Tre campanili

La montagna è come un amore: se sei respinto, è meglio tornare indietro e non insistere.                                                                                      Christian Kuntner


Avrei dovuto conoscere questa citazione prima di iscrivermi alla Tre Campanili di Vestone (BS), mezza maratona in quota svoltasi questa domenica nella valle Sabbia. L’esperienza del 25 Aprile sui piani d’Erna, al trofeo Spreafico mi avrebbe dovuto mettere in guardia su quelle che erano le difficoltà di un pigro cittadino che si mette a correre in montagna; in quell’occasione avevo percorso i 5,25 km in 1h03’27”, staccando di soli 50 secondi un corridore nato nel 1935, ecco lì avrei dovuto capire che certe cose non mi riguardano. Che è bello correre davanti al Calicantus, ancora più bello correre lungo lago o intorno al Bernabeu, ma salire un dislivello di 790 metri è meglio lasciarlo ad altri.

Dato che le mie capacità valutative mal si sposano con la frequentazione degli spilli, mi sono lasciato attirare in questa nuova impresa montanara. Sveglia alle 5 dopo 3 ore scarse di sonno, e partenza con Lello, Sam e lo Zaffo fissata per le 5:30. Stranamente puntuali si parte, si aspetta lo Zaffo di fronte alla chiesa del Borgo, nonostante qualcuno impazientemente chieda di partire senza di lui, e poi via verso la Valle Sabbia.

L’espressione di Sam avrebbe dovuto metterci in guardia fin dall’inizio

“Ricominciamoooo”. Questo il grido di battaglia dello Zaffo, in versione Pappalardo, una volta arrivati a Vestone, era il suo modo di caricarsi in vista dell’impresa che avrebbe portato a termine da lì a 2 ore e mezza, mentre per noi si trattava solo di una delle sue solite uscite quasi insensate, del resto dopo averlo visto questionare sulla taglia del completo da runner contenuto nel pacco gara con tutte le volontarie al momento dell’iscrizione sappiamo di cosa possa essere capace quando si tratta di gareggiare.

Facile fare i fighi alla partenza

Ecco, la gara, 21 km (+ 500 metri, quindi una ultra-mezza maratona), parlarne ora sembra quasi come descrivere una scampagnata in montagna, ma vi assicuro che non si tratta di questo. 14 km in costante salita, costante nel senso che si trattava solo di salita, perchè già dopo il sesto km, dopo un ristoro da me affrontato con troppa sufficienza, ci si ritrovava a camminare su un terreno impervio, con pendenze che non amo ricordare. Lo Zaffo e Lello li avevo già persi di vista, loro fanno gara a parte, io e Sam rimaniamo accomunati nella camminata sul sentiero, finchè, intorno a metà del settimo km mi volto e non vedo più il mio compagno di fatica. Al secondo ristoro, finalmente con l’asfalto sotto i piedi, non faccio l’errore di bere un sorso d’acqua e buttare la bottiglia, ma la porto con me per il proseguio della salita, affrontata ancora camminando, di Sam in quel momento avevo perso le tracce. Poco prima del nono km vivo un secondo momento di difficoltà, il primo era stato durante la prima dura salita sul sentiero quando un po’ disidratato camminavo, e in quell’occasione si era materializzato un angelo in canottiera arancione che mi ha offerto un sorso della sua acqua. Beh, dicevo del secondo momento di difficoltà, arrivato nei pressi del cartello del nono km mi dico che una volta superato il cartello avrei ripreso la corsa in salita, e come Jack nella prima puntata di Lost spiegava a Kate dei 5 secondi di paura che si era concesso durante la sua prima operazione, anch’io mi sarei concesso quei 10 metri che mi separavano ai 9000 metri per ricaricare le forze! Come potete immaginare, dopo 4 passi di corsa ho lasciato perdere e sono tornato a camminare con la coda tra le gambe, mentre intorno a me sentivo dire che mancavano solo 5 km alla fine della salita! 5 km!!! Lì pensavo che non avrei mai più voluto correre in vita mia, mai più mongay night, niente Firenze Marathon, niente Strongman run il 29 Settembre, nulla, solo riposo! Fortunatamente intorno al dodicesimo km la salita avrebbe lasciato spazio ad una rapida ma salutare discesa, per poi riprendere veramente fino al quattordicesimo km. Da lì una lunga, rinfrescante, gioiosa discesa ci avrebbe riportati a Vestone; che soddisfazione lasciare andare le gambe verso il traguardo per 6 km abbondanti, finalmente superare qualcuno un po’ meno temerario del sottoscritto, in certi punti credevo che avrei rotolato, ma era troppa la voglia di buttarsi alle spalle la fatica di questa mezza maratona. Il ventesimo km percorso in 4’01” porta ad un crampo alla gamba destra, non appena la discesa si fa più lieve in quel di Vestone, e i 500 metri ulteriori una volta passato il segnale del ventunesimo km sono l’ennesima fatica mentale da superare, ma il traguardo tagliato in 2h10’08” fa svanire tutti i fastidi accumulati nel corso della competizione. Zaffo e Lello sono in attesa al traguardo, il primo ha compiuto l’impresa di arrivare quarantatreesimo, settimo di categoria, e battere un suo caro amico, chiudendo in 1h51’19”, il secondo ha portato a casa un buon risultato, 1h59’48”. Di Sam ancora nessuna traccia. Dovremo aspettare ulteriori 22 minuti dopo il mio arrivo per vederlo comparire dalla discesa verso il rettilineo andata/ritorno finale, e la fatica sarà tutta impressa nel suo volto contratto al traguardo. E’ finita, va bene poterne raccontare!

Da sin. Zaffo, Lello, quello che restava di Sam

M.

P.S.: Tommi, where are you?

3 thoughts on “Tre campanili

  1. Ma chi, la prima volta che viene respinto, non si precipita subito, o dopo qualche tempo, a riprovarci, magari anche con più successo?

  2. Pingback: Tre Campanili 2013 | Gli spilli nel ginocchio

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