Ebbene si, pensavo che una volta fatti due triathlon l’estate scorsa, questa specialità non avesse più particolari segreti da nascondermi. Purtroppo non avevo considerato un accessorio che ancora non avevo usato: la muta. Ma procediamo con ordine…
Domenica 26 maggio; in un mondo normale, fatto di 4 stagioni, molto probabilmente sarebbe stata una domenica con le spiagge che iniziano a riempirsi e noi della bassa pianura che ci lamentiamo per i primi caldi afosi, invece no quest’anno l’inverno non si è dato una scadenza e può capitare che il giorno prima non si superino i 10 gradi e che piova talmente tanto da non voler uscire di casa.

Guardate Nibali in che condizioni è arrivato al traguardo!!! Grandissimo!!!
Per fortuna la domenica ci accoglie con cielo azzurro e un bel sole alto, purtroppo però non è stato sufficiente a scaldare l’acqua della piscina in cui dovevo fare la parte di nuoto della gara. Arrivato a Piacenza cerco subito qualcuno con la maglia di Happy Runner Club, società per cui mi sono iscritto quest’anno per fare triathlon, e mi imbatto subito in bel gruppetto di atleti con cui devo dire ho passato una bella giornata. A conferma che l’acqua non era calda arriva subito l’avviso dello specker che annuncia con tono allarmato che la temperatura dell’acqua era di 15 gradi, risultato: muta obbligatoria…panico tra gli atleti che non ne erano in possesso, salti di gioia da parte dei negozianti che la noleggiavano!!!
Io la muta ce l’avevo, mi era arrivata giusto il mercoledì precedente con l’idea di utilizzarla al triathlon sprint di Nibbiano l’8 giugno ma visto il tempo me l’ero portata dietro. Con un piccolo problema, l’avevo giusto indossata e tolta una volta in casa mettendoci più o meno un ora. Per fortuna con il mio stesso problema, l’incognita muta appunto, ce ne erano anche tra gli amici dell’Happy Runner Club e ci si è dati consigli a vicenda per superare il momento difficile: La Svestizione. Ovviamente al dunque non sono riuscito ad applicarne nemmeno uno anche perché il mio corpo non reagiva ai miei comandi causa la nuotata appena compiuta in un acqua che a dir gelida è poco. Giuro che mai mi era capitato di avere così freddo a mani, piedi e faccia come in quei 14 interminabili minuti della frazione di nuoto. Arrivati al punto della frazione in bici perdo infiniti minuti nel tentativo di togliere l’abito infernale, la soluzione più agevole è quella detta da molti di “saltargli sopra”, ecco se mai dovesse capitare che vi troviate in quella situazione, mentre lo fate, non pensate assolutamente quanti soldi avete speso per comprarla!!! Una volta partito in bici il vento gelido che soffiava domenica sembrava un tiepido vento del nordafrica, peccato che la forza si è scatenata contro la mia incapacità di gestire la frazione in bici che mi sono trovato a fare praticamente in solitaria con il risultato del 275° tempo su 330° partecipanti. Chiuso il penoso tratto in bici sono arrivate le soddisfazione nella corsa, qui le gambe stavano bene e ho iniziato a superare gente facendo registrare il 128° della frazione. Ok non ho detto 1° ma per uno che fino a un mese fa era sotto effetto di antinfiammatori è una grande soddisfazione.
Taglio il traguardo in 1h14’25” e la prima cosa che mi son detto è stata:”che figata è fare triatlon!!!”

Dopo il traguardo con la divisa Happy Runner Club
Ragazzi che dirvi…alla prossima prima volta!!!
BaKo
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