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Manca sempre poco a Berlino…
Manca un mese a Berlino.
Manca appena un mese a Berlino.
Manca solo un mese a Berlino.
Manca finalmente solo un mese a Berlino.
Comunque la mettiamo, mancano 31 giorni all’appuntamento clou per l’autunno-inverno 2014.
Non so se sarò pronto. Non so se farò 2:53′ oppure ci metterò un’ora di più. So solo che ci si prova ad allenarsi, in modo meno performante di prima ma con più fatica addosso, in tutte le sedute “notturne” che mi tocca fare sui colli, evitando buche, automobili, cinghiali e murene.
Domani intanto vado a Rubiera, per festeggiare Stefano Baldini. Quando mi ricapita di farmi un medio con una medaglia d’oro olimpica???
Appuntamento alle 16 a Rubiera, corsa alle 18.30 e successivo pasta party.
E poi via verso la mezza a Bologna del 14/09, con tanti amici lodigiani.
Che bello avere numerosi appuntamenti sportivi!
L.
…chi ha detto Dublin Marathon???
Hate everything about you
Odio quasi tutto ultimamente, non è un gran periodo da un po’ di tempo a questa parte.
Cerco di limitare al massimo la mia misantropia e faccio anche più fatica a non mostrare la mia misoginia, il mio vedere tutto bianco e nero per quanto riguarda le relazioni con il genere femminile. Ogni tanto mi sforzo, in realtà riesco anche bene all’apparenza, ma sotto sotto sento che le sensazioni sono differenti.
Mi sono anche annoiato a viaggiare da solo per 4 giorni, Vienna forse non era la meta migliore da girare, ma sentivo che lo spirito già in partenza non era al top, e l’idea di non portare il materiale per correre mi ha tolto la possibilità di battere la noia almeno nei periodi di allenamento.
Perchè in questo periodo ho una voglia incredibile di corsa, di gareggiare, di allenarmi, di faticare, come da un po’ non sentivo. E mentre ero in bici qualche minuto fa continuavo a pensare all’allenamento di domani, alle ripetute sui 500 metri che aspettano me e Tommi, e già pensavo sia alla fatica nel mentre che alla sensazione piacevole quando si finisce. A quel momento in doccia in cui la stanchezza si trasforma in combattività.
Quando non vedi l’ora che arrivi il giorno della gara, quando senti la forza del viaggio che ti porta alla meta.
E per questo motivo l’idea di uscire ad allenarsi 6 volte a settimana è un piacere e non un incubo, e mi esalta l’idea di sfiorare i 300km corsi in questo mese.
E’ un modo per aggrapparsi alla lunghezza delle giornate, unica cosa che resta di un’estate solo nominale, per sfruttare il tempo libero agostano, sapendo che verranno momenti più duri sportivamente parlando.
Per il momento non posso che seguire questo flusso…
m.
Vado in vacanza
Ebbene si, è arrivato il momento di prendermi una vacanza dallo sport. Come al solito non avverrà come avevo previsto, ovvero per una mia scelta, ma per dei chiari segnali che il mio corpo mi sta dando. Infatti qualsiasi movimento banale io faccia, come starnutire o semplicemente togliermi le scarpe, provoca danni fisici che mi obbligano a fare costantemente visita dall’osteopata e la conseguente apparizione su di me di strani adesivi
I segnali di un possibile crollo c’erano tutti ma come al solito li ho ignorati, solo il fatto che il blog abbia come nome “Gli Spilli nel Ginocchio” e non “Super Atleti” e il ginocchio di cui si parla è il mio dovrebbe farmi capire qualcosa, no? No tranquilli l’ho sempre ignorata come cosa e anche questa volta ho voluto strafare ed ora ne pago le conseguenze. Ovvio che la colpa principale è della mia Carta di Credito e di quel lunedì dove mi sono iscritto allo sprint di Parma e all’olimpico di Lecco. Come sono andate le due gare? Partiamo da Parma dove sono andato con il mio amico immaginario, infatti questa volta non avevo nessuno a farmi compagnia nella steppa del campus universitario.La gara é andata benissimo, un tempo a fine gara di tutto rispetto(1h02’18”) e uno stato di forma che mi faceva pensar bene per il futuro e con ancora addosso l’adrenalina per la gara olimpica fatta la settimana prima a Sirmione.
La settimana successiva qualche dolorino é iniziato ad apparire ma figuratevi se ci ho dato peso, ho proseguito a testa bassa i miei allenamenti fino a che mi sono ritrovato qualche giorno prima della gara con una bella contrattura al polpaccio e un principio di pubalgia. Ovviamente i consigli dell’amico osteopata non li ho ascoltati e la domenica mattina alle 9:30 mi sono fatto trovare pronto con la muta addosso per il triathlon olimpico di Lecco. Lago mosso, pioggia e vento, queste le condizioni con cui mi sono dovuto affrontare per finire questa gara, condizioni che non si addicevano granché con le mie condizioni fisiche ma stando attento nella frazione bici e moderando un po’ i ritmi nella frazione di corsa sono riuscito a tagliare il traguardo soddisfatto per un’altra gara portata a termine pure con un risultato cronometrico inaspettato(2h17’49”)

Questa volta non ero solo (Leggi qui)
Com’è stato il dopo gara? Beh la foto iniziale spiega come sia stata traumatica la settimana con il colpo finale alla schiena ieri mattina…ma ci si può far male togliendosi un calzino?!?!?. Quindi mentre tutti gli altri Spilli stanno iniziando la preparazione, per quello che sarà il grande evento autunnale, con allenamenti che già fanno sentire stanchi solo a leggerli, io mi preparo riposando e cercando di curare tutti gli acciacchi che il mio corpo mi regala come conto da saldare per tutte le mie piccole imprese.
Quindi non mi resta che augurarvi BUONE VACANZE!!!
Ci sentiamo a Settembre(secondo i medici…io spero prima!!!!)
Ciaooooo
BaKo
Intervista a Giorgio
“Buongiorno Giorgio, come stai? ‘uttoapposto?”
“Si grazie, tutto bene, mi sto riprendendo, ieri ho corso la Momot, bella esperienza!”
“Non stento a crederlo. Ma non so qua per parlare di questo…”
“A no? Allora dimmi, di che vuoi parlare?”
“Senti, ho sentito dire che hai vinto per la nona volta Il Passatore. Complimenti, senza ombra di dubbio un’ottima cosa. Ma mettiti il cuore in pace, la decima sinfonia non la suonerai…”
“E per quale motivo? Penso di avere ancora qualche opportunità…”
“No caro, l’anno prossimo potrebbe essere l’anno buono per il mio esordio nelle ultra. Quindi, mi spiace ma sei nel mirino!”
“Ma che sei matto? Sei sicuro di quello che dici?”
“Assolutamente no. Ma il progetto c’è. Si passerà per Firenze e Reggio Emilia, Ferrara e 60km a Seregno. Dopodichè, si potrebbe provare…non escludo nulla!”
“Allora ti aspetto. Basta che non mi tiri il collo sulla Colla!” <———– 😉
“Vedremo Giorgio, vedremo…!”
L.
PS: l’ultimo weekend di Maggio mi assale sempre la voglia di provare la 100. E’ un’attrazione fatale, è talmente forte che mi fa credere veramente di poterci almeno provare. Anche quest’anno, la voglia risulta massima. E un progetto, anche se ancora in fase embrionale, potrebbe nascere e crescere, e venire alla luce nel 2015. Precisamente, nell’ultimo weekend di maggio del 2015…
… and my legs they don’t run the way they used to…
Sarà che nella foresta di pianura i chilometri sono più lunghi, che il segnale satellitare è ostacolato dalle fronde degli alberi, oppure che le mie gambe non vadano più come andavano un tempo, fatto sta che oggi mi sono dovuto fermare alla terza delle 4 ripetute sui 1000m che mi ero riproposto di correre oggi.
E un po’ per istinto di conservazione in vista della gara di Domenica, un po’ per una voglia che va e viene a seconda delle giornate, dei momenti ho preferito non forzare.
Durante la corsa il quadricipite destro si faceva sentire più del solito, e adesso dopo la doccia qualche spillo sembra bucare un po’ il ginocchio sinistro… fortunatamente mentre sto scrivendo il dolore sembra sparire, un po’ come il fastidio alla caviglia destra.
Sto invecchiando forse, e sì che mancano ancora 6 giorni al mio 37esimo compleanno, la discesa non sarà mica così inarrestabile????
Per combatterla ho partecipato al ballot per la London Marathon, per vincere (la vecchiaia, si spera) ho deciso che farò assolutamente la Firenze Marathon a Novembre, mi merito la rivincita dopo il 2012!
Per Padova intanto vedrò di accendere un cero a Sant’Antonio!
m.
P.S.: Nel frattempo il Decathlon di Pieve perde un gran venditore, gli spilli perdono un socievole corridore, amante dei monday night più frequentati, Zaffani perde la sua vera anima gemella.
Ciao Lell. insegna ai bolognesi a correre il lunedì sera sotto i portici!
MCM 2014
Penso non sia così facile trovare qualcosa di nuovo da dire dopo una maratona.
Nel bene o nel male, sono sempre 42,195 km. A volte dannati, a volte maledetti, a volte 29.
La verità però, è che la maratona dura solo 7 km. Quelli che vanno dal 34° al 41°.
Ed è proprio li che il più delle volte trovo la risposta a tutti quelli che mi chiedono cosa ci trovo a correre 42 km.
Sono quei 7 km, in cui sei sospeso in uno stato meditativo, tra la spinta ad arrivare e la voglia di mollare, che ti rendono migliore.
Ti rendono umano, piccolo, insicuro, demotivato.
Ti basta però quell’ultimo km e 195 metri per capire quanto, in poco meno di tre ore, ti possa sentire orgoglioso di stesso ed annullare tutti gli stati emotivi elencati in precedenza.
Dopo questa premessa mefistofelica, che non la più pallida idea di cosa significhi, posso provare ad inoltrarmi nella cronaca della gara.
Treno prima del previsto, alle 7.40 sono già a Rho Fiera, ma diversamente dallo scorso anno, stavolta il tempo è clemente, fin troppo forse. Si intuisce sin da subito che sarà una giornata calda, il sole fa capolino e decido di partire in canotta, senza altri inutili orpelli (si, i pantaloncini li ho comunque indossati, per il disappunto di tutti i miei fans e per il sollievo di tutte le mie fans).
Fortuna vuole che, mentre mi appropinquo in prossimità del bagno al parcheggio A3 Porta Ovest (diciamo più una cloaca a cielo aperto che una toilette vera e propria…) trovo i ragazzi della Bike & Run, nota compagine podistica che arruola tra i suoi allievi anche un certo Zaffani Marco, noto più per la sua nuova bicicletta pieghevole che per le sue imprese sportive al limite delle risate fuori sincro.
Federico e Vincenzo decidono che proveranno a stare sotto le 3 ore, anche se l’ultimo nominato ha avuto un problema lombare nell’ultima settimana e non sa proprio cosa aspettarsi. Partità, ma dovrà arrendersi al 18°. La maratona, purtroppo, non si inventa. Lo sperimentai (Amedeo Minghi docet) nella prima esperienza ad Arona con la grande distanza.
Start alle 9:15, prima griglia, praticamente top runners. Imposto con Federico un ritmo più o meno costante, ma forse fin troppo elevato. Ma sto bene, so che se voglio migliorare devo tirare un pò più forte nella prima parte, poi ci penseranno il pavè, le rotaie e la fatica a farmi rallentare.
10 km in 41’11”, 21,195 km in 1:26’25”. Ottimo, sono in linea, ma so che non durerà, gli allenamenti non sono stati costanti e qualche piccolo fastidio muscolare, già al 24km, in zona Repubblica/Stazione Centrale inizio a provarlo.
E’ al 27° km che capisco di dover rallentare: trovo mio papà, che d’ora in avanti mi seguirà in bici; prelevo i due gel da Elena in Corso Venezia e mi assesto su un passo un pò più tranquillo, senza deragliare e senza esagerare.
Dopo Duomo, Piazza della Scala e cambio terza staffetta inizio ad accusare un pò: questa ultima parte la conosco meno, non ho molti punti di riferimento, vado molto a spanne. Recupero e perdo qualche posizione, faccio un paio di calcoli mentali (a volte decisamente sballati…) e mi do un pò di morale.
Arriva Corso Sempione, stronzo come non mai: non c’è vento, fa solo caldo, ma non ci penso troppo, voglio arrivare in fondo, girare a sinistra e ritrovarmi nello stesso punto, ma spostato di qualche metro, dove sono passato circa un’ora e venti minuti fa.
E’ il 41° km, è stra-fatta. C’è solo da spingere ancora un pochino e sono arrivato, il mio attimo di gloria mi attende.
Piazza Castello, o Foro Bonaparte che dir si voglia, è gremito. Il traguardo è li, Elena mi attende; il timing segna le 2:56’06, ancora non so se sono sotto, non vorrei trovarmi a fare la fine di Tommi nella città degli Innamorati.
Mi sono migliorato, ma fa decisamente caldo. Mi spoglio, facendo vedere a tutti che il mio vero passatempo è il body building estremo, ed anche qua non mi tolgo i pantaloncini.
Ritrovo Federico, quasi più stanco di me, e anche quasi più felice di me per il tempo che ho appena segnato.
C’è anche Zaffani, con pieghevole, direttamente dalla pista, ma è distratto dalle numerose preponderanze di alcune gentili ragazze…
Non c’è altro da dire.
Ringrazio chi ha creduto in me con i pronostici, e chi ha pensato a me nel proprio post. Elena, Felice e Marco, la vostra gita milanese è stata coronata con successo. Federico, la prossima ti tengo fino al 35°. Vincenzo, forza che la prossima non ti scappa!
Il lungo l’ho fatto, ora a Trieste proverò a tirare giù ancora qualche secondo, giusto per far spaventare i detentori Spilli sul record maratona.
Poi la stagione è lunga: Monza Resegone e Berlino mi attendono, Firenze mi rivuole, Reggio Emilia mi chiama, Seregno 2015 mi stuzzica.
Ho troppa tanta voglia per fermarmi ora e riposare.
hasta luego! alla prossima!
L.
PS: Per correttezza intellettuale (che paroloni, che non so in che contesto sto utilizzando…) è giusto che dica qualcosa sull’organizzazione. La prima, e non solo perché faccio il volontario da oramai 3 anni, è che chi lavora all’organizzazione mette veramente tutto quello che ha, forse anche di più. Chiaro, è il loro lavoro, è il minimo che devono fare. Ma è altrettanto vero che, contro le istituzioni, poco si può fare; e se dall’alto possono decidere, su di un qualunque tema, quasi nulla può fare chi sta al di sotto. La seconda è prettamente motivazionale; maratoneti, venite a Milano! C’è il tifo (a San Siro avevo due metri di pelle d’oca), ci sono degli splendidi passaggi in centro, le staffette di motivano, la gente applaude. E’ vero, qualche automobilista è un po’ troppo maleducato, ma perché allora non mandarli dalla parte del torto spingendoci tutti in strada correndo la maratona?
Ultima cosa. I prezzi sono alti. Forse su questo l’organizzazione dovrebbe lavorare. Non è possibile spendere 60 euro per una maratona. Capisco che molte altre costino anche di più, ma se si vuole veramente compiere un salto di qualità, qualche azione correttiva andrebbe pur fatta e tentata. Forza, l’anno prossimo sfonderemo le 5000 iscrizioni!
Per Alessia, grazie del supporto e dell’esperienza svolta! Ma già lo sai, l’anno prossimo la mia iscrizione sarà privilegiata!!!
Conquisterò il mondo
Non son impazzito, un pochino forse si, ma non del tutto. Non mi sono nemmeno venute manie Napoleoniche, è solo che stamattina dovevo trovare una scusa per aver voglia di correre.
Come tutte le domeniche mattine mi sveglio di buon ora per la solita corsa in compagnia di Giorgio, con la differenza che oggi Giorgio non ci sarebbe stato. La sua assenza è da attribuire ad un infortunio, come dice lui, o dal fatto che la sera prima abbia dato il meglio di se in un noto locale milanese, come testimoni raccontano.
Sta di fatto che avrei dovuto correre da solo…
Dove andare? Quale strada prendere? sono state le domande che mi sono posto mentre il Gps cercava il segnale. Si perché il problema del runner è la monotonia dei percorsi. Fare sempre lo stesso giro diventa noioso, pensate che ormai mi rifiuto di correre sulle strade dove ho macinato km di allenamento per preparare la mia prima maratona qualche anno fa, giuro non ce la faccio proprio a rifarli. Quindi l’obbiettivo di stamattina era quello di cercare di andare dove non fossi mai passato. Ammetto che Lodi non è per niente una grande città, ma sono soddisfatto per esser riuscito a trovare qualcosa di nuovo da calpestare e conquistare con le mie scarpe.
La soddisfazione e la presa di coscienza della nuova conquista la si ottiene una volta arrivati a casa appena si scarica sul proprio computer la corsa fatta. Vedere quella riga rossa sulla cartina che si muove e passa sulle strade percorse da proprio un senso di conquista. Le migliori sono quelle delle gare in città dove non si corre regolarmente. Io ogni tanto vado a rivedermi le corse fatte a Roma, Verona e pure Milano.
La cosa migliore sarebbe poter vedere le corse di tutti e perché no scoprire che il mondo intero sia stato conquistato dai Runners.
Ci sono altri che invece vogliono conquistare il mondo stando comodamente seduti…
e ci fanno pure i campionati
Il mio augurio per il 2014
Ieri alla mezza sul Brembo eravamo solo in 2. A dire il vero qualcuno ha corso il rischio di non correrla nemmeno questa prima mezza del 2014, non sono bastate quattro sveglie distribuite lungo l’arco di 30 minuti a partire dalle 6.20 per farmi arrivare puntuale alle 7.15 sotto casa di Lello. Anzi, la prima immagine della mattinata a presentarsi ai miei occhi vede il vecchio GPS Nike segnalare le 7.52.
Rimarrà sempre nella mia mente il tarlo della motivazione per cui Lello si sia limitato a scrivermi degli iMessage invece di telefonarmi per sentire che fine avevo fatto, fatto sta che la mezza a Dalmine partiva alle 10, e io, quasi comodamente, sono riuscito ad essere puntuale sulla linea di partenza per quella che da 3 anni a questa parte è un appuntamento fisso per cominciare l’anno podistico.
Eravamo in 2 (e sono rimasta sola direbbe Pierpaolo Capovilla) quest’anno, la gara non è stata particolarmente entusiasmante, entrambi un po’ appesantiti, Lello con un fastidio al polpaccio, io ancora in fase recupero post-Chicago e con un quadricipite che non voleva saperne di sciogliersi, chiudiamo assieme, rallentando negli ultimi 3 km, una gara condivisa separata solamente da un secondo.
Mi viene da pensare che l’anno scorso al Brembo eravamo in 5(+1), avevamo forse tutti più voglia, di sicuro qualcuno aveva meno infortuni, meno malanni di stagioni, personali o famigliari. E sicuramente eravamo tutti un po’ più uniti, ci si vedeva più spesso, cosa che non è più successa nella seconda metà dell’anno. E mi spiace parecchio che sia così!
Abbiamo rimediato ieri sera con i primi festeggiamenti dell’anno, c’era Riccardo come ospite d’onore, e sono stato contento che finalmente si ritornasse assieme a parlare di corsa, a prenderci in giro per i risultati ottenuti o persi per strada, a parlare dei progetti futuri. Vorrei che queste occasioni capitassero più spesso!

Nel 2013 qualcuno c’era ma non aveva il pettorale, nel 2014 ci siamo evoluti, c’era il pettorale ma mancava il corridore.
Qualcuno mi ha chiesto quando scriverò il pagellone per il 2013, e probabilmente quel qualcuno è interessato perchè è stato lo spillo più veloce sui 42km (bravo Tommi, è stato un gran risultato!), ma ho deciso che quest’anno anzichè dare i voti agli spilli, dedicherò loro un augurio personalizzato per il 2014 podistico… forse perchè senza falsa modestia mi sarei dato un 9 per questo 2013…
Ecco per tutti voi spilli i miei auguri per questo nuovo anno:
A Lello auguro di correre con Riccardo il Lavaredo Ultratrail, di battere Paolino in ogni sfida che gli proporrà, di fare il suo personale sulla maratona nei pressi della porta di Brandeburgo.
Al Bako prima di tutto auguro di trovare un farmaco che eradichi la febbre da casa sua, poi di lasciar perdere la maratona anche per il 2014, ma togliersi tutte le soddisfazioni sulle mezze, sui 10k, sui triathlon sprint e olimpici, in attesa di diventare un ‘uomo di ferro’.
Allo Zaffo auguro di trovare qualcuno che vada veloce come lui, che faccia i suoi stessi orari lavorativi, che non si faccia problemi ad andare a fare le ripetute alle dieci di sera col gelo e col buio e che non guidi mandando sms al cellulare, ma che ogni tanto si ricordi di mandargli un sms giusto per fargli sapere che è ancora vivo e vegeto.
A Tommi auguro di battere il record dello Zaffo sulla maratona, di non avere problemi con le gomme della bici nel caso dovesse nuovamente cimentarsi col triathlon e continuare ad avere qualche benefattore per quanto riguarda le iscrizioni alle gare.
A Gio Spinelli auguro di continuare con la voglia della seconda metà dell’anno, dimenticandosi di aver corso una maratona senza averne realmente capito il valore.
Ad AleChiaz auguro di ricevere una sveglia natalizia (so che dovrei essere l’ultimo a parlare), di comperarsi un paio di pantaloncini da running neri e di ritornare a calcare le strade della lombardia con un pettorale addosso, senza che i gonfiabili si sgonfino alla sua sola vista.
Al Biscio auguro di continuare come ha finito il 2013, di essere drogato di corsa come alcuni di noi, ma non troppo, che poi sembra non conti null’altro.
A Elena auguro che sia primavera 12 mesi l’anno.
A Bender auguro di partecipare all’europeo 2014 di Icosathlon.
A me stesso auguro di scendere l’ora e venticinque nella mezza e di correre il Magraid, ma se non sarà quest’anno vorrà dire che pazienterò ancora un po’.
m.















