere come una bambino. Da usare con molta attenzione.

Al 3° posto tra le scuse per spingerlo a non mollare troviamo: “Hei ma come puoi stare dietro a quello? Peserà almeno il doppio di te e corre come una gazzella!” Efficace se la persona da incitare indossa normalmente jeans aderentissimi e fa della linea un punto di forza(Questa scusa sale prepotentemente al 1° posto se la persona da incitare è una donna)

Al 2° posto troviamo: “Scusa ma quello potrebbe essere mio nonno e sta davanti a noi”. Efficace, ma bisogna cercare l’anziano giusto. Da evitare quelli che indossano completini anni ’80, sono capaci di lasciarti li sul posto e di ritrovarli al traguardo felici e già cambiati.

al 1° posto indiscusso  “Hei guarda quella ragazza, carina vero? non vorrai mica farla andare via?”. Dopo questa mia moglie me le starà tirando sicuramente dietro… scusa ma l’ho fatto per una giusta causa!!!

Grazie a queste motivazioni siamo riusciti ad arrivare al 18° km  ma da li in poi è stato come scalare l’Everest. In effetti sapevo di aver tirato troppo per quelle che forse ora sono le sue possibilità ma rimanevo convinto che si poteva fare una grande gara.

Spero un giorno Giorgio possa raccontarvi di persona quale siano state le sensazioni provate in quei momenti, io ricordo solo un volto scavato dalla fatica che ormai non rispondeva alle mie sollecitazioni e che non vedeva l’ora di finire quella gara.

Lo sguardo di Giorgio non è cambiato nemmeno quando siamo entrati nell’Arena a meno di 200m dal traguardo e nemmeno superata la linea del traguardo. Solo dopo aver letto il responso cronometrico sul GPS(almeno questa cosa funzionava) sul suo volto si è stampato un sorriso e la prima cosa che mi ha detto è stata…. meglio non ripeterla va…facendo un riassunto più o meno è “Tu sei matto”

Grande Giorgio, 1h36’54” è un bel biglietto da visita per la Roma-Ostia. Ora sei pronto per correre una mezza da solo!!!

Qua secondo me non sapeva dov'era!!!

Qua secondo me non sapeva nemmeno dov’era!!!

Il minimo è stato festeggiare con uno spritz

Il minimo è stato festeggiare con uno spritz

Verona e la sua Arena

Verona e la sua Arena

Intanto faccio i complimenti a Lello e Tommy per aver ottenuto il loro personale. Cavolo 1h21′ è da runner seri!!!

Complimenti anche a Michele che, come racconta qua, ha rispettato la sua tabella di marcia!!!

Ed ora aspettiamo la Roma-Ostia!!!

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Il mio augurio per il 2014

Ieri alla mezza sul Brembo eravamo solo in 2. A dire il vero qualcuno ha corso il rischio di non correrla nemmeno questa prima mezza del 2014, non sono bastate quattro sveglie distribuite lungo l’arco di 30 minuti a partire dalle 6.20 per farmi arrivare puntuale alle 7.15 sotto casa di Lello. Anzi, la prima immagine della mattinata a presentarsi ai miei occhi vede il vecchio GPS Nike segnalare le 7.52.
Rimarrà sempre nella mia mente il tarlo della motivazione per cui Lello si sia limitato a scrivermi degli iMessage invece di telefonarmi per sentire che fine avevo fatto, fatto sta che la mezza a Dalmine partiva alle 10, e io, quasi comodamente, sono riuscito ad essere puntuale sulla linea di partenza per quella che da 3 anni a questa parte è un appuntamento fisso per cominciare l’anno podistico.
Eravamo in 2 (e sono rimasta sola direbbe Pierpaolo Capovilla) quest’anno, la gara non è stata particolarmente entusiasmante, entrambi un po’ appesantiti, Lello con un fastidio al polpaccio, io ancora in fase recupero post-Chicago e con un quadricipite che non voleva saperne di sciogliersi, chiudiamo assieme, rallentando negli ultimi 3 km, una gara condivisa separata solamente da un secondo.

Mi viene da pensare che l’anno scorso al Brembo eravamo in 5(+1), avevamo forse tutti più voglia, di sicuro qualcuno aveva meno infortuni, meno malanni di stagioni, personali o famigliari. E sicuramente eravamo tutti un po’ più uniti, ci si vedeva più spesso, cosa che non è più successa nella seconda metà dell’anno. E mi spiace parecchio che sia così!
Abbiamo rimediato ieri sera con i primi festeggiamenti dell’anno, c’era Riccardo come ospite d’onore, e sono stato contento che finalmente si ritornasse assieme a parlare di corsa, a prenderci in giro per i risultati ottenuti o persi per strada, a parlare dei progetti futuri. Vorrei che queste occasioni capitassero più spesso!

Nel 2013 qualcuno c'era ma non aveva il pettorale, nel 2014 ci siamo evoluti, c'era il pettorale ma mancava il corridore.

Nel 2013 qualcuno c’era ma non aveva il pettorale, nel 2014 ci siamo evoluti, c’era il pettorale ma mancava il corridore.

Qualcuno mi ha chiesto quando scriverò il pagellone per il 2013, e probabilmente quel qualcuno è interessato perchè è stato lo spillo più veloce sui 42km (bravo Tommi, è stato un gran risultato!), ma ho deciso che quest’anno anzichè dare i voti agli spilli, dedicherò loro un augurio personalizzato per il 2014 podistico… forse perchè senza falsa modestia mi sarei dato un 9 per questo 2013…

Ecco per tutti voi spilli i miei auguri per questo nuovo anno:

A Lello auguro di correre con Riccardo il Lavaredo Ultratrail, di battere Paolino in ogni sfida che gli proporrà, di fare il suo personale sulla maratona nei pressi della porta di Brandeburgo.

Al Bako prima di tutto auguro di trovare un farmaco che eradichi la febbre da casa sua, poi di lasciar perdere la maratona anche per il 2014, ma togliersi tutte le soddisfazioni sulle mezze, sui 10k, sui triathlon sprint e olimpici, in attesa di diventare un ‘uomo di ferro’.

Allo Zaffo auguro di trovare qualcuno che vada veloce come lui, che faccia i suoi stessi orari lavorativi, che non si faccia problemi ad andare a fare le ripetute alle dieci di sera col gelo e col buio e che non guidi mandando sms al cellulare, ma che ogni tanto si ricordi di mandargli un sms giusto per fargli sapere che è ancora vivo e vegeto.

A Tommi auguro di battere il record dello Zaffo sulla maratona, di non avere problemi con le gomme della bici nel caso dovesse nuovamente cimentarsi col triathlon e continuare ad avere qualche benefattore per quanto riguarda le iscrizioni alle gare.

A Gio Spinelli auguro di continuare con la voglia della seconda metà dell’anno, dimenticandosi di aver corso una maratona senza averne realmente capito il valore.

Ad AleChiaz auguro di ricevere una sveglia natalizia (so che dovrei essere l’ultimo a parlare), di comperarsi un paio di pantaloncini da running neri e di ritornare a calcare le strade della lombardia con un pettorale addosso, senza che i gonfiabili si sgonfino alla sua sola vista.

Al Biscio auguro di continuare come ha finito il 2013, di essere drogato di corsa come alcuni di noi, ma non troppo, che poi sembra non conti null’altro.

A Elena auguro che sia primavera 12 mesi l’anno.

A Bender auguro di partecipare all’europeo 2014 di Icosathlon.

A me stesso auguro di scendere l’ora e venticinque nella mezza e di correre il Magraid, ma se non sarà quest’anno vorrà dire che pazienterò ancora un po’.

m.

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Quelli che la domenica mattina…

La domenica mattina la gente normale dorme, ma qualcuno ha una visione del “normale” diversa da altri.

Questo è il caso di alcuni Spilli che hanno ormai preso l’abitudine di ritrovarsi in qualsiasi condizione meteo a fare due chiacchere.

Qualcuno di voi storcerà il naso nel sentire “Due chiacchere” e non la parola “Corsa” visto la natura del blog…ma è solo perché ho dato per scontato che le “due chiacchere” si facessero correndo!!!

Spesso si andava a correre a qualche tapasciata in giro per la provincia, ma ultimamente abbiamo riscoperto la nostra città e quello che ci sta intorno e devo dire che non è per niente male.

Ok a volte si rischia di essere investiti da qualche autista addormentato, magari inciampare in qualche buca dei fantastici marciapiedi cittadini o addirittura essere scambiato per un fagiano da qualche cacciatore, però ha sempre il suo fascino!!!

L’unica mancanza rispetto alle corse di paese è dato dal fatto che non ci siano ristori gentilmente offerti dall’organizzazione ma anche questo è stato risolto…basta portarsi un quantitativo di Euro pari al numero dei runner partecipanti e fermarsi in un bar a caso in centro a bere un caffè., ovviamente sotto lo sguardo incredulo dei clienti del locale!!!

Alla domenica mattina il gps è solo un oggetto qualsiasi come altri che ti ritrovi addosso per correre, non ha nessuna importanza il passo con cui si corre ed è questo la cosa divertente, si corre fino a quando c’è qualcosa da dirsi!!!

E ora il sondaggio della “Domenica mattina”…

scegli la tua preferita

RISP

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3 settimane…

Dov’eravamo rimasti?
Personalmente qui, a Parma l’8 Settembre e alla mia prima delusione podistica del 2013. Da quel giorno gli allenamenti sono proseguiti, in questo mese che mi sta separando dalla Chicago Marathon, spesso solitari, tra ripetute, lipidici, qualche gara, un lungo (uno solo, vedrò di farmelo bastare!).

Sono ritornato a stare bene, forse. Forse un po’ scarico, sicuramente meno ottimista per ciò che riguarda la caduta del muro (delle 3 ore), ma consapevole di valere un buon tempo, un tempo migliore di Milano ad Aprile.

La settimana post-Parma è stata dura, il giorno dopo ho cercato di correre 14 km in un’ora, riuscendoci, seppure con una pausa a metà percorso. Le tossine del giorno prima, la voglia di fare che porta a strafare, tutto ha concorso a non sentirmi al meglio; e peggio ancora mi sono sentito il giorno delle ripetute, un 1000m seguito da un 2000m e un 3000m per poi finire diminuendo le distanze. Ancora 2000 e 1000 con quest’ultima ripetuta che finiva riproponendo lo stesso dolore che mi aveva bloccato a Parma. Cosa mi stava succedendo? Avevo esagerato con la velocità? Non sapevo come interpretare questo segnale, so solo che mi aveva tolto un po’ di voglia e un po’ di forza, Venerdì avevo ceduto e mollavo Tommi e Lello durante un progressivo.
Era la seconda volta in meno di 7 giorni, di certo non il modo migliore per preparare gambe e testa ad una maratona.

Domenica 15 era il giorno che mi avrebbe detto qualcosa in più sul mio stato di forma. Volevo correre 30 km, 3 frazioni della Lodi Relay Marathon organizzata da MLFM. Sapevo che potevo contare sull’aiuto di Lello per due frazioni e su Roberto per l’ultima, loro stanno meglio di me, e appoggiarsi a qualcuno quando le cose non vanno nel modo migliore serve sempre. Ho chiuso in 2h12′, girando ad un passo medio di 4’24”, non vicinissimo ai 4’15” necessari per raggiungere il bersaglio grosso, però il percorso era complesso, con parecchio sterrato, curve, salite e so che qualche secondo a km posso limarlo ancora. E poi ho chiuso a 3’56” l’ultimo km, le forze ci sono e la testa ha ripreso a girare con le gambe.

In settimana un allenamento da 3 ripetute sui 3000 m è stato un bel banco di prova per saggiare la mia resistenza alla fatica, ed è stato superato discretamente. Negli ultimi 3 km combattevo con un quadricipite che sentiva fastidio, ma non ho mollato, cercando di chiudere la ripetuta in 12′. La testa fortunatamente è rimasta al suo posto!

Ieri al posto di un medio da 20 minuti ho sfruttato “Il giro delle 3 chiese” ad Offanengo per competere sui 6km abbondanti. E il risultato mi soddisfa, chiudendo in 23’02”, con un passo di 3’47” e soprattutto senza dolori vari.

Chicago si avvicina, domani 10000 a Milano alla Innovation Running, magari se riesco ci aggiungo altri 10 km per continuare la preparazione. Mi sto rimettendo in carreggiata, non c’era altra possibilità!

m. 

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Sudate sì, ma con un po’ di stile!

Ogni occasione è buona per rifarsi il guardaroba. E quello sportivo non fa eccezione.

Per chi come me ha sempre pensato che la corsa fosse uno sport “povero” e che bastassero un paio di scarpe qualsiasi per scendere in pista, è presto arrivata la smentita.

D’altronde basta qualche tentativo per accorgersene: la vecchia canotta di cotone che hai riesumato dall’armadio non va bene, si impregna di sudore con pessimi risultati estetici e raffreddori assicurati. Per non parlare delle scarpe…se non sono comode e leggere rischi di stramazzare al suolo dopo pochi passi.

corsa_fashion

Poi, come sanno bene le donne, ogni scusa è quella giusta per comprare qualcosa di nuovo. Così arriva presto il momento di riservare uno scomparto dell’armadio ai nuovi acquisti, tra maglie, canotte, pantaloncini, calzini, giacche anti-congelamento e molto altro.

Soprattutto per chi lavora nella capitale dello shopping, a pochi passi dal Nike Store e da molti altri negozi non propriamente low cost, è facile farsi tentare con la scusa di qualche offerta speciale o promozione, ma soprattutto con l’illusione che i calzoncini con la taschina e gli slip incorporati siano davvero indispensabili.

Devono aver avuto la mia stessa tentazione le runner che si vedono in pausa pranzo tra gli sterrati del Parco Indro Montanelli. Poco competitive, ma molto trendy…le amanti della corsa milanese sono sempre abbinate e prediligono canotte e calzoncini Nike dai colori fluo, anche se la Kalenji inizia a spopolare.

Con un panino in una mano e una macedonia nell’altra, le vedo passare dalla mia posizione privilegiata di spettatrice sazia e inamovibile, mentre loro si fanno strada sotto il sole cocente tra dogsitter, scolaresche e vucumprà.

Molto meno trendy i runner, a loro i pantaloncini così sgambati e le maglie sbracciate proprio non donano.

Il punto è questo, la voglia di fare shopping non è mai proporzionale a quella di sudare e di far fatica. Troppo facile dar libero sfogo alla prima, molto più complicato cedere alla seconda mettendo da parte le solite scuse. Trovarne sempre di nuove è una delle mie specialità.

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Prepararsi ad un’altra prima volta

Come dice qualcuno, questo è il mio periodo migliore dell’anno, quello dove mi diverto veramente a fare sport, a fare fatica, a fare di tutto e di più. E’ la stagione del triathlon.

Passo le mie giornate nell’attesa del momento per fare un allenamento. Non ho piani di allenamento precisi, è il mio corpo che decide cosa fare per migliorarsi e lascio a lui le decisioni. A volte capita di uscire all’alba a correre o in bici e ritrovarsi alla sera in vasca a nuotare o a correre ancora, oppure uscire in bici e una volta rientrati infilarsi le scarpette e incominciare a correre, capita anche di andare in bici a nuotare e poi via a pedalare per un po’ di km. Pensate alla dipendenza che crea la corsa…ecco ora moltiplicatela x 3!!!!

L’ultima volta che avevo scritto di Triathlon era per raccontarvi la mia prima esperienza con una muta, invece ieri ho partecipato, come l’anno scorso, al Campus Triathlon Sprint di Parma. Nel mezzo però ci sarebbe da dire di un’altra mia prima volta, quella del nuoto in acque libere. Avevo omesso di raccontarla per volontà forse perché quel giorno me lo ricordo meno per il nuoto ma di più per il fatto che mi sono ritirato per colpa di una foratura!!!

Ma è proprio per colpa di quella foratura che i miei allenamenti si sono intensificati, con l’obbiettivo di un’altra prima volta…

Partecipare ad un Triathlon Olimpico

La scelta è caduta sul triathlon Garmin Trio di Cernobbio in programma il 4 agosto.

Diciamo che mi sono iscritto un po’ d’istinto e un po’ per rabbia la sera stessa del mio ritiro forzato per colpa della bici e dopo 10 minuti che l’avevo fatto mi ero già pentito. Cavolo avevo fatto giusto uno sprint quest’anno e in uno avevo appena fatto solo la parte di nuoto. Qui si tratta di dover preparare il doppio delle distanze rispetto allo sprint in tutte le discipline. Quindi invece dei soliti 750m di nuoto, i 20km di bici e i 5km di corsa devo prepararmi a fare 1500m di nuoto, 40km in bici e 10km di corsa.

Distanze che prese singolarmente non fanno paura, ma nel triathlon si sa, si fanno tutte di fila e qualche dubbio sulla fattibilità nella mia testa ha incominciato a girare subito. Ma non sono un tipo che si arrende facilmente ed ho accettato la nuova sfida, un’altra prima volta.

La gara di ieri è quindi diventata una tappa di avvicinamento all’evento principale. L’obbiettivo scherzoso di ieri era quello di finire la gara magari evitando le buche in bici e conseguenti forature. L’obbiettivo vero, quello serio, era di migliorare il tempo dell’anno scorso che era di 1h8′.

La differenza principale rispetto all’anno scorso che non sarei partito più in ultima batteria(a Parma si nuota in piscina) in quanto non sono più un amatore, sono partito comunque in 10a batteria perché amatore o no…non sono un fenomeno!!!

Gara quasi perfetta, nuoto nella norma ma facendo molta meno fatica del solito. Il cambio per andare in bici è avvenuto senza particolari intoppi(per forza non c’era la muta da togliere!!!). La parte in bici sembrava essere partita nel peggiore dei modi: da solo e con il vento a rompere le scatole, per fortuna dopo 3/4km vengo raggiunto da altri 3 atleti a cui mi aggancio e faccio con loro i restanti km della frazione in bici risparmiando molte energie. Al secondo cambio sono riuscito a guadagnare secondi scendendo dalla bici già senza le scarpette, quindi riuscendo a correre alla mia postazione in modo più agevole e dovendo solo infilarmi le scarpe per correre. Per quanto riguarda la corsa mi ero prefissato di correre i 4.7km a 4’05”, purtroppo ho chiuso a 4’08” di media per colpa di una piccola crisi di caldo nel 2° km(erano le 13.30 e si superavano i 30 gradi). Crisi scacciata grazie alla doccia con canna e acqua gelida gentilmente concessa da un addetto al ristoro!!!

Tempo finale 1h05’26”….Entrambi gli obbiettivi, scherzoso e serio, raggiunti!!!

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Un particolare ringraziamento ai miei compagni di viaggio di ieri: Massimo e Francesca i quali hanno concluso il triathlon al 5° posto tra gli amatori il primo e 4a assoluta e 1a di categoria amatori tra le donne nel duathlon la seconda!!!

Un’altro passo per un’altra prima volta è stato fatto!!!
Alla prossima
BaKo