Frisco’s too much for me to bear

Ci sono delle volte in cui il down seguente ad una fase particolarmente piacevole della vita ti fa interrogare su quanto valga la pena godere delle cose belle.

Da quando sono tornato dal road trip nella west-coast degli Stati Uniti il pensiero è stato spesso di quanto sia stato bene in quelle due settimane a confronto con la monotonia e la solitudine del presente. Ho messo in disparte la corsa, ho visto pochissimo i miei amici, per impegni miei, per le loro vite, e devo dire che il periodo era di colore grigio. A differenza delle settimane prima in cui il cielo era sempre azzurro, come il mare di Santa Monica, o La Jolla (odori a parte). E correre nel grigio della pianura padana non era emozionante come farlo nei pressi del Golden Gate immerso nella foschia mattutina.
Quelle in realtà è stata l’unica corsa seria fatta in terra a stelle e strisce, poi la pigrizia delle vacanze, i 3100km percorsi in macchina in 9 giorni non mi hanno permesso di continuare il programma che Huber aveva in mente per me per la fine dell’anno. Saltati i propositi di Pisa a Dicembre, saltati gli obiettivi di scendere sotto l’ora e 25′ sulla mezza maratona, saltato tutto.
E in tutto ciò, qualcuno mi superava nei tempi, finalmente, e io rimanevo in disparte.
E’ passato un po’ di tempo, l’anno è diverso, sono contento di aver finalmente ritrovato il tempo per uscire la sera, con Tommi e Stenfano, anche se poi quando vado a correre con loro mi domando chi me l’abbia fatto fare.
Anche oggi all’ora di pranzo il nostro allenamento, anzi, il loro allenamento che prevedeva 3x2000m + un 600m finale è diventato più o meno il mio. Tommi ci ha lasciati per una contrattura in fase di riscaldamento (incrociamo le dita), Stenfano ha sopportato da solo la fatica dell’allenamento, io che non ho un programma mio adesso ma devo rimettermi un po’ in carreggiata sono andato ad cazzum, ho fatto un 2000 abbastanza bene, ho sentito una fitta al quadricipite intorno ai 400m della seconda ripetuta, mi sono fermato 100m dopo e ho ripreso con due 1000m sui 3’45″/km per finire con un 600m in 2’05”, bene tutto sommato.
Non so, non sto faticando, ma sento di non avere grande fondo nelle gambe, Milano è vicina, Lunedì ho ancora appuntamento al Marathon Center con Huber per una tabella, penso di puntare a stare sotto le 3h10′ a Milano e soprattutto a mettere fieno in cascina per poi raccogliere tutto nella seconda metà dell’anno.

Nel frattempo ci sono state due gare, era un po’ che non indossavo un pettorale, e sebbene la prima a Magenta sia stata corsa solo ufficiosamente per problemi di tesseramento e certificato medico, a Verona finalmente ho avuto una mia classifica sulla mezza maratona. Era da Ottobre che non correvo più.
Ho fatto da pacer, ancora, a Marco… era da tanto che aveva messo in calendario la StraMagenta, con il chiodo fisso di andare sotto i 42′ sui 10k.

12728842_10207048198394617_6036836733966417247_n

Gemelli Diversi

Il ragazzo era da disciplinare, ma il risultato è stato ottimo, 41’06” per lui e se non avesse voluto strafare all’inizio, saremmo andati anche sotto i 41′. Ma va bene così, i risultati si raggiungono gradualmente. Mattia ci ha dato una mano, lui è sempre presente!

E poi c’è stata Verona, corsa insieme, ognuno al suo passo, noi spilli e il Sarzanas Running Team. Verona è sempre piacevole per me (Wings for life 2015 a parte), non so cos’abbia di tanto speciale, ma non c’è una volta in cui non mi sia divertito a correrla. Sarà l’arrivo all’arena, sarà il farsi la doccia nel palazzetto che ha visto i successi della Glaxo di Henry Williams, stona quasi il fatto che alcuni scorci somiglino sinistramente alla Firenze Marathon (che è il mio incubo podistico sui 42km) eppure qui sono sempre soddisfatto del mio risultato. 1h27’02”, fatti quasi senza troppa fatica, a parte intorno al ventesimo km quando le gambe non avevano più alcuna voglia di muoversi e hanno proseguito per inerzia giusto per godersi il passaggio all’interno dell’Arena.

12705342_984975218250407_7998254865685271786_n

In giallo a metà dell’inquadratura. Dietro di me, in rosso, Hristo Stoichkov.

Quindi forse il modo migliore per riprendersi dopo un viaggio, per non crogiolarsi nella malinconia è darsi da fare, ricordare il bello di Los Angeles, sognare di tornare presto a fare un road trip (i 40 anni sono alle porte) e nel frattempo andare avanti con nuovi obiettivi, nuovi impegni, personali ma cercando sempre la giusta compagnia, perchè, come già scrivevo tempo fa, happiness only real when shared

verona

Pizza buona. Medaglia rivedibile.

 

 

Considerazioni Varie Di Aprile/Inizio Maggio(Pacer, Matrimoni Polacchi, Vienna, Wings For Life, Umidità)

Più o meno con ordine:

1 – 12/04: Ritirato a Milano; poco o niente da dire, oppure tanto da dire ma non voglio dirlo. Ma quando giri anche bene, sai che la crisi arriverà (ed a quel ritmo, arriverà prima, molto prima), la testa non vuole fare fatica, e non hai l’umiltà necessaria per andare avanti (ecco il punto), meglio che ti fermi per evitare di mancare di rispetto a chi determinati tempi li sogna la notte. Ri-ecco il punto; più umiltà, sapere di non valere 2:56′ e capire i tuoi limiti attuali, non fa di te un maratoneta di serie B (se addirittura B possiamo considerarci), ma solo un podista che conosce realmente dove può arrivare, quello che può dare e come può allenarsi; un 3:15′ è da sogno, la medaglia anche, la soddisfazione dell’arrivo uguale a chi soffre per 2:40′.

Un vero peccato averlo capito sul treno di ritorno delle 13:01 da Milano Rogoredo a Lodi…

La voglia era a casa...

                        La voglia era a casa…

...o sopra un marciapiede San Siro...

…o sopra un marciapiede San Siro…

2 – 19/04 – Pacer a Padova: già, perché se 22 Km sono stati la domenica prima, dovevano assolutamente essere 42,195 Km la domenica dopo, per giunta in 3:15′ a Padova. Palloncini e voglia di arrivare, fare pace con la distanza regina, scambiare parole, pensieri e sguardi con chi ti segue, o almeno ci prova, offrire un punto di riferimento e portarlo al traguardo per la prima medaglia in maratona della carriera podistica.

Esordio e Pallonicino Soddisfatti

            Esordio e Palloncino Soddisfatti

3 – 25/04 – Matrimonio Polacco (Federico – Agnieszka): partenza venerdì 24, matrimonio 25 e 26, Vienna il 29/30 e rientro a Lodi il 1° Maggio. In mezzo, Cracovia, 30 cicchetti di vodka e 87 portate (rimesse, mio malgrado, allo scoccare della mezzanotte…), sorrisi sinceri, gite serie, spiacevoli sorprese e Vienna baciata dal sole e dagli Schnitzel giganti, 1600km di camper e qualche frontiera mai oltrepassata prima. Poche parole per definire una grande settimana, dove è successo tutto e più di tutto, forse anche troppo. Un pezzo di cuore e un’infinità di ricordi sono rimasti là, andare a ritrovarli sarà obbligatorio nei prossimi mesi/anni…

Felici prima di "fatale un colpo di freddo..."

Felici prima di “fatale un colpo di freddo…”

4 – 3/05 – Wings For Life (Verona) : potenzialmente un’ultra che è stata ridimensionata a maratona sulla linea di partenza; rinominata Via Crucis al 19° (da 4’20” a 5′ nel giro di 2 Km) e Sauna dal 30°. Umidità, salite, poco allenamento (o troppo il giorno prima…) hanno fatto si che Vitantonio Liuzzi mettesse fine al calvario poco prima del lago, più o meno al 34° Km. Giusto così, lungo per la Monza Resegone o per la maratona di Suviana?

Partenza da Top Runner

                   Partenza da Top Runner

L.

Wings For Life

principal-110
3 Maggio 2015. Verona. Questa sarà la mia unica occasione per poter correre una distanza superiore ai 42,195 km.

Mi sono iscritto alla Wings for life World Run, una gara che si svolge contemporaneamente in 35 nazioni. Un duello ‘impari’ con una macchina che, partendo 30 minuti dopo il via, con una velocità variabile eliminerà man mano tutti i concorrenti che raggiungerà lungo il tragitto.

Una sorta di corsa in modalità Survivor, con un incasso che sarà devoluto interamente alla ricerca sulle lesioni al midollo spinale.

Non ho mai pensato, e continuerò a evitare di farlo, di correre una ultramaratona, voglio arrivare in questa occasione a 45 km, almeno sotto sotto c’è un motivo nobile.

E se qualcuno vuole partecipare, perchè non creare il team de Gli spilli nel ginocchio?

m.

Le Summe del 2014

Noiosissimo elenco delle manifestazioni 2014:

Giulietta & Romeo HM: pb sulla distanza. Un bel 8. Anche 8,3 periodico.

Giulietta & Romeo HM

Giulietta & Romeo HM

Milano City Marathon 2014: pb sulla distanza. Qua ci sta un 9.

MCM 2014

MCM 2014

Moonlight Jesolo HM: bella scoperta. Da rifare absolutly. Ancora sotto l’1:22′. Diamoci un another 8.

Con i Doldi's!

Con i Doldi’s!

Monza – Resegone: costipato ma in cima. Mai domo. Un 7,5. L’anno prossimo niente pit stop.

Squadrone Fortissimi

Squadrone Fortissimi

Run Tune Up: Mezza dura. Non mi sono piaciuto particolarmente. Degna di nota la crescentina con il pesto. 6 politico.

Ignuda fra i nudisti

Ignuda fra i nudisti

Bmw Berlin Marathon: prima maratona all’estero. Bravo per la preparazione approssimativa. Di nuovo sotto le 3 ore. Another 8.

Brezel Time

Brezel Time

Dublin Marathon: faticaccia ventosa e fredda. Ma che arrivo e che calore! 7 di incoraggiamento.

Maratonina di Crema: 6 i primi 10km, 7 i successivi 11 km. Niente di più.

Firenze Marathon: 19km di dolore inguinale. Poca testa e voglia. 5, le cose bisogna prenderle seriamente.

Maratona Paffuta

19 km baffuti

Corrida del Progresso: 13km di gelo glaciale. Mi merito un 7, giravo comunque a 3’55”.

Felice anno nuovo. Perdo 4 chili, mi alleno serio e a Milano vi faccio il culo. A tutti!

L.

Conquisterò il mondo

Non son impazzito, un pochino forse si, ma non del tutto. Non mi sono nemmeno venute manie Napoleoniche, è solo che stamattina dovevo trovare una scusa per aver voglia di correre.

Come tutte le domeniche mattine mi sveglio di buon ora per la solita corsa in compagnia di Giorgio, con la differenza che oggi Giorgio non ci sarebbe stato. La sua assenza è da attribuire ad un infortunio, come dice lui, o dal fatto che la sera prima abbia dato il meglio di se in un noto locale milanese, come testimoni raccontano.

Sta di fatto che avrei dovuto correre da solo…

Dove andare? Quale strada prendere? sono state le domande che mi sono posto mentre il Gps cercava il segnale. Si perché  il problema del runner è la monotonia dei percorsi. Fare sempre lo stesso giro diventa noioso, pensate che ormai mi rifiuto di correre sulle strade dove ho macinato km di allenamento per preparare la mia prima maratona qualche anno fa, giuro non ce la faccio proprio a rifarli. Quindi l’obbiettivo di stamattina era quello di cercare di andare dove non fossi mai passato. Ammetto che Lodi non è per niente una grande città, ma sono soddisfatto per esser riuscito a trovare qualcosa di nuovo da calpestare e conquistare con le mie scarpe.

La soddisfazione e la presa di coscienza della nuova conquista la si ottiene una volta arrivati a casa appena si scarica sul proprio computer la corsa fatta. Vedere quella riga rossa sulla cartina che si muove e passa sulle strade percorse da proprio un senso di conquista. Le migliori sono quelle delle gare in città dove non si corre regolarmente. Io ogni tanto vado a rivedermi le corse fatte a Roma, Verona e pure Milano.

La cosa migliore sarebbe poter vedere le corse di tutti e perché no scoprire che il mondo intero sia stato conquistato dai Runners.

Ci sono altri che invece vogliono conquistare il mondo stando comodamente seduti…

e ci fanno pure i campionati

Una domenica da lepre…un anno dopo.

Febbraio è arrivato e come l’anno scorso è arrivato il momento della Romeo & Giulietta Half Marathon e sempre come l’anno scorso mi ritrovo, con gran piacere, a fare da lepre ad uno spillo.

Dopo l’ottimo risultato ottenuto alla Mezza di Crema in mia compagnia è giunto il momento per il Biscio di scendere sotto l’1h40′ sui 21097 metri.

Grande novità della domenica è il viaggio in pullman con destinazione Verona, la sensazione di essere tornati dei ragazzini che vanno in gita è stata piacevole. Di questo dobbiamo ringraziare i Podisti S.Bernardo per averci ospitato nonostante non fossimo membri della loro società.
Cinque gli spilli alla partenza, tre dei quali con un obiettivo ben preciso: migliorare il proprio personale sulla distanza. Michele invece ha altri piani per questa gara. Io, beh, ve l’ho scritto sopra.

Spilli multicolore alla partenza

Spilli multicolore alla partenza

Mentre gli altri partono a razzo, io e Giorgio(il Biscio) ci ritroviamo in mezzo alla ressa della griglia verde e passiamo dallo start quasi dopo 2′ dalla sparo e i primi 2/3 km si corrono abbastanza piano ma mi servono per verificare lo stato di forma del mio assistito. Capisco subito che fare 1h39’59” sarà fattibile quindi decido che si può osare e magari puntare a scendere sotto l’1h36′. A mio favore c’è che il GPS che ho prestato a Giorgio non segnala il passaggio corretto ai km quindi posso tranquillamente mentire sul passo che stiamo tenendo e invece del 4’44” promesso mi assesto sui 4’30″/4’35”. I primi 10km volano via senza grandi intoppi ma nella seconda metà iniziano le prime difficoltà, la stanchezza inizia a sentirsi nella testa di Giorgio e qui incomincio con i più svariati modi per incitarlo a non mollare.

Ecco i quelli che sono risultati i più efficaci:

Al 5° posto troviamo: “Dai cavolo stai andando a 4’30” se mantieni il passo a 4’31” o 4’37”, magari 4’33” chiudiamo a 1h e qualcosa che non è certo 1h40′, capito? ” Tradotto: bisogna dire numeri a caso. Tanto è talmente cotto che non sarà in grado di fare 1 +1 ma il sentire numeri lo spingerà a seguirti ancora per un po’

al 4° posto troviamo “Cavolo non puoi mollare ora, dopo tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare qua oggi, tutti dolori che hai dovuto sopportare, tutte le scarpe che hai consumato e il sudore che hai lasciato per strada!!!”. Puntare sulla parte emotiva nel mio caso ha funzionato ma si corre il rischio che il nostro compagno si fermi ed incominci a piangere come una bambino. Da usare con molta attenzione.

Al 3° posto tra le scuse per spingerlo a non mollare troviamo: “Hei ma come puoi stare dietro a quello? Peserà almeno il doppio di te e corre come una gazzella!” Efficace se la persona da incitare indossa normalmente jeans aderentissimi e fa della linea un punto di forza(Questa scusa sale prepotentemente al 1° posto se la persona da incitare è una donna)

Al 2° posto troviamo: “Scusa ma quello potrebbe essere mio nonno e sta davanti a noi”. Efficace, ma bisogna cercare l’anziano giusto. Da evitare quelli che indossano completini anni ’80, sono capaci di lasciarti li sul posto e di ritrovarli al traguardo felici e già cambiati.

al 1° posto indiscusso  “Hei guarda quella ragazza, carina vero? non vorrai mica farla andare via?”. Dopo questa mia moglie me le starà tirando sicuramente dietro… scusa ma l’ho fatto per una giusta causa!!!

Grazie a queste motivazioni siamo riusciti ad arrivare al 18° km  ma da li in poi è stato come scalare l’Everest. In effetti sapevo di aver tirato troppo per quelle che forse ora sono le sue possibilità ma rimanevo convinto che si poteva fare una grande gara.

Spero un giorno Giorgio possa raccontarvi di persona quale siano state le sensazioni provate in quei momenti, io ricordo solo un volto scavato dalla fatica che ormai non rispondeva alle mie sollecitazioni e che non vedeva l’ora di finire quella gara.

Lo sguardo di Giorgio non è cambiato nemmeno quando siamo entrati nell’Arena a meno di 200m dal traguardo e nemmeno superata la linea del traguardo. Solo dopo aver letto il responso cronometrico sul GPS(almeno questa cosa funzionava) sul suo volto si è stampato un sorriso e la prima cosa che mi ha detto è stata…. meglio non ripeterla va…facendo un riassunto più o meno è “Tu sei matto”

Grande Giorgio, 1h36’54” è un bel biglietto da visita per la Roma-Ostia. Ora sei pronto per correre una mezza da solo!!!

Qua secondo me non sapeva dov'era!!!

Qua secondo me non sapeva nemmeno dov’era!!!

Il minimo è stato festeggiare con uno spritz

Il minimo è stato festeggiare con uno spritz

Verona e la sua Arena

Verona e la sua Arena

Intanto faccio i complimenti a Lello e Tommy per aver ottenuto il loro personale. Cavolo 1h21′ è da runner seri!!!

Complimenti anche a Michele che, come racconta qua, ha rispettato la sua tabella di marcia!!!

Ed ora aspettiamo la Roma-Ostia!!!

Ragazzi come si sta bene tra noi…

Come si può raccontare il piacere di una mezza maratona che ha visto tre spilli conseguire il loro personal sulla distanza, il bello di una gita in pullman da adulti che non hanno del tutto abbandonato la vita da ragazzini in età scolare, il cazzeggio post-gara tutto al maschile nella romantica città di Giulietta e Romeo?
Probabilmente non si può far rivivere le stesse emozioni su questa pagina, ma vale la pena prendere in prestito uno dei momenti migliori di un grande film italiano e paragonare la sua goliardia alla nostra domenica veronese…

Non ci sono stati schiaffi alla stazione, ma tempi millantati, medaglie rubate per far capire il loro vero valore, infarti sfiorati, delusioni, brevi incazzature, vesciche messe a dura prova, paparazzi giapponesi appostati in pullman accostati. E poi esagerati (amabili) resti, obiettivi futuri… chi c’era si è divertito…
anche questo è il bello della mezza-maratona!

m.

Da sinistra il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Melandri e il Necchi

Da sinistra il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Melandri e il Necchi

P.S.: Mi ero riproposto di chiudere in 1h26′, sono soddisfatto, 1h25’41”, un buon viatico per la RomaOstia del 2 Marzo, a caccia del PB!

 

Vigilia veronese

Ceno con del sushi da asporto, Tommi ha reso questo un rituale sin dalle sue prime maratone, e sinceramente visto il mio risultato alla Chicago Marathon anche solo scaramanticamente quasi quasi gli do ragione e continuo con il giapponese prima delle gare.
Non che domani alla Giulietta e Romeo half marathon io chieda chissà che, anzi. Lo ritengo solo un passo di avvicinamento a qualcos’altro che in realtà non ho ancora definito.

Ho esplicitato la mia tattica di gara, conto di correre la maratona tenendo un passo di 4’05” al km, intorno all’ora e 26′ quindi. Quantomeno l’idea è di rimanere con questo pasto costante nella prima parte di gara e poi mantenerlo anche nel finale, a meno che le gambe non vadano da sole.
Gli allenamenti non sono stati male questa settimana, ma mi manca l’ultimo cambio di passo; domenica scorsa il progressivo è terminato con gli ultimi 15′ a 4’04” e tanta fatica, non ne avevo per chiudere gli ultimi 5′ sotto i 4’/km. Arrivavo da un medio abortito a metà strada il venerdì, mentre le 5 ripetute sui 1000 non si sono discostate da quelle corse qualche settimana prima. Galleggio, senza grossi miglioramenti, senza tantissima voglia di faticare per adesso.
L’anno scorso a Verona avevo un rivale auto-impostomi, avevo un mantra, quest’anno c’è l’attesa per la RomaOstia del 2 Marzo.

E poi un po’ mi spiace non fare la notte in camper come l’anno scorso, la pizzata insieme al papà di Pelissier e l’esultanza fuori dal Bentegodi al gol di Thereau contro il Palermo. Quest’anno partenza in pullman con i podisti di San Bernardo che ci danno ospitalità, Zaffo e GioS. sostituiti quest’anno da Tommi e GioB… sembrerà tipo una gita scolastica!

E poi è l’occasione per sfoggiare una nuova divisa spilli, meglio gialla o bianca?

m.
Yellow or white?

Yellow or white?

Ma cosa significa la frase sulla maglietta? Ma chi è Chuck Norris? Ma cosa vuol dire 41885 metri non è una maratona?

C’è sempre un buon motivo per correre.
Si può correre per scappare da qualcosa, per distrarsi. Correre per dimagrire, per seguire i propri amici o per farsene di nuovi. Qualcuno a volte corre perchè vuole aiutare qualcun altro a raggiungere un obiettivo, come ha raccontato Roby qui
Ognuno di noi spilli ha le sue motivazioni, tutte importanti, personali o in comune con qualcun altro.

Un mese prima della Giulietta e Romeo half marathon poteva non essermi ben chiara quale fosse la motivazione principale per correrla come poi l’ho corsa. Certo si punta sempre a migliorarsi, soprattutto quando si sta bene fisicamente, e io in questo periodo posso dire di sentirmi in un periodo di forma assolutamente brillante, come forse non ero mai stato prima. Ma il semplice miglioramento può non essere una spinta sufficiente a partire forte, a gestire i momenti più complessi, a chiudere ciò che si è cominciato.
Nel mio caso, nel caso che riguarda la mezza maratona veronese è stata l’invidia a far girare il mondo, a darmi quelle motivazioni!
In fondo per il 2013 sui 21km mi ero prefissato solo di scendere sotto i 90 minuti e già ci ero riuscito al 6 Gennaio sul Brembo, potevo essere soddisfatto, ma vedere risultati sconvolgenti o forse incredibili di altre persone mi hanno spronato ad allenarmi meglio, a godermi le ripetute, i progressivi tirati. A godermi le mie nuove A2, le Boston3 di cui mi sono innamorato istantaneamente.

Non capita solo alle donne di innamorarsi di un paio di scarpe

Non capita solo alle donne di innamorarsi di un paio di scarpe

A Verona dovevo migliorarmi, dovevo fare in modo che i miei sforzi portassero ad un risultato numerico importante. Anche se sotto sotto non mi ero prefissato qualcosa in particolare, quello era il mio obiettivo, chiudere intorno all’ora e 26 minuti, con qualche secondo in più.
Il bello di una gara, di una corsa, e in questo caso della mezza è che l’allenamento è un buon predittore di ciò che otterrai. Non ci sono avversari, ci sei tu, le tue scarpe, certo c’è anche un percorso che può essere più o meno difficile, con condizioni climatiche che possono condizionare lo svolgimento, ma in fin dei conti, raccogli quasi sempre quello che hai seminato.
Ho corso bene, sono partito forte, troppo forte, ma è una cosa che mi capita sempre. Ho tenuto un passo sotto i 4’/km per i primi 5/6 km, andando per la terza volta sotto i 20′ nei 5000, ho cercato poi di non strafare, dandomi un traguardo intermedio sui 10km. Il passo si era fissato intorno ai 4’02″/km e volevo tenerlo, arrivando all’intermedio in 40’25”. Era già un risultato! All’interno di questa mezza avevo ottenuto il mio PB sui 10000, abbassando di un minuto il mio vecchio record risalente al 17 Aprile 2011 ottenuto a Madrid, altri tempi davvero, bei ricordi, ma oramai lontani, e non solo per ciò che riguarda la corsa.
Potevo permettermi un minimo rallentamento. L’undicesimo chilometro lo corro in 4’18”, sarà quello più lento, mentre il dodicesimo ha un piccolo aumento, e viene chiuso in 4’12”. Sento la fatica, un po’ vacillo, ma qui mi ricordo dell’invidia, e qui che le mie gambe ritornano a girare, ho un mantra nella testa che mi spinge, riprendo a sentirmi bene, torno a correre a 4’05” e mi mantengo su questi ritmi per due km, per poi aumentarlo sulle note di Alicia Keys e Empire State of mind nei pressi del cambio della staffetta al sedicesimo km. I km che seguono sono difficili, vado a strappi alternati, uno è sui 4’05” l’altro sui 4’12”, sento qualche dolorino ai polpacci, mi sento contratto e ho paura dei crampi, ma continuo, siamo alla fine ormai!
Si arriva nel centro di Verona, l’arena è a due passi, c’è la gente che tifa, ci sono le assi di legno che fanno rimbalzare ad ogni passo, c’è il passaggio dentro l’arena e poi una salita che un po’ sconforta, ma dopo di essa c’è il rettilineo, non avevo mai guardato il mio cronometro dal 10° km, sapevo del passo medio e della distanza e quindi mi facevo un’idea, ma non era precisa. Davanti a me, alla fine del rettilineo, di fianco all’arrivo vedo il cronometro ufficiale 1h26′ e i secondi che avanzano. Saranno 46 quando passerò il traguardo, che in real time diventano 26.
1h26’26”. Sono contento, ho abbassato di 1’30” il mio precedente PB, sono andato sotto la soglia che volevo battere, non festeggio ancora una volta tagliato il traguardo perchè il mio corpo un po’ si ribella, sento tutta la fatica che si concentra nel mio petto, tossisco, ho paura di dover vomitare, ma resisto, soffro ancora qualche secondo, mi riprendo, mi faccio mettere la medaglia di finisher al collo e incontro Lello, lui ha chiuso in 1h24’04” non si ricorda se è il suo PB (scoprirà dopo che ha eguagliato la prestazione di Cremona), ma è comunque un grande risultato. Aspettiamo l’arrivo di Giorgio e Roberto, appaiati appena primo dello scatto di Giorgio negli ultimi metri.
Abbiamo tutti qualcosa per cui gioire, sono le nostre motivazioni. Sono i risultati.
Alla fine siamo noi che facciamo girare il nostro mondo.

Post-gara, appena dopo essere subissati da qualcuno sui 3 segreti degli spilli scritti in titolo, i 3 spilli originali discutono della corsa.

M.

P.S.: Zaffo ha chiuso in 1h17’45”. Lui è il nostro marziano, 48° assoluto, terzo di categoria. Ma non ha nemmeno il tempo di farsi premiare, figuriamoci di scrivere sul blog!

Una domenica da lepre

Ormai ho più storie da raccontare che riguardano i miei infortuni invece che dei miei risultati sportivi.
Quindi eviterò di dirvi che tutti i miei programmi per il 2013 sono saltati dopo la mezza sul brembo del 6 gennaio e che, nonostante abbia ricominciato a correre regolarmente da due settimane, so già che dopo il 24 febbraio dovrò fermarmi altre 4 settimane per curare pure una pubalgia.Adesso potete capire benissimo che non è facile trovare stimoli per allenarsi e ancora più difficile presentarsi allo start di una mezza maratona sapendo che non potrai andare forte e che tanto fra due settimane sarai ancora fermo. Beh alla fine ieri mi sono comunque fatto trovare alla partenza della Giulietta & Romeo Half Marathon, oramai ero iscritto da tempo!
Con me c’erano altri 4 spilli

20130218-003937.jpg io, Lorenzo e Michele siamo partiti il sabato per la gita in camper, Zaffani pure,sfruttando però l’ospitalità delle Nonna per la notte e alla fine Giorgio che, nonostante fosse reduce da un sabato di feste varie, è riuscito ad arrivare in tempo la domenica mattina.
Ed è stata proprio la presenza di Giorgio (qui una sua breve presentazione) a darmi l’idea che mi facesse venire voglia di correre questa mezza, che altrimenti avrei fatto tanto per. Giorgio aveva corso la sua prima mezza proprio al Brembo chiudendo poco sopra 1h40′, quindi perché non aiutarlo a provare a diminuire quel tempo? Sapevo che sarebbe stata dura per me, la pubalgia mi dava fastidio e nelle ultime due settimane ho corso sempre lento, ma avevo fiducia. D’accordo con Giorgio ci siamo avviati alle griglie di partenza e in quel momento ho incominciato a fare calcoli per capire quale fosse la tattica giusta per poter raggiungere il nostro obbiettivo, a Giorgio ho detto che l’obbiettivo era 1h39′ ma non gli ho mai detto che volevo provare a farlo scendere sotto 1h37′. Devo dire che non è facile fare la lepre, corri basandoti sulle sensazioni che provi te stesso, ma nel frattempo devi cercare di capire cosa prova durante la corsa il tuo compagno. Il percorso è stato bello, il clima freddo ma non fastidioso e nonostante la pubalgia, l’obbiettivo che mi ero prefissato aveva il sopravvento sul dolore. Volete sapere come andata? Beh se avete letto fino a qua un po’ di curiosità ce l’avrete… Giorgio ha tagliato il traguardo in 1h36’38”. Obbiettivo raggiunto!!! Sono soddisfatto, senza questo obbiettivo avrei corso una gara bella ma in un modo noioso, invece così ha reso la giornata divertente.
Gli altri spilli hanno corso una grande mezza maratona, ormai non li ferma più nessuno!!!
Io intanto mi godo la medaglia di brava Lepre

20130218-011046.jpg

Alla prossima….

BaKo