Avatar di Sconosciuto

Un fastidioso ottimismo

TGIF


Canta così la mia “amata” Katy Perry, e mi accodo dopo 5 giorni filati di allenamenti, in vista di un sabato di riposo fisico e di una domenica in cui ancora non ho deciso cosa affrontare, gara ad Orzivecchi, allenamento solitario di un’ora, riposo…
Dopo il tranquillo, ma solo apparentemente, Monday Night estivo, da Martedì fino ad oggi mi sono accodato ai torinesi adottivi Lello e Tommi, seguendo la loro tabella, per cercare di avvicinare il muro delle 3 ore che loro hanno già brillantemente scavalcato.

E quindi Martedì nel tardo pomeriggio sono stati 40 minuti di allenamento lipidico, Mercoledì un circuito composto da skip, andature, squat, affondi e allunghi seguiti da un altro allenamento in scioltezza per 10.5 km e 12 ripetute sui 100 metri nella mattinata odierna.

Come sto? Le gambe sono imballate, tanto, come non lo erano da sempre per quello che mi ricordo, visto che mi sembrava di essere oramai in costante forma. E adesso invece faticano a seguire la testa, mentre i glutei si fanno sentire costantemente, quando mi alzo dal letto, dalla sedia, quando salgo in bici, quando cammino o faccio le scale. Merito o colpa degli squat, i muscoli del posteriore probabilmente erano quelli che più risentivano, esteticamente e non solo, degli allenamenti di quest’anno, della perdita di peso, della nuova forma fisica.

Ecco, se penso adesso a correre una maratona, mi sembra impossibile, a prescindere dal tempo di percorrenza, mi sembra proprio una cosa infattibile, è ciò che mi ronza in testa mentre faccio riscaldamento, mentre fatico sotto questo sole.
Ma Chicago è lontana, anche se non troppo, e io ancora non ho prenotato né volo né alloggio, e quindi mentre sento il richiamo fastidioso delle mie gambe, pedalando in città, sotto sotto mi sento fiducioso, soddisfatto, ottimista. O forse lo dico per tenere il morale alto. Ma poi penso che sto lavorando bene e queste sensazioni non sono sintomi negativi, sono spinte, motivazioni.
E comunque va bene così, c’è tutta un’estate lodigiana per me, Tommi, Lello. Per viaggiare c’è ancora tempo!!!

m.

P.S.: In 10 giorni di allontanamento obbligato dall’iPad, ho letto 3 libri. 2 di questi, a tema sportivo, sono consigliatissimi:
Open di Andre Agassi, la sua vita forzatamente tennistica, le sue sfide con Sampras, con il padre, con se stesso, una lettura interessante, seppure con qualche parte stucchevole, soprattutto per ciò che riguarda le sue due storie d’amore più importanti.
Basket, uomini e altri pianeti di Ettore Messina, diario di una stagione da assistant coach per i Los Angeles Lakers del principale allenatore italiano di basket. Non solo il resoconto di una fantastica esperienza sportiva e umana, ma anche spunti filosofici sulla gestione di un gruppo, sulla leadership sportiva, sulle motivazioni.
E appena iniziato, nomino un terzo libro, La Cina in Vespa di Giorgio Bettinelli, l’ultimo suo viaggio, nei territori dell’Impero Celeste. Una lettura adatta ad un’estate totalmente casalinga.

Avatar di Sconosciuto

Tre Campanili 2013

La montagna è come un amore: se sei respinto, è meglio tornare indietro e non insistere.
                                                                                                       Christian Kuntner

Iniziava con questa citazione, un anno fa, il mio racconto sulla tre campanili 2012. Era la mia seconda gara in montagna, affrontata senza essere pienamente a conoscenza di cosa trovarmi davanti, di come comportarmi dinnanzi a queste salite, a questi sentieri montani.

Io, Lello e Carlo

Io, Lello e Carlo

E qui con Brisk!

…e con Brisk!

Quest’anno però sono un podista differente, migliore, mentalmente prima che fisicamente e diverso è stato il mio approccio, differenti le mie sensazioni durante la tre campanili.Il risultato è migliore cronometricamente, ho abbassato di 7 minuti il tempo di percorrenza del 2012, chiudendo in 2h03’01” rispetto alle due ore e dieci minuti precedenti, ma sono state le sensazioni, è stato proprio il cammino ad essere più piacevole, anche durante tutta la fatica. Nel primo sentiero, dopo 6 km su strada asfaltata, non subisco come l’anno scorso, canto mentalmente Stairway to heaven, e procedo al mio ritmo accompagnato da una bottiglietta d’acqua. Memore dell’esperienza de 2012, dal primo ristoro fino al traguardo, avrò sempre da bere con me, anche quest’anno fa caldo, e qualche liquido un po’ fresco è un sollievo assoluto nei momenti più duri.

Il ritratto della salute

Il ritratto della salute

Affronto i km in saliti con la testa leggera, concentrata solo sul mio corpo, sulle sensazioni fisiche. Finchè il mio pensiero non si arresta su un’idea, sull’assenza di esso. Correre in montagna azzera i pensieri. Ma è un’assenza positiva, temporanea, sembra quasi una ricarica mentale. Mi fa sentire bene. Mi fa venire voglia di riprovarci, di pensare a nuove “imprese”, al Magraid, alla Marathon des sables, a sogni e progetti futuri.
E poi è tutta discesa, a rotta di collo, supero tutti quelli che vedo davanti a me, mi sembra di sentire Chris Cornell cantare Ty Cobb, e scendo in picchiata per 6 km abbondanti! Mi sento inarrestabile, flirto un po’ con la barriera delle 2 ore, ma è qualcosa che attualmente mi è irraggiungibile, va bene così, anche perchè ho dato veramente il massimo in salita, e meglio di così in discesa non si può fare!

L’arrivo è quasi un miraggio quando termina l’ultima discesa, ma c’è da tornare indietro per qualche centinaio di metri, prima di trovarsi di fronte il gonfiabile finale. Lì sento di non averne più molto, le gambe risentono della lunga picchiata e finisco non al mio massimo. E’ così che deve andare, e va benissimo!

Il ritratto della salute - bis

Il ritratto della salute – bis

Lunedì, primo Monday Night dell’anno per me, siamo in 8 a correre, mancano Lello e Tommi, ma vengono sostituiti più che degnamente da Daniele e Alan, quest’ultimo al suo primo Monday con gli spilli, e autore di una prestazione eroica, con un grosso impegno, molta fatica e poche parole!!!!
E Gigi e Bender che ci seguono in bici.

E per tutte queste cose correre mi fa stare bene!!!

m.

Avatar di Sconosciuto

La canotta degli Spilli crea delle aspettative

Quando i tuoi amici e il tuo ragazzo parlano costantemente di gare, maratone e scarpe da corsa, prima o poi ci finisci dentro anche tu.

Non con la stessa passione ossessivo-compulsiva, ma con una certa voglia di buttarti in qualcosa di nuovo e di metterti alla prova. Perché ora? Forse perché, mai come adesso, ho capito che tutto ciò che vorrei e che finora ho dato per scontato, lo devo ancora conquistare con tanta fatica e infinita forza di volontà. La stessa che vedo in alcune persone che ho intorno – che ce la mettano nello sport, nel lavoro o in altro non fa poi molta differenza.

Così mi sono data l’obiettivo della Energizer Run anche per dare un senso agli allenamenti primaverili con mister Verdelli e per sfoggiare finalmente la canotta degli Spilli, a riposo nell’armadio da quando l’avevo comprata l’estate scorsa.

Ed eccomi in pieno centro a Milano a cercare di stare dietro a Monia (che poi ho rivisto solo all’arrivo) e, al tempo stesso, di non essere travolta dalla folla o finire contro un albero. Lì la canotta degli Spilli, al buio e tra centinaia di maglie, è passata piuttosto inosservata. Solo un gruppo di ragazzi, vedendo il nome stampato, ha iniziato a fare il tifo per me, che intanto me la ridevo sotto i baffi, non avendo il fiato per farlo per davvero.

Pulirun

Tutta un’altra storia la Pulirun, dove le donne in gara erano ben poche, sebbene agguerrite. Tra la curiosità di chi non aveva mai sentito nominare il gruppo e le aspettative di chi lo conosce fin troppo bene, mi sono sentita un po’ osservata. Come per dire “Ah sei una Spilla? Adesso vediamo cosa sai fare!”.

Di sicuro chi si aspettava una versione femminile di Zaffani sarà rimasto deluso … ma io, arrivata al cartello che segnalava lo sprint finale dei 5 km, ho provato una soddisfazione rara. A fine corsa, il cronometro segnava 29’37”: un piccolo risultato rispetto ai tempi degli Spilli, ma pur sempre un inizio.
E chi lo sa, potrei anche lanciarmi in una staffetta, ma di strada ne devo fare ancora tanta …

Avatar di Sconosciuto

PuliRun, ci siamo!

Giugno è mese di scarico, siamo a metà anno, le temperature si sono alzate improvvisamente e in questo periodo non ci sono obiettivi podistici ambiziosi. Corro solo per divertimento, perchè in fin dei conti non riesco e non voglio fermarmi quest’anno.
Ottobre e Chicago sembrano lontani, e forse lo sono anche, pur essendo spesso nei miei pensieri, posso uscire e correre senza pensare a ripetute, medi, pista, scarpe A2 o A3, godermi finalmente il traffico di podisti sulla ciclabile, perchè no anche la vista di ragazze lungo il percorso, è anche questo il bello di uscire con il sole, con il caldo!

E forse è anche il momento per provare a muoversi un po’ per chi ha poltrito fisicamente in maniera maggiore durante l’inverno e questa primavera mai arrivata. Domani si corre la PuliRun, una corsa non competitiva lungo alcune strade lodigiane, intorno al parco del Pulignano, 5 “semplici” km per chi è alle prime armi, o semplicemente vuole provare a corricchiare, una staffetta 5+5 per chi vuole correre in coppia, o 10 km per chi è un po’ più evoluto. Tutto questo con lo spirito di chi vuole divertirsi, perchè se vi posso dire un segreto podistico, correre può anche essere divertente, provate a scoprirlo da voi!

Noi spilli ci saremo, principalmente insieme all’organizzazione, saremo alla partenza, lungo il percorso, venite a salutarci!!!! Il ritrovo è intorno alle 18 all’oratorio delle Fanfani, a Lodi; la partenza è fissata per le 19!
Ah, incidentalmente abbiamo anche provato a fare un video promozionale, qua è quando vi dicevo che correre può essere anche divertente!

m.

Avatar di Sconosciuto

Parental advisory – Explicit content

tumblr_mhx7pfr8I51s14rb8o1_500

Ora che siete avvisati, devo togliermi un macigno dalla scarpa!
Non che abbia influenzato la mia Mezza della baia del sole, anzi, il risultato cronometrico è più che soddisfacente. Ho realizzato il mio nuovo PB sulla distanza, però non aver avuto la soddisfazione di dare al pezzo di merda che ho trovato sulla mia strada quello che si meritava, mi lascia un po’ l’amaro in bocca.

I fatti sono questi: superato il punto un po’ più complesso del percorso, di ritorno da Laigueglia, intorno al nono o decimo km, percorro il  dritto lungomare, passando tra un bar e la sua appendice di tavolini all’esterno. Un coglione pelato (nessuna questione con la categoria dei pelati, molte di più con quella dei coglioni!) in quel momento esce dal bar con una bottiglia d’acqua in mano e la pone davanti a sè come per darla a noi podisti di passaggio. Io che avevo saltato i ristori, per la scomodità di un bicchiere da usare correndo intorno ai 4’/km, faccio il gesto di prendere la bottiglietta, e questo pezzo di merda (lo ripeto, ma è proprio quello di cui si tratta questo essere organicamente repellente) tira indietro la bottiglia e la tiene per sè!!!
La mia unica soddisfazione è stata dargli ad alta voce del pezzo di merda (ter!), dirgli di andare affanculo (dove meritava di essere, e merita di essere tutt’ora!) e insultargli la madre, alla vigilia della sua festa! Sfortunatamente per lui, Lello era appena dietro di me ed è passato nel mentre si consumava questo scherzo del cazzo, non potendo dare al coglione quello che si meritava.

Ecco, qua posso dire cosa mi sarebbe piaciuto fare, non fossi stato impegnato in gara:
mi sarei fermato, sarei tornato indietro verso questo stronzo con la polo bianca (non la macchina, ma ci siamo capiti!), gli avrei tirato uno schiaffo sulla sua nuca nuda da lasciargli l’orma di una bella cinquina di dita, e per concludere gli avrei sputato su quella faccia da pirla che si ritrova.

Invece mi devo accontentare solo di un PB di 1:25’22” (non so se omologabile però).

m.

Avatar di Sconosciuto

RunDonato – 10 km

TuttoHaInizio

Riguardo la foto del primo Settembre 2010, ripenso a quella prima corsa, alla fatica, al tempo e poi passo alla foto dell’arrivo di ieri alla RunDonato.

Grazie ad Arturo Barbieri di podisti.net per lo scatto

Grazie ad Arturo Barbieri di podisti.net per lo scatto

Stessa distanza, più o meno, sempre 10 km. Sicuramente diverso l’ambiente in cui si correva, lì le campagne nei pressi di San Rocco al Porto, ieri invece doppio giro tra San Donato e la via Emilia, una tapasciata nel 2010 contro una competitiva. E nel mentre, in questi 2 anni e mezzo abbondanti, qualche kg perso (almeno una decina), e 8 minuti lasciati indietro, dai 47′ abbondanti ai 39′ e spicci di ieri.
Prima volta che vado ufficialmente sotto i 40′ nei 10 km, anche se poi il gps ne segna solo 9.83, un’ulteriore casella da spuntare nella Ceklist di inizio anno, era un obiettivo che da tempo mi ero prefissato, che prima probabilmente vedevo più lontano di quello che in realtà fosse.
Ho faticato ieri, come sempre del resto, tenendo come riferimento il segnale del primo km sul percorso, lo corro in 3’25”, troppo veloce, mentre il gps continua a dire che sono intorno ai 3’57” di media. Non so come gestirmi, a chi dare retta, ci tengo al risultato, ma non vorrei sbagliare e forzare troppo, come sarebbe una delusione invece limitarsi e non raggiungere l’obiettivo. Intanto continuo a correre, mi ritrovo da solo, con davanti a me qualcuno con un passo ancora troppo veloce per potergli stare dietro, percorro i lunghi rettilinei in San Donato per ritrovarmi su una carreggiata della via Emilia prima del ritorno alla partenza nei pressi del 5° km. Intanto mi sorpassa qualcuno e cerco di attaccarmi al suo treno.RunDonato_009
Nel corso della gara ci sarà questo corridore in canotta gialla che vedrò spesso davanti a me. A volte si ferma, sembra non farcela più e mi avvicino a lui, e lui riprende a correre e a starmi davanti. Poi addirittura al ristoro del 7° km sembra arrestarsi a bere, ma riparte e mi sta dietro, ora non ricordo se mi è arrivato davanti a fine gara, ma quel continuo strappo nella sua corsa mi rimane impresso, non lo so, io cerco sempre di essere il più costante possibile, pur non riuscendoci.
Il secondo giro è ovviamente più duro del primo, sento che sto rallentando, lo vedo anche sul display del gps dove mi ritrovo un passo medio di 3’59”, un po’ credo di non farcela visto che sto correndo i km in poco più di 4′, ma stringo i denti, mi riavvicino a quelli davanti, pur non raggiungendoli. Passo il rettilineo da cui siamo partiti e da lì restano 350m nel parco, con qualche curva, finchè davanti a me non si presenta il gonfiabile dell’arrivo. Il display segna 39’10” e io chiudo in 39’13”. Davanti a me arriva gente forse più abituata di me a certi ritmi, un podista della categoria MM60, una ragazza, questo non sminuisce il mio risultato, sono certamente contento. Forse un mese fa sarei stato un po’ più veloce, l’apice l’avevo raggiunto nella settimana della Scarpa d’Oro half marathon di Vigevano, ma contando che mi trovo in un periodo tra una maratona e un’altra, non posso che essere soddisfatto!

Preferite la canotta spilli azzurra o verde?

Preferite la canotta spilli azzurra o verde?

Zaffo è arrivato 5° in assoluto, primo nella categoria TM, si porta a casa un paio di occhiali Adidas e un gran risultato cronometrico. Se lo merita dopo la delusione di Rotterdam, per tutta la fatica che fa durante i suoi allenamenti. E il suo spingersi al limite è stato e continua ad essere d’esempio per me e per gli altri. Da un po’ di tempo capisco maggiormente alcune sue vecchie critiche, alcuni suoi discorsi, capita spesso che i confini che crediamo invalicabili sono quelli che ci poniamo noi interiormente.

Zaffo sul gradino più alto del podio

Zaffo sul gradino più alto del podio

Ora posso realmente godermi Madrid, Sabato si parte, non vedo l’ora!

M.

Avatar di Sconosciuto

Intervista schizofrenica

Avvertenza:
Checché ne possa dire, correre può fare male, non è per tutti. Correre continuamente può creare una dipendenza, si inizia a parlare solo di quello; si organizza la giornata, le settimane, i mesi, le vacanze in base a quello. E poi si può arrivare ad una fase schizofrenica, in cui ci si ritrova a scrivere una finta intervista, in cui si gioca a fare l’intervistatore e l’intervistato, solo per parlare di corsa in un modo differente. Ecco, in questo momento io mi ritrovo in questa situazione! Chiedetevi se vale la pena cominciare per finire così…

Prima della partenza

Prima della partenza

 

Uno dei più bei meme riguardanti la corsa dice che c’è un modo facilissimo per riconoscere chi ha corso una maratona, basterà farlo parlare e sarà lui a dirtelo, senza nessuna domanda particolare. Prepararmi per quest’intervista con Cek non è stato difficile, sapevo che mi avrebbe raccontato senza fatica la sua esperienza alla MCM, del resto dopo aver corso 42km e 195 metri cosa sarà rispondere a qualche domanda?

Il tuo obiettivo prima della gara era correre la MCM in 3h08′, è andato tutto come previsto quindi?
«
Non poteva andare meglio di così, è stato il coronamento dei mesi di lavoro. Dopo Firenze cercavo una rivincita, ora posso dire veramente che la lezione di novembre è stata recepita. Non potevo permettermi di sbagliare ancora l’approccio con la gara, di certo non dopo questi mesi di ottima preparazione.»
Ci hai dato dentro da Dicembre, vero?
«
Beh, l’ho detto che avevo qualcosa da farmi perdonare, il 2012 era stato difficile dal punto di vista podistico. Avevo visto letteralmente la gente sfrecciarmi davanti mentre io con i crampi e una fatica indicibile mi trascinavo verso il traguardo, e questo per ben 7 chilometri. Ho ancora davanti agli occhi la scena di una ragazza tra il pubblico che incita noi corridori e io che sconsolato la guardo e le faccio capire che proprio non ne ho più, c’è del romanticismo in tutto questo, ma è molto meglio quando le gambe rispondono alla spinta del pubblico. Comunque tra Firenze e Milano nel mio percorso ci sono più o meno 900km.»
Non solo quelli però.
«
Ah certo, c’è anche qualche PB. Anzi da gennaio mi sono migliorato in tutte le distanze, nei 5000, nei 10000, nella mezza maratona, mancava giusto la distanza regina e Milano era l’occasione giusta. Io poi non la consideravo la mia scelta per il periodo primaverile, a dicembre mi ero iscritto a Madrid (si corre il 28 aprile, ndA), e inizialmente la preparazione era incentrata su quella. Milano si è presentata quasi casualmente, Lello aveva deciso di correrla e io pensavo di prenderla come opportunità per un lungo in vista di fine aprile. Poi i continui risultati, la voglia di correre che mi pervadeva e la spinta di Lello e Zaffo hanno fatto il resto, la MCM era diventata un’occasione ghiottissima per puntare al PB sulla maratona.
3h08’34”, un miglioramento di 20 minuti rispetto a Firenze e di 18 rispetto alla Lago Maggiore Marathon del 2011.
«
Una bella soddisfazione. E nei due giorni seguenti la felicità per il risultato si faceva più consapevole, non lo credevo possibile fino a poche settimane fa, pensavo di avere le potenzialità al massimo per correre i 42 km in 3h12′, non di più. Poi però una volta corso il lungo di 32 km da solo ad una media di 4’28″/km, avevo capito che la barriera si era spostata un po’ più in là, per questo mi ero prefissato i 188 minuti di tempo di percorrenza. Tutto come previsto appunto.»
Hai qualche ricordo particolare della gara?
«
Ovviamente mi è capitato di ripensarci, di rivivere alcuni momenti lungo il percorso. Da interista, anche se ultimamente un po’ più all’acqua di rose, è stato particolarmente divertente incrociare nei pressi di San Siro Rodrigo Palacio, che incappucciato nella sua felpa grigia osservava, a dire il vero senza troppo entusiasmo, il passaggio di noi corridori. Poi ricordo alcuni compagni di viaggio, tre ragazzi con la divisa della Virtus Cesena che avevano come obiettivo di correre in 3h09′, con loro ho condiviso parte dei km a metà gara, e li ho rivisti soddisfatti a fine gara. E poi sempre intorno al 20° km un corridore che risponde al cellulare e si mette a parlare dicendo che sta seguendo il treno delle 3 ore e 10; io tra me e me pensavo che se corro così tanto è per non avere la schiavitù telefonica e per estraniarmi un po’, questione di punti di vista.
Poi le facce note lungo la strada, Tommi, Gio e Ale nei pressi della Centrale, Carlo qualche metro più avanti, gli staffettisti lodigiani che aspettavano il loro turno, Silvia di MLFM al 32° km. E gli spilli e le spille volontarie all’arrivo, è stato bello gioire con loro, abbracciare Sam che mi copriva con la carta di alluminio, Alessia che mi mette la medaglia al collo e Roberto e Monia con cui festeggiare.»
A Milano hai corso la tua terza maratona. Si può dire che ora hai una discreta conoscenza della distanza?
«
Non penso si possa mai dire di conoscere la maratona. Prima di correre la prima ad Arona pensavo che una volta corsa una maratona le altre sarebbero state tutte in discesa, credevo che bastasse il primo vero approccio per conoscere i 42 km. E in fin dei conti la prima volta è stata eccezionale, come meglio non si poteva sperare. C’era la tensione, la gioia durante i primi km, la fatica che compare gradualmente per raggiungere il suo apice dopo il 36° km e poi l’esplosione di emozioni nell’ultimo km, qualcosa che mi ha lasciato senza fiato, una felicità che faccio fatica a paragonare con altre sensazioni vissute. Ecco, questa è la prima maratona, alla seconda la tensione è stata inferiore, c’è stata più spavalderia e tutto mi si è ritorto contro. Quindi si può già dire che ogni volta è una storia nuova e bisogna affrontarla con rispetto. Cosa che ho fatto a Milano, insieme alla consapevolezza che bisogna darsi da fare per conquistare le grazie di questa gara. I primi 30 km mi hanno affascinato, sono stati inebrianti, poi è iniziato il momento in cui serviva più impegno per far funzionare il rapporto e dal 36° avrei smesso ad ogni passo, i km si facevano immensamente più lunghi. Questa è stata la maratona per me, la correrei ancora solo per quei 6 km, in quel momento contavano solo me stesso e la mia fatica. Superare quei 6 km mi ha permesso di essere accarezzato dalla felicità.»

All'arrivo in piazza Castello

All’arrivo in piazza Castello

Progetti futuri?
«
Andare a correre a Madrid, il tempo non è importante, voglio godermi la città, le crocchette di baccalà a Casa Labra, l’hamburguesa de Domingo, cerveza e churros. Poi continuare con le mezze maratone, siamo a 4 nel 2013, e me ne mancano 9 per centrare il mio obiettivo di 13. Mi piacerebbe partecipare a qualche missione con i Podisti da Marte, e poi con gli Spilli ci sono un po’ di progetti vari, speriamo di riuscire a metterli in pratica.»

Avatar di Sconosciuto

Della Stramilano e delle pessime abitudini dei podisti italici

Si può dire tutto e il contrario sull’organizzazione della Stramilano half-marathon, e in particolare se ne può parlare molto male.
Sintetizza bene le problematiche affrontate dai podisti questo pagellone su AtleticaWeek.it, ovviamente per ciò che riguarda i voti particolarmente bassi. Personalmente non trovo fastidiosa l’assenza di cibo solido o bevande calde nel ristoro finale, anche se la presenza è sempre gradita, certo che un tavolo solo con acqua e gatorade non è la migliore accoglienza dopo 21 km, specialmente se molto bagnati.
L’assenza di gazebi per cambiarsi è colpevole, non so quanto potessero costare in termini economici e di lavoro supplementare all’organizzazione, ma con le previsioni che lasciavano molta poca speranza, sarebbe stato accorto apportarne qualcuno per permettere ai podisti, 6500(!!!), di cambiarsi all’asciutto. Come tutti mi sono cercato uno spazio sotto un albero e tra una goccia fredda e l’altra ho cercato di mantenermi asciutto mentre mi cambiavo, soprattutto ho cercato di mantenere asciutto ciò che mi sarebbe servito dopo la gara, in fin dei conti avevo almeno 90 minuti di tempo per bagnarmi in gara!
Non mi lamento del deposito borse, fortunatamente il papà di Lello si è sacrificato sotto la pioggia per custodire le nostre sacche, la famiglia Verdelli è foriera di tutte queste gentilezze (e ancora sul blog nessuno ha parlato delle doti culinarie della mamma di Lello!!!!). Consegnare la sacca è sempre un terno al lotto, con la pioggia a maggior ragione, ogni volta che lascio la sacca mi sembra di compiere un atto di fede, finora sempre ripagato con il ritrovamento senza troppi problemi una volta arrivato al traguardo, ma sotto sotto metto sempre in conto il rischio di ritrovarmi con brutte sorprese da questo punto di vista.
Pessima la mancanza di pace-maker, inspiegabile perchè non ci siano, penso che ci sarebbe la fila per proporsi come “lepri”, e soprattutto sarebbe un bell’aiuto per chi cerca un tempo di un certo livello.
Esecrabile l’assenza di controlli all’ingresso delle gabbie, tanto valeva non approntarle nemmeno per lasciarle incustodite!
E qui è dove mi incazzo di più, non con l’organizzazione, non mi è mai capitato di lavorare ad eventi sportivi di questo tipo, e posso solo immaginare le difficoltà di muovere la macchina quando i numeri sono così elevati, ma con la maleducazione, l’inciviltà di noi podisti (non tutti, generalizzare serve a poco). E continuo ad incazzarmi ogni volta che succede e mentre ci penso ancora!
Non sopporto quelli che con il loro bel pettorale contrassegnato di arancione, bianco o giallo che fosse si sistemano nel settore riservato ai verdi, o ai più veloci blu, o ancora ai velocissimi rossi!!! Perchè poi nei primi metri mi devo trovare davanti la vecchia tapasciona che fa la corsa per sentirsi bella, o il giovane che farebbe meglio ad allenarsi un po’ di più, e devo fare continuamente zig zag per andare al mio passo. E questi che quando gli fai correttamente e gentilmente presente che il loro settore si trova dietro fanno gli spiritosi/e, che “tanto ci superi” oppure “guarda che poi ti arrivo davanti” con quel ghigno che poi dopo 2 minuti di corsa hanno già perso, ecco voi se mi state leggendo, sappiate che mi verrebbe da darvi una bella spinta ogni volta che vi trovo davanti, almeno capireste quanto fastidioso e potenzialmente pericoloso sia il vostro comportamento!
Malcostume italico, e non c’è organizzazione carente che tenga, l’unico colpevole per quanto mi riguarda è la maleducazione del singolo individuo. Autoregolamentarsi non è un reato, anzi…

240313stramilano_foto_roberto_mandelli_124_20130325_1390342209

Blogger in strada

Per quanto riguarda la corsa, non avevo grandi obiettivi, stare sotto l’ora e trenta, e ho bissato precisamente il risultato di Dalmine, 1h27’56”, con sosta ai box al secondo km per bisogni fisiologici e rallentamento sostanzioso negli ultimi 4 km per un fastidio alla milza.
La quarta mezza maratona del 2013 è in cantiere, il mio progetto di correrne 13 nel 2013 è in perfetta media, va bene così!

 

 

Aggiungiamo una mia piacevole sfilata di moda post-gara in metro e abbiamo la brevissima cronaca della mia seconda Stramilano.
E ora sotto con MCM, da mesi aspetto questo momento!

M.

P.S.: Ironicamente domenica questo era il mio karma musicale


Well we all shine on
Like the moon and the stars and the sun

Avatar di Sconosciuto

Ceklist

Si parla sempre di obiettivi quando si tratta di corsa. Lello raggiunge il suo a Busseto chiudendo la maratona da pacer in 3h14’41”, io per non essere da meno scrivo la mia lista. E’ suscettibile di aggiunte, cambiamenti, ma per ora ciò che voglio fare con la corsa è:

M.

Berlin 2010 - Gli obiettivi prima degli spilli

Berlin 2010 – Gli obiettivi prima degli spilli

Avatar di Sconosciuto

…Running Seriously ?

Immagine

“..ora mi tocca correre sul serio!”

Lo sciagurato giorno che ho pensato di correre una maratona, ero probabilmente sotto la cattiva inflowenza di qualche psicofarmaco spacciato per cortisonico dal mio dottore di fiducia (non è Fuentes).  Inevitabilmente questa scelta mi ha portato a correre più di quello a cui ero abitutato, abbattendo il mio “cuscinetto di confort” dentro il quale mi trovavo da qualche mese, chiedendo al mio fisico uno sforzo nettamente superiore rispetto a ciò che per anni è stata la mia grande passione: il curling.

Superati i primi ostacoli fisici, rimanevano da superare quelli mentali; quelli che ora mi limitano drasticamente oltrepassati i circa 32km…

L’ultima volta che avevo “allegramente” percorso più di 30 km era stato in agosto, con 28 gradi, fortunatamente in un contesto ventilato e verdeggiante, con Ale, che al 26esimo mi ha giustamente ricordato che i nostri fisici abbisognavano di risorse idriche.
L’acqua che ho bevuto in quella circostanza è stata la più buona nella storia dell’universo conosciuto! Era “Acqua corrente!

Ho sempre saputo che il mondo della corsa è un mondo vastissimo e di cui io probabilmente conoscevo solo la punta dell’iceberg, ma la soddisfazione che mi sta regalando al termine di ogni allenamento (o gara) è qualcosa di impagabile. Nei tanti sport che ho praticato, non ho mai ottenuto cosi tanto in cambio. Mi chiedevo se ci fossero altri personaggi sul territorio ludesàn che condividessero questa forma di devianza, questa insanità mentale. Non credevo che potessi incontrare qualcuno veramente attratto da questa. Ebbene, siori e siore, sapete cosa vi dico? La risposta è sì, li ho incontrati!

Ad Agosto ho avuto la certezza dell’esistenza di tali anime votate alla corsa, in un Mond(/G)ay night, coronato con l’entrata celebrativa al Wellington Pub. E’ lì che ho percepito l’importanza dello spill factor!

Ho capito che il curling non era proprio lo sport della mia vita, cosi, Novembre è stato il mese della scelta.

I miei occhi  in quei giorni scorrevano sul filmato proiettato sullo schermo da History Channel, datato 1960, che parlava di un atleta etiope, impegnato nella XVII olimpiade, specialità maratona… era il grandissimo Abebe Bikila, e la città era Roma.

Immagine

La sua falcata e il suo passo erano incredibili, ma il fatto che più mi lasciò impressionato fu che correva a piedi scalzi (barefoot)! Da quel momento ho iniziato a vivere diversamente gli allenamenti, i doloretti iniziavo ad assecondarli e la mia mente ha iniziato a sopportare meglio il fatto di allenarsi una o due volte in più alla settimana.

Giunti a gennaio, ho avuto il piacere di affiancarmi -almeno nel momento di allacciarsi le scarpe e di partire (poiché le mie gambe hanno un ritmo di corsa nettamente ridotto)- ad alcuni devoti alla causa podistica. Alcuni di loro li avevo incontrati ad agosto al Monday (o mongay) night ed erano gli spilli storici, ossia, Bako, Michi, Lello, Tommi e Zaffo, pronti per la mezza sul Brembo, che è stata la mia prima mezza maratona ufficiale!
Quella mattina, sarà stata la selezione musicale di Michi con i “The Lofthers” a tutto volume per le vie di Dalmine, sarà per la Befana incontrata lungo il tragitto, sentivo che avrei finito bene i 21.097km che mi separavano all’arrivo, ebbene, cosi è stato (a parte aver dato tutto a 2 km dal fotofinish con davanti a me ancora un vialone interminabile).

Insomma, la mia prima partecipazione ufficiale alla mezza non è stata cosi malvagia. Sono arrivato al traguardo con un 1.40.03 in real time Immagine (mannaggia a quei 3 secondi!) e ci sono stati ben 4 personal best tra gli spilli!!! Son tornato a casa davvero di ottimo umore!

La prossima tappa di avvicinamento verso la capitale è Verona, alla Romeo & Giulietta Half Marathon, dove spero di portare egual fortuna a livello cronometrico, agli spilli che la correranno, come è successo alla mezza sul Brembo.

E’ proprio in giorni come questi, dove mi affiorano dolori un po’ ovunque, che penso a eroi come Abebe Bikila e che non è il caso di lamentarsi, perché la strada per Roma è ancora lunga e Verona è dietro l’angolo!

G.