Prepararsi ad un’altra prima volta

Come dice qualcuno, questo è il mio periodo migliore dell’anno, quello dove mi diverto veramente a fare sport, a fare fatica, a fare di tutto e di più. E’ la stagione del triathlon.

Passo le mie giornate nell’attesa del momento per fare un allenamento. Non ho piani di allenamento precisi, è il mio corpo che decide cosa fare per migliorarsi e lascio a lui le decisioni. A volte capita di uscire all’alba a correre o in bici e ritrovarsi alla sera in vasca a nuotare o a correre ancora, oppure uscire in bici e una volta rientrati infilarsi le scarpette e incominciare a correre, capita anche di andare in bici a nuotare e poi via a pedalare per un po’ di km. Pensate alla dipendenza che crea la corsa…ecco ora moltiplicatela x 3!!!!

L’ultima volta che avevo scritto di Triathlon era per raccontarvi la mia prima esperienza con una muta, invece ieri ho partecipato, come l’anno scorso, al Campus Triathlon Sprint di Parma. Nel mezzo però ci sarebbe da dire di un’altra mia prima volta, quella del nuoto in acque libere. Avevo omesso di raccontarla per volontà forse perché quel giorno me lo ricordo meno per il nuoto ma di più per il fatto che mi sono ritirato per colpa di una foratura!!!

Ma è proprio per colpa di quella foratura che i miei allenamenti si sono intensificati, con l’obbiettivo di un’altra prima volta…

Partecipare ad un Triathlon Olimpico

La scelta è caduta sul triathlon Garmin Trio di Cernobbio in programma il 4 agosto.

Diciamo che mi sono iscritto un po’ d’istinto e un po’ per rabbia la sera stessa del mio ritiro forzato per colpa della bici e dopo 10 minuti che l’avevo fatto mi ero già pentito. Cavolo avevo fatto giusto uno sprint quest’anno e in uno avevo appena fatto solo la parte di nuoto. Qui si tratta di dover preparare il doppio delle distanze rispetto allo sprint in tutte le discipline. Quindi invece dei soliti 750m di nuoto, i 20km di bici e i 5km di corsa devo prepararmi a fare 1500m di nuoto, 40km in bici e 10km di corsa.

Distanze che prese singolarmente non fanno paura, ma nel triathlon si sa, si fanno tutte di fila e qualche dubbio sulla fattibilità nella mia testa ha incominciato a girare subito. Ma non sono un tipo che si arrende facilmente ed ho accettato la nuova sfida, un’altra prima volta.

La gara di ieri è quindi diventata una tappa di avvicinamento all’evento principale. L’obbiettivo scherzoso di ieri era quello di finire la gara magari evitando le buche in bici e conseguenti forature. L’obbiettivo vero, quello serio, era di migliorare il tempo dell’anno scorso che era di 1h8′.

La differenza principale rispetto all’anno scorso che non sarei partito più in ultima batteria(a Parma si nuota in piscina) in quanto non sono più un amatore, sono partito comunque in 10a batteria perché amatore o no…non sono un fenomeno!!!

Gara quasi perfetta, nuoto nella norma ma facendo molta meno fatica del solito. Il cambio per andare in bici è avvenuto senza particolari intoppi(per forza non c’era la muta da togliere!!!). La parte in bici sembrava essere partita nel peggiore dei modi: da solo e con il vento a rompere le scatole, per fortuna dopo 3/4km vengo raggiunto da altri 3 atleti a cui mi aggancio e faccio con loro i restanti km della frazione in bici risparmiando molte energie. Al secondo cambio sono riuscito a guadagnare secondi scendendo dalla bici già senza le scarpette, quindi riuscendo a correre alla mia postazione in modo più agevole e dovendo solo infilarmi le scarpe per correre. Per quanto riguarda la corsa mi ero prefissato di correre i 4.7km a 4’05”, purtroppo ho chiuso a 4’08” di media per colpa di una piccola crisi di caldo nel 2° km(erano le 13.30 e si superavano i 30 gradi). Crisi scacciata grazie alla doccia con canna e acqua gelida gentilmente concessa da un addetto al ristoro!!!

Tempo finale 1h05’26”….Entrambi gli obbiettivi, scherzoso e serio, raggiunti!!!

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Un particolare ringraziamento ai miei compagni di viaggio di ieri: Massimo e Francesca i quali hanno concluso il triathlon al 5° posto tra gli amatori il primo e 4a assoluta e 1a di categoria amatori tra le donne nel duathlon la seconda!!!

Un’altro passo per un’altra prima volta è stato fatto!!!
Alla prossima
BaKo

È sempre una prima volta

Ebbene si, pensavo che una volta fatti due triathlon l’estate scorsa, questa specialità non avesse più particolari segreti da nascondermi. Purtroppo non avevo considerato un accessorio che ancora non avevo usato: la muta. Ma procediamo con ordine…
Domenica 26 maggio; in un mondo normale, fatto di 4 stagioni, molto probabilmente sarebbe stata una domenica con le spiagge che iniziano a riempirsi e noi della bassa pianura che ci lamentiamo per i primi caldi afosi, invece no quest’anno l’inverno non si è dato una scadenza e può capitare che il giorno prima non si superino i 10 gradi e che piova talmente tanto da non voler uscire di casa.

Guardate Nibali in che condizioni è arrivato al traguardo!!! Grandissimo!!!

Per fortuna la domenica ci accoglie con cielo azzurro e un bel sole alto, purtroppo però non è stato sufficiente a scaldare l’acqua della piscina in cui dovevo fare la parte di nuoto della gara. Arrivato a Piacenza cerco subito qualcuno con la maglia di Happy Runner Club, società per cui mi sono iscritto quest’anno per fare triathlon, e mi imbatto subito in bel gruppetto di atleti con cui devo dire ho passato una bella giornata. A conferma che l’acqua non era calda arriva subito l’avviso dello specker che annuncia con tono allarmato che la temperatura dell’acqua era di 15 gradi, risultato: muta obbligatoria…panico tra gli atleti che non ne erano in possesso, salti di gioia da parte dei negozianti che la noleggiavano!!!

Io la muta ce l’avevo, mi era arrivata giusto il mercoledì precedente con l’idea di utilizzarla al triathlon sprint di Nibbiano l’8 giugno ma visto il tempo me l’ero portata dietro. Con un piccolo problema, l’avevo giusto indossata e tolta una volta in casa mettendoci più o meno un ora. Per fortuna con il mio stesso problema, l’incognita muta appunto, ce ne erano anche tra gli amici dell’Happy Runner Club e ci si è dati consigli a vicenda per superare il momento difficile: La Svestizione. Ovviamente al dunque non sono riuscito ad applicarne nemmeno uno anche perché il mio corpo non reagiva ai miei comandi causa la nuotata appena compiuta in un acqua che a dir gelida è poco. Giuro che mai mi era capitato di avere così freddo a mani, piedi e faccia come in quei 14 interminabili minuti della frazione di nuoto. Arrivati al punto della frazione in bici perdo infiniti minuti nel tentativo di togliere l’abito infernale, la soluzione più agevole è quella detta da molti di “saltargli sopra”, ecco se mai dovesse capitare che vi troviate in quella situazione, mentre lo fate, non pensate assolutamente quanti soldi avete speso per comprarla!!! Una volta partito in bici il vento gelido che soffiava domenica sembrava un tiepido vento del nordafrica, peccato che la forza si è scatenata contro la mia incapacità di gestire la frazione in bici che mi sono trovato a fare praticamente in solitaria con il risultato del 275° tempo su 330° partecipanti. Chiuso il penoso tratto in bici sono arrivate le soddisfazione nella corsa, qui le gambe stavano bene e ho iniziato a superare gente facendo registrare il 128° della frazione. Ok non ho detto 1° ma per uno che fino a un mese fa era sotto effetto di antinfiammatori è una grande soddisfazione.

Taglio il traguardo in 1h14’25” e la prima cosa che mi son detto è stata:”che figata è fare triatlon!!!”

Dopo il traguardo con la divisa Happy Runner Club

Ragazzi che dirvi…alla prossima prima volta!!!

BaKo