Frisco’s too much for me to bear

Ci sono delle volte in cui il down seguente ad una fase particolarmente piacevole della vita ti fa interrogare su quanto valga la pena godere delle cose belle.

Da quando sono tornato dal road trip nella west-coast degli Stati Uniti il pensiero è stato spesso di quanto sia stato bene in quelle due settimane a confronto con la monotonia e la solitudine del presente. Ho messo in disparte la corsa, ho visto pochissimo i miei amici, per impegni miei, per le loro vite, e devo dire che il periodo era di colore grigio. A differenza delle settimane prima in cui il cielo era sempre azzurro, come il mare di Santa Monica, o La Jolla (odori a parte). E correre nel grigio della pianura padana non era emozionante come farlo nei pressi del Golden Gate immerso nella foschia mattutina.
Quelle in realtà è stata l’unica corsa seria fatta in terra a stelle e strisce, poi la pigrizia delle vacanze, i 3100km percorsi in macchina in 9 giorni non mi hanno permesso di continuare il programma che Huber aveva in mente per me per la fine dell’anno. Saltati i propositi di Pisa a Dicembre, saltati gli obiettivi di scendere sotto l’ora e 25′ sulla mezza maratona, saltato tutto.
E in tutto ciò, qualcuno mi superava nei tempi, finalmente, e io rimanevo in disparte.
E’ passato un po’ di tempo, l’anno è diverso, sono contento di aver finalmente ritrovato il tempo per uscire la sera, con Tommi e Stenfano, anche se poi quando vado a correre con loro mi domando chi me l’abbia fatto fare.
Anche oggi all’ora di pranzo il nostro allenamento, anzi, il loro allenamento che prevedeva 3x2000m + un 600m finale è diventato più o meno il mio. Tommi ci ha lasciati per una contrattura in fase di riscaldamento (incrociamo le dita), Stenfano ha sopportato da solo la fatica dell’allenamento, io che non ho un programma mio adesso ma devo rimettermi un po’ in carreggiata sono andato ad cazzum, ho fatto un 2000 abbastanza bene, ho sentito una fitta al quadricipite intorno ai 400m della seconda ripetuta, mi sono fermato 100m dopo e ho ripreso con due 1000m sui 3’45″/km per finire con un 600m in 2’05”, bene tutto sommato.
Non so, non sto faticando, ma sento di non avere grande fondo nelle gambe, Milano è vicina, Lunedì ho ancora appuntamento al Marathon Center con Huber per una tabella, penso di puntare a stare sotto le 3h10′ a Milano e soprattutto a mettere fieno in cascina per poi raccogliere tutto nella seconda metà dell’anno.

Nel frattempo ci sono state due gare, era un po’ che non indossavo un pettorale, e sebbene la prima a Magenta sia stata corsa solo ufficiosamente per problemi di tesseramento e certificato medico, a Verona finalmente ho avuto una mia classifica sulla mezza maratona. Era da Ottobre che non correvo più.
Ho fatto da pacer, ancora, a Marco… era da tanto che aveva messo in calendario la StraMagenta, con il chiodo fisso di andare sotto i 42′ sui 10k.

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Gemelli Diversi

Il ragazzo era da disciplinare, ma il risultato è stato ottimo, 41’06” per lui e se non avesse voluto strafare all’inizio, saremmo andati anche sotto i 41′. Ma va bene così, i risultati si raggiungono gradualmente. Mattia ci ha dato una mano, lui è sempre presente!

E poi c’è stata Verona, corsa insieme, ognuno al suo passo, noi spilli e il Sarzanas Running Team. Verona è sempre piacevole per me (Wings for life 2015 a parte), non so cos’abbia di tanto speciale, ma non c’è una volta in cui non mi sia divertito a correrla. Sarà l’arrivo all’arena, sarà il farsi la doccia nel palazzetto che ha visto i successi della Glaxo di Henry Williams, stona quasi il fatto che alcuni scorci somiglino sinistramente alla Firenze Marathon (che è il mio incubo podistico sui 42km) eppure qui sono sempre soddisfatto del mio risultato. 1h27’02”, fatti quasi senza troppa fatica, a parte intorno al ventesimo km quando le gambe non avevano più alcuna voglia di muoversi e hanno proseguito per inerzia giusto per godersi il passaggio all’interno dell’Arena.

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In giallo a metà dell’inquadratura. Dietro di me, in rosso, Hristo Stoichkov.

Quindi forse il modo migliore per riprendersi dopo un viaggio, per non crogiolarsi nella malinconia è darsi da fare, ricordare il bello di Los Angeles, sognare di tornare presto a fare un road trip (i 40 anni sono alle porte) e nel frattempo andare avanti con nuovi obiettivi, nuovi impegni, personali ma cercando sempre la giusta compagnia, perchè, come già scrivevo tempo fa, happiness only real when shared

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Pizza buona. Medaglia rivedibile.

 

 

Homesickness

Homesickness: distress or impairment caused by an actual or anticipated separation from home.

Un gatto, un ukulele e 0 capanne

Un gatto, un ukulele e zero capanne

Forse è questo il motivo della mia disaffezione per la corsa. Avere una casa in ristrutturazione, doverla abbandonare anche solo momentaneamente e perdere le proprie abitudini, i propri ritmi. Dal 7 gennaio, da quando sono uscito da una casa vuota finalmente dopo più di 30 anni tante cose sono passate in secondo piano, concentrato su di una ricostruzione, e la corsa dopo tanto tempo non ha più occupato i miei pensieri.
Con oggi sono 4 giorni che non corro, e prima le volte in cui uscivo per fare un po’ di km dovevo proprio sforzarmi, una volta c’è stato lo stimolo dei 9.92 km per poter entrare in un gruppo ‘esclusivo’, un’altra volta c’è stata un’idea, portata a termine solo all’80%, di fare 5 ripetute da 1000m, altre volte ancora mi sono accodato a Tommi o ho spronato il Biscio, ricevendo a mia volta motivazioni da lui.

Qualcuno dice possa diventare disciplina olimpica prima o poi.

Qualcuno dice possa diventare disciplina olimpica prima o poi.

Ma proprio non c’è verso, se posso stare a casa (di Manuel, che non potrò ringraziare a sufficienza per non avermi lasciato sotto un ponte insieme a Wesley…) state certi che lo farò. E in tutto ciò fino al 6 Febbraio sono senza copertura sanitaria e ancora non tesserato per la mia società.

Forse mi iscriverò a Milano, per la Milano Marathon, forse la correrò, ma ancora non mi sono dato nessun obiettivo, nel frattempo per questo 2015 ho solo due certezze, quantomeno per il fatto di aver già pagato l’iscrizione: la Giulietta e Romeo Half Marathon a Verona il 15 Febbraio e la Berlin Marathon a Settembre… per quel giorno spero di essere nuovamente volenteroso, più preparato di Firenze 2014 e, soprattutto, nella mia ‘nuova’ dimora.

m.

Una domenica da lepre…un anno dopo.

Febbraio è arrivato e come l’anno scorso è arrivato il momento della Romeo & Giulietta Half Marathon e sempre come l’anno scorso mi ritrovo, con gran piacere, a fare da lepre ad uno spillo.

Dopo l’ottimo risultato ottenuto alla Mezza di Crema in mia compagnia è giunto il momento per il Biscio di scendere sotto l’1h40′ sui 21097 metri.

Grande novità della domenica è il viaggio in pullman con destinazione Verona, la sensazione di essere tornati dei ragazzini che vanno in gita è stata piacevole. Di questo dobbiamo ringraziare i Podisti S.Bernardo per averci ospitato nonostante non fossimo membri della loro società.
Cinque gli spilli alla partenza, tre dei quali con un obiettivo ben preciso: migliorare il proprio personale sulla distanza. Michele invece ha altri piani per questa gara. Io, beh, ve l’ho scritto sopra.

Spilli multicolore alla partenza

Spilli multicolore alla partenza

Mentre gli altri partono a razzo, io e Giorgio(il Biscio) ci ritroviamo in mezzo alla ressa della griglia verde e passiamo dallo start quasi dopo 2′ dalla sparo e i primi 2/3 km si corrono abbastanza piano ma mi servono per verificare lo stato di forma del mio assistito. Capisco subito che fare 1h39’59” sarà fattibile quindi decido che si può osare e magari puntare a scendere sotto l’1h36′. A mio favore c’è che il GPS che ho prestato a Giorgio non segnala il passaggio corretto ai km quindi posso tranquillamente mentire sul passo che stiamo tenendo e invece del 4’44” promesso mi assesto sui 4’30″/4’35”. I primi 10km volano via senza grandi intoppi ma nella seconda metà iniziano le prime difficoltà, la stanchezza inizia a sentirsi nella testa di Giorgio e qui incomincio con i più svariati modi per incitarlo a non mollare.

Ecco i quelli che sono risultati i più efficaci:

Al 5° posto troviamo: “Dai cavolo stai andando a 4’30” se mantieni il passo a 4’31” o 4’37”, magari 4’33” chiudiamo a 1h e qualcosa che non è certo 1h40′, capito? ” Tradotto: bisogna dire numeri a caso. Tanto è talmente cotto che non sarà in grado di fare 1 +1 ma il sentire numeri lo spingerà a seguirti ancora per un po’

al 4° posto troviamo “Cavolo non puoi mollare ora, dopo tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare qua oggi, tutti dolori che hai dovuto sopportare, tutte le scarpe che hai consumato e il sudore che hai lasciato per strada!!!”. Puntare sulla parte emotiva nel mio caso ha funzionato ma si corre il rischio che il nostro compagno si fermi ed incominci a piangere come una bambino. Da usare con molta attenzione.

Al 3° posto tra le scuse per spingerlo a non mollare troviamo: “Hei ma come puoi stare dietro a quello? Peserà almeno il doppio di te e corre come una gazzella!” Efficace se la persona da incitare indossa normalmente jeans aderentissimi e fa della linea un punto di forza(Questa scusa sale prepotentemente al 1° posto se la persona da incitare è una donna)

Al 2° posto troviamo: “Scusa ma quello potrebbe essere mio nonno e sta davanti a noi”. Efficace, ma bisogna cercare l’anziano giusto. Da evitare quelli che indossano completini anni ’80, sono capaci di lasciarti li sul posto e di ritrovarli al traguardo felici e già cambiati.

al 1° posto indiscusso  “Hei guarda quella ragazza, carina vero? non vorrai mica farla andare via?”. Dopo questa mia moglie me le starà tirando sicuramente dietro… scusa ma l’ho fatto per una giusta causa!!!

Grazie a queste motivazioni siamo riusciti ad arrivare al 18° km  ma da li in poi è stato come scalare l’Everest. In effetti sapevo di aver tirato troppo per quelle che forse ora sono le sue possibilità ma rimanevo convinto che si poteva fare una grande gara.

Spero un giorno Giorgio possa raccontarvi di persona quale siano state le sensazioni provate in quei momenti, io ricordo solo un volto scavato dalla fatica che ormai non rispondeva alle mie sollecitazioni e che non vedeva l’ora di finire quella gara.

Lo sguardo di Giorgio non è cambiato nemmeno quando siamo entrati nell’Arena a meno di 200m dal traguardo e nemmeno superata la linea del traguardo. Solo dopo aver letto il responso cronometrico sul GPS(almeno questa cosa funzionava) sul suo volto si è stampato un sorriso e la prima cosa che mi ha detto è stata…. meglio non ripeterla va…facendo un riassunto più o meno è “Tu sei matto”

Grande Giorgio, 1h36’54” è un bel biglietto da visita per la Roma-Ostia. Ora sei pronto per correre una mezza da solo!!!

Qua secondo me non sapeva dov'era!!!

Qua secondo me non sapeva nemmeno dov’era!!!

Il minimo è stato festeggiare con uno spritz

Il minimo è stato festeggiare con uno spritz

Verona e la sua Arena

Verona e la sua Arena

Intanto faccio i complimenti a Lello e Tommy per aver ottenuto il loro personale. Cavolo 1h21′ è da runner seri!!!

Complimenti anche a Michele che, come racconta qua, ha rispettato la sua tabella di marcia!!!

Ed ora aspettiamo la Roma-Ostia!!!

Ragazzi come si sta bene tra noi…

Come si può raccontare il piacere di una mezza maratona che ha visto tre spilli conseguire il loro personal sulla distanza, il bello di una gita in pullman da adulti che non hanno del tutto abbandonato la vita da ragazzini in età scolare, il cazzeggio post-gara tutto al maschile nella romantica città di Giulietta e Romeo?
Probabilmente non si può far rivivere le stesse emozioni su questa pagina, ma vale la pena prendere in prestito uno dei momenti migliori di un grande film italiano e paragonare la sua goliardia alla nostra domenica veronese…

Non ci sono stati schiaffi alla stazione, ma tempi millantati, medaglie rubate per far capire il loro vero valore, infarti sfiorati, delusioni, brevi incazzature, vesciche messe a dura prova, paparazzi giapponesi appostati in pullman accostati. E poi esagerati (amabili) resti, obiettivi futuri… chi c’era si è divertito…
anche questo è il bello della mezza-maratona!

m.

Da sinistra il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Melandri e il Necchi

Da sinistra il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Melandri e il Necchi

P.S.: Mi ero riproposto di chiudere in 1h26′, sono soddisfatto, 1h25’41”, un buon viatico per la RomaOstia del 2 Marzo, a caccia del PB!

 

Ma cosa significa la frase sulla maglietta? Ma chi è Chuck Norris? Ma cosa vuol dire 41885 metri non è una maratona?

C’è sempre un buon motivo per correre.
Si può correre per scappare da qualcosa, per distrarsi. Correre per dimagrire, per seguire i propri amici o per farsene di nuovi. Qualcuno a volte corre perchè vuole aiutare qualcun altro a raggiungere un obiettivo, come ha raccontato Roby qui
Ognuno di noi spilli ha le sue motivazioni, tutte importanti, personali o in comune con qualcun altro.

Un mese prima della Giulietta e Romeo half marathon poteva non essermi ben chiara quale fosse la motivazione principale per correrla come poi l’ho corsa. Certo si punta sempre a migliorarsi, soprattutto quando si sta bene fisicamente, e io in questo periodo posso dire di sentirmi in un periodo di forma assolutamente brillante, come forse non ero mai stato prima. Ma il semplice miglioramento può non essere una spinta sufficiente a partire forte, a gestire i momenti più complessi, a chiudere ciò che si è cominciato.
Nel mio caso, nel caso che riguarda la mezza maratona veronese è stata l’invidia a far girare il mondo, a darmi quelle motivazioni!
In fondo per il 2013 sui 21km mi ero prefissato solo di scendere sotto i 90 minuti e già ci ero riuscito al 6 Gennaio sul Brembo, potevo essere soddisfatto, ma vedere risultati sconvolgenti o forse incredibili di altre persone mi hanno spronato ad allenarmi meglio, a godermi le ripetute, i progressivi tirati. A godermi le mie nuove A2, le Boston3 di cui mi sono innamorato istantaneamente.

Non capita solo alle donne di innamorarsi di un paio di scarpe

Non capita solo alle donne di innamorarsi di un paio di scarpe

A Verona dovevo migliorarmi, dovevo fare in modo che i miei sforzi portassero ad un risultato numerico importante. Anche se sotto sotto non mi ero prefissato qualcosa in particolare, quello era il mio obiettivo, chiudere intorno all’ora e 26 minuti, con qualche secondo in più.
Il bello di una gara, di una corsa, e in questo caso della mezza è che l’allenamento è un buon predittore di ciò che otterrai. Non ci sono avversari, ci sei tu, le tue scarpe, certo c’è anche un percorso che può essere più o meno difficile, con condizioni climatiche che possono condizionare lo svolgimento, ma in fin dei conti, raccogli quasi sempre quello che hai seminato.
Ho corso bene, sono partito forte, troppo forte, ma è una cosa che mi capita sempre. Ho tenuto un passo sotto i 4’/km per i primi 5/6 km, andando per la terza volta sotto i 20′ nei 5000, ho cercato poi di non strafare, dandomi un traguardo intermedio sui 10km. Il passo si era fissato intorno ai 4’02″/km e volevo tenerlo, arrivando all’intermedio in 40’25”. Era già un risultato! All’interno di questa mezza avevo ottenuto il mio PB sui 10000, abbassando di un minuto il mio vecchio record risalente al 17 Aprile 2011 ottenuto a Madrid, altri tempi davvero, bei ricordi, ma oramai lontani, e non solo per ciò che riguarda la corsa.
Potevo permettermi un minimo rallentamento. L’undicesimo chilometro lo corro in 4’18”, sarà quello più lento, mentre il dodicesimo ha un piccolo aumento, e viene chiuso in 4’12”. Sento la fatica, un po’ vacillo, ma qui mi ricordo dell’invidia, e qui che le mie gambe ritornano a girare, ho un mantra nella testa che mi spinge, riprendo a sentirmi bene, torno a correre a 4’05” e mi mantengo su questi ritmi per due km, per poi aumentarlo sulle note di Alicia Keys e Empire State of mind nei pressi del cambio della staffetta al sedicesimo km. I km che seguono sono difficili, vado a strappi alternati, uno è sui 4’05” l’altro sui 4’12”, sento qualche dolorino ai polpacci, mi sento contratto e ho paura dei crampi, ma continuo, siamo alla fine ormai!
Si arriva nel centro di Verona, l’arena è a due passi, c’è la gente che tifa, ci sono le assi di legno che fanno rimbalzare ad ogni passo, c’è il passaggio dentro l’arena e poi una salita che un po’ sconforta, ma dopo di essa c’è il rettilineo, non avevo mai guardato il mio cronometro dal 10° km, sapevo del passo medio e della distanza e quindi mi facevo un’idea, ma non era precisa. Davanti a me, alla fine del rettilineo, di fianco all’arrivo vedo il cronometro ufficiale 1h26′ e i secondi che avanzano. Saranno 46 quando passerò il traguardo, che in real time diventano 26.
1h26’26”. Sono contento, ho abbassato di 1’30” il mio precedente PB, sono andato sotto la soglia che volevo battere, non festeggio ancora una volta tagliato il traguardo perchè il mio corpo un po’ si ribella, sento tutta la fatica che si concentra nel mio petto, tossisco, ho paura di dover vomitare, ma resisto, soffro ancora qualche secondo, mi riprendo, mi faccio mettere la medaglia di finisher al collo e incontro Lello, lui ha chiuso in 1h24’04” non si ricorda se è il suo PB (scoprirà dopo che ha eguagliato la prestazione di Cremona), ma è comunque un grande risultato. Aspettiamo l’arrivo di Giorgio e Roberto, appaiati appena primo dello scatto di Giorgio negli ultimi metri.
Abbiamo tutti qualcosa per cui gioire, sono le nostre motivazioni. Sono i risultati.
Alla fine siamo noi che facciamo girare il nostro mondo.

Post-gara, appena dopo essere subissati da qualcuno sui 3 segreti degli spilli scritti in titolo, i 3 spilli originali discutono della corsa.

M.

P.S.: Zaffo ha chiuso in 1h17’45”. Lui è il nostro marziano, 48° assoluto, terzo di categoria. Ma non ha nemmeno il tempo di farsi premiare, figuriamoci di scrivere sul blog!

Una domenica da lepre

Ormai ho più storie da raccontare che riguardano i miei infortuni invece che dei miei risultati sportivi.
Quindi eviterò di dirvi che tutti i miei programmi per il 2013 sono saltati dopo la mezza sul brembo del 6 gennaio e che, nonostante abbia ricominciato a correre regolarmente da due settimane, so già che dopo il 24 febbraio dovrò fermarmi altre 4 settimane per curare pure una pubalgia.Adesso potete capire benissimo che non è facile trovare stimoli per allenarsi e ancora più difficile presentarsi allo start di una mezza maratona sapendo che non potrai andare forte e che tanto fra due settimane sarai ancora fermo. Beh alla fine ieri mi sono comunque fatto trovare alla partenza della Giulietta & Romeo Half Marathon, oramai ero iscritto da tempo!
Con me c’erano altri 4 spilli

20130218-003937.jpg io, Lorenzo e Michele siamo partiti il sabato per la gita in camper, Zaffani pure,sfruttando però l’ospitalità delle Nonna per la notte e alla fine Giorgio che, nonostante fosse reduce da un sabato di feste varie, è riuscito ad arrivare in tempo la domenica mattina.
Ed è stata proprio la presenza di Giorgio (qui una sua breve presentazione) a darmi l’idea che mi facesse venire voglia di correre questa mezza, che altrimenti avrei fatto tanto per. Giorgio aveva corso la sua prima mezza proprio al Brembo chiudendo poco sopra 1h40′, quindi perché non aiutarlo a provare a diminuire quel tempo? Sapevo che sarebbe stata dura per me, la pubalgia mi dava fastidio e nelle ultime due settimane ho corso sempre lento, ma avevo fiducia. D’accordo con Giorgio ci siamo avviati alle griglie di partenza e in quel momento ho incominciato a fare calcoli per capire quale fosse la tattica giusta per poter raggiungere il nostro obbiettivo, a Giorgio ho detto che l’obbiettivo era 1h39′ ma non gli ho mai detto che volevo provare a farlo scendere sotto 1h37′. Devo dire che non è facile fare la lepre, corri basandoti sulle sensazioni che provi te stesso, ma nel frattempo devi cercare di capire cosa prova durante la corsa il tuo compagno. Il percorso è stato bello, il clima freddo ma non fastidioso e nonostante la pubalgia, l’obbiettivo che mi ero prefissato aveva il sopravvento sul dolore. Volete sapere come andata? Beh se avete letto fino a qua un po’ di curiosità ce l’avrete… Giorgio ha tagliato il traguardo in 1h36’38”. Obbiettivo raggiunto!!! Sono soddisfatto, senza questo obbiettivo avrei corso una gara bella ma in un modo noioso, invece così ha reso la giornata divertente.
Gli altri spilli hanno corso una grande mezza maratona, ormai non li ferma più nessuno!!!
Io intanto mi godo la medaglia di brava Lepre

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Alla prossima….

BaKo