Sudate sì, ma con un po’ di stile!

Ogni occasione è buona per rifarsi il guardaroba. E quello sportivo non fa eccezione.

Per chi come me ha sempre pensato che la corsa fosse uno sport “povero” e che bastassero un paio di scarpe qualsiasi per scendere in pista, è presto arrivata la smentita.

D’altronde basta qualche tentativo per accorgersene: la vecchia canotta di cotone che hai riesumato dall’armadio non va bene, si impregna di sudore con pessimi risultati estetici e raffreddori assicurati. Per non parlare delle scarpe…se non sono comode e leggere rischi di stramazzare al suolo dopo pochi passi.

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Poi, come sanno bene le donne, ogni scusa è quella giusta per comprare qualcosa di nuovo. Così arriva presto il momento di riservare uno scomparto dell’armadio ai nuovi acquisti, tra maglie, canotte, pantaloncini, calzini, giacche anti-congelamento e molto altro.

Soprattutto per chi lavora nella capitale dello shopping, a pochi passi dal Nike Store e da molti altri negozi non propriamente low cost, è facile farsi tentare con la scusa di qualche offerta speciale o promozione, ma soprattutto con l’illusione che i calzoncini con la taschina e gli slip incorporati siano davvero indispensabili.

Devono aver avuto la mia stessa tentazione le runner che si vedono in pausa pranzo tra gli sterrati del Parco Indro Montanelli. Poco competitive, ma molto trendy…le amanti della corsa milanese sono sempre abbinate e prediligono canotte e calzoncini Nike dai colori fluo, anche se la Kalenji inizia a spopolare.

Con un panino in una mano e una macedonia nell’altra, le vedo passare dalla mia posizione privilegiata di spettatrice sazia e inamovibile, mentre loro si fanno strada sotto il sole cocente tra dogsitter, scolaresche e vucumprà.

Molto meno trendy i runner, a loro i pantaloncini così sgambati e le maglie sbracciate proprio non donano.

Il punto è questo, la voglia di fare shopping non è mai proporzionale a quella di sudare e di far fatica. Troppo facile dar libero sfogo alla prima, molto più complicato cedere alla seconda mettendo da parte le solite scuse. Trovarne sempre di nuove è una delle mie specialità.

La canotta degli Spilli crea delle aspettative

Quando i tuoi amici e il tuo ragazzo parlano costantemente di gare, maratone e scarpe da corsa, prima o poi ci finisci dentro anche tu.

Non con la stessa passione ossessivo-compulsiva, ma con una certa voglia di buttarti in qualcosa di nuovo e di metterti alla prova. Perché ora? Forse perché, mai come adesso, ho capito che tutto ciò che vorrei e che finora ho dato per scontato, lo devo ancora conquistare con tanta fatica e infinita forza di volontà. La stessa che vedo in alcune persone che ho intorno – che ce la mettano nello sport, nel lavoro o in altro non fa poi molta differenza.

Così mi sono data l’obiettivo della Energizer Run anche per dare un senso agli allenamenti primaverili con mister Verdelli e per sfoggiare finalmente la canotta degli Spilli, a riposo nell’armadio da quando l’avevo comprata l’estate scorsa.

Ed eccomi in pieno centro a Milano a cercare di stare dietro a Monia (che poi ho rivisto solo all’arrivo) e, al tempo stesso, di non essere travolta dalla folla o finire contro un albero. Lì la canotta degli Spilli, al buio e tra centinaia di maglie, è passata piuttosto inosservata. Solo un gruppo di ragazzi, vedendo il nome stampato, ha iniziato a fare il tifo per me, che intanto me la ridevo sotto i baffi, non avendo il fiato per farlo per davvero.

Pulirun

Tutta un’altra storia la Pulirun, dove le donne in gara erano ben poche, sebbene agguerrite. Tra la curiosità di chi non aveva mai sentito nominare il gruppo e le aspettative di chi lo conosce fin troppo bene, mi sono sentita un po’ osservata. Come per dire “Ah sei una Spilla? Adesso vediamo cosa sai fare!”.

Di sicuro chi si aspettava una versione femminile di Zaffani sarà rimasto deluso … ma io, arrivata al cartello che segnalava lo sprint finale dei 5 km, ho provato una soddisfazione rara. A fine corsa, il cronometro segnava 29’37”: un piccolo risultato rispetto ai tempi degli Spilli, ma pur sempre un inizio.
E chi lo sa, potrei anche lanciarmi in una staffetta, ma di strada ne devo fare ancora tanta …