Il test allo Spillo

Questa volta niente scarpe nuove da testare o valutare… sono proprio io quello a cui hanno fatto un Test!!!

Come raccontavo qua,

ho avuto qualche problema di “voglia di correre” un mesetto fa, dove appunto non mi ero presentato alla partenza della Romeo&Giulietta Half Marathon di Verona.

Forse era solo stanchezza, un po’ di stress, sta di fatto che le mie pulsazioni cardiache a riposo erano un po’ variabili…

Ok…adesso molti mi daranno per matto, un po’ anche il mio medico, perché mi sono presentato dal dottore lamentandomi di avere 55/60 bpm durante la notte.

Per uno che normalmente a riposo ha una frequenza di 34 bpm quelle 60 mi distruggevano…

Quindi si è deciso di fare una serie di esami, in previsione anche dell’impegno fisico a cui sarò sottoposto fino a metà giugno per preparare il 70.3 di Pescara.

Primo passo un bel cardiogramma dinamico

Cavi e adesivi ovunque

Cavi e adesivi ovunque

24h con attaccato una macchinetta che monitorava il cuore in qualsiasi momento.

Il problema principale però è che la voglia di correre nel frattempo mi è tornata e, nonostante non avessi ancora una risposta medica, mi son fatto due belle mezze maratone, tutto sommato andando anche forte…

La prima alla Brescia Art Marathon

Bella gara e maglia

Bella gara e maglia

e questa domenica insieme a Michele(leggi qui) alla StraMilano Half Marathon

Spilli Metal

Trova gli Spilli Metal

Direi che anche senza la conferma medica (tranquilli ieri il dottore mi ha visitato) posso dire di essere tornato a posto e la voglia di correre aumenta di giorno in giorno…

Di altro genere invece è il test a cui sono stato sottoposto nel dopo gara…

Provare per la prima volta la cucina giapponese

Temaki

Temaki

Che dire, sopravvisuto son sopravvissuto, il sapore pure gradevole, ma un bel piatto di carbonara non lo batte nessuno…

Viva il made in Italy!!!

Alla prossima…

BaKo

MCM 2013 (Lello’s Run)

“L’ultima, stop, per quest’anno non ne voglio più sapere!”

Fosse così, sarebbe anche legittimo. Mesi di allenamento, pioggia, neve, vento, freddo, sveglie alle 5 del mattino, pista alle 21 di sera, medi di 35’ a 3’49”, ripetute, 3×4000, lunghi. La testa che non va più, le gambe che si ribellano, dolori ovunque, ansia, tensione.

Sabato mattina, ore 7.18; torno mestamente a casa. Zoppico, coda tra le gambe, muso lungo, non parlo con nessuno.  Il  piede destro fa le bizze, si ribella. E’ finita, penso. 18’, 3 km. 4 mesi buttati, per tutta la giornata evito di parlare, mi confido solo con pochi, non dico niente a nessuno. Non lo dico a Michele, per non rovinare il suo entusiasmo; lo dico a Elena e a Zaffo, che mi dicono di stare tranquillo. Io tranquillo lo sono, ma perché oramai sono rassegnato. Parto e male che vada mi ritiro. E in autunno mi iscrivo a Torino…

Domenica mattina, sveglia ore 5. Treno ore 6.23. Metro e arrivo a Rho. Pioggerellina e freddo. Nuvole minacciose. Ci cambiamo sotto il parcheggio della Fiera. Mi piace l’ambiente, anche se ce lo godiamo poco. Ci cambiamo, qualche foto, portiamo la borsa e facciamo riscaldamento. Tutto nella speranza che possa servire a qualcosa. Non ho fiducia, sono pessimista; il riscaldamento lo salto, quasi. Entriamo nella gabbia presto. Sale la tensione, sale la fiducia. Comunque vada, sarà un successo; di certo, non mollo. Sono qui, me la gioco fino in fondo.

Prima della partenza

Prima della partenza (Grazie a Podisti.net per la foto)

Via. 3’57” il primo chilometro. Tallono i pacer delle tre ore. Incredibile, sto bene. Molto bene, mi sembra di andare facile, con il freno a mano tirato, non voglio esagerare, è lunga. I km scorrono veloci. Senza accorgermene quasi, lascio la compagnia delle 3 ore e faccio gruppetto davanti. Mi sento bene, sempre in controllo. Mi ripeto di non strafare, è lunga. E poi siamo solo in periferia, ancora deve arrivare la vera Milano, i palazzi, il pubblico, i lastroni e i binari del tram. La compagnia del gruppetto è ottima, si ride e si scherza. Non sarà così per sempre, immagino. Arriviamo in Milano, si inizia a sentire il pubblico.

Corso Sempione, 20° Km

Corso Sempione, 20° Km

Passo alle mezza in 1:29’. Perfetto, sto da Dio, il piede sta li buono buono, nessun dolore o allarme. Oramai manca poco e sarò al 24° km, dove mi attendono Tommi, Gio e Ale. Non so come, ma allungo. Quasi senza accorgermene, me ne vado, in progressione. Prendo i gel da Tommi, che puntualmente perdo (grazie al cielo percorriamo avanti ed indietro Via Pisani!).

“http://www.facebook.com/video/embed?video_id=10200583843585854”

Si sente il vento, ma supero i Bastioni di Porta Venezia di slancio, passo Viale Bianca Maria e torno indietro come se nulla fosse. Mi fa compagnia una donna, che tutti incitano. Le dico di starmi dietro, al coperto dal vento. Finché ne ha, mi segue. Arriviamo in Piazza San Babila, raggiungo tanta gente. Qualcuno già inizia a pagare la partenza lanciata. Beato me, che ho già 4 maratone alle spalle e un pochino di esperienza. Sono ancora in spinta, passo Piazza del Duomo e Piazza della Scala. Recupero ancora posizioni. Il passo segnato dal GPS scende da 4’11” a 4’10”. Bene così, finché ne ho, devo spingere. Per soffrire c’è ancora tempo. La parte dura comincia ora.

30° km: sto ancora bene, rapidamente faccio il punto della situazione. Sono solo, mi porto appresso un omino piccolino; mi è sempre attaccato, non si scrolla di dosso. Mi tocca anche dentro con i piedi, rischiando di farmi inciampare. Non so come insultarlo, da quello che ho capito non è italiano. Ma già me lo immagino superarmi al traguardo, dopo che ho tirato tutto il tempo e l’ho coperto dal vento.

32° km: in teoria i nostri supporters dovrebbe essere anche qua. Nulla, non si vedono. No problema, di gel ne ho ancora. Supero Dario, altro noto blogger, piuttosto affaticato, ma non ha nessuna intenzione di mollare. Ci scambiamo un incitamento.

33° km: cambio della staffetta, vedo che si riscalda l’oro olimpico Stefano Baldini. Gli do il cinque. Mi da una bella carica, ma inizio ad accusare un pochino la fatica. L’omino, la mia ombra, mi è sempre alle calcagna. Sempre incollato.

38°:Il vento fa cadere una transenna proprio quando passo io. La evito con difficoltà e vado avanti. Tempo qualche metro e il mio amico tallonatore mi supera. Mi dice di seguirlo. Mannaggia a te, se avessi ancora qualcosa in corpo te la farai vedere io…

39° e 40°: Eccolo, Corso Sempione. Fatto al 20° più essere fastidioso e noioso,ma con freschezza lo superi; al 40° vorresti morire. Butto giù la testa, penso alla fatica, a tutti i km fatti in questi mesi di allenamento, al freddo patito alla Stramilano, alla neve e ai geloni alle mani ed ai piedi di Busseto. Fatico incredibilmente, ma ci sono. Resisto.

41° e 42°: Ci siamo. Aggiriamo Parco Sempione, rettilineo e curva a destra. Manca un niente. Spingo fino ai crampi. Sono sotto (e cotto!), e anche alla grande. Manca un niente, una curva, pochi metri.

Ultimissimi metri!

Ultimissimi metri!

200, 150, 100, 50…42.195°: 2:58’14”! O in Real time, 2:58’ puliti. Se non fosse che sto per svenire, tutto bene! Mi rendo conto di aver fatto una cosa incredibile! Un sacco di pensieri per la testa; i sacrifici, la dieta, le rinunce, le levatacce e il letto alle 22. Sono serviti a qualcosa, dal primo all’ultimo.

Sfinito!

Sfinito! (Grazie ad Andòcorri per la foto)

Samuele, Roberto e Alessia mi festeggiano. Non vedo l’ora di stendermi. Mi tolgo le scarpe. Mi commuovo, mi lascio andare, non mi interessa. E’ il mio momento, l’ho atteso. Diversamente da Firenze, dove sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, qua avevo un solo obiettivo, infrangere il muro delle 3 ore. Ci sono riuscito, e al primo tentativo. Non voglio più correre maratone, se ne riparlerà l’anno prossimo, forse. Solo mezze e 10 km.

Arriva Michele, soddisfatto. E te credo! Mi rivedo in lui, la sua storia assomiglia alla mia in novembre.

Arriva anche Tommi, che forse soffre più di noi lo stop forzato causa infortunio. Non so quanto vorrebbe essere al nostro posto…

Stupendo, meraviglioso. Passa la stanchezza. Sono un po’ più lucido. Non ci sto più dentro! Chiamo Elena, che per prudenza ho lasciato a casa. Fallire sotto i suoi occhi non sarebbe stato il massimo.

Doloranti ma soddisfatti!

Doloranti ma soddisfatti!

A casa tutti conoscono già il mio risultato. in famiglia già conoscevano il mio risultato. Chiamo mio cugino, anche lui già a conoscenza. Per una volta non mi dice che sono stato scarso! Ma è già pronto a sfidarmi ed a sopravanzarmi nella Maxi classifica.

Arrosto (con birra Stelvio, finalmente).Divano, Roubaix ( Cancellara invincibile), gelato, aperitivo, pizza. Tutto quanto meritato. Tutto con la medaglia al collo.

Maratoneti Hipster

Maratoneti Hipster

Milano mi ha regalato la più bella giornata sportiva della mia vita. Tempo ideale, percorso veloce e divertente. Tanta gente a fare il tifo. Tanti colori, amici sulle strade, calore. L’arrivo in Piazza Castello, tra due ali di folla. Le lacrime, la fatica, il sudore.

Grazie a tutti, di cuore. A chi mi ha sopportato, e che tante volte si è sentita dire “no, devo correre” oppure “sono stanco, andiamo a casa”; a chi mi ha sostenuto, e sempre mi ha spinto a dare di più. A chi si è allenato sempre con me, quasi in simbiosi, aiutandoci a vicenda a non mollare; a chi non c’è più, ma che porto tatuato sulla pelle sempre di fianco a me; a chi in questi periodo ho trascurato, ma che so che sotto sotto non si è mai sentito in disparte; a chi ha creduto in me, più di quanto possa aver fatto io.

Dedica speciale alla Decafamily Pieve Fissiraga, che mi ha regalato un  lunedì mattina da leone! Siete speciali!

Decafamily sempre presente!

Decafamily sempre presente!

“L’ultima, stop, per quest’anno non ne voglio più sapere!” . Troppa fatica nel scendere e salire la scale. Ma quella passa, e la voglia di migliorarsi resta. Inizio a pensare dove posso limare i secondi. Dicono che Torino sia veloce…

L.

Della Stramilano e delle pessime abitudini dei podisti italici

Si può dire tutto e il contrario sull’organizzazione della Stramilano half-marathon, e in particolare se ne può parlare molto male.
Sintetizza bene le problematiche affrontate dai podisti questo pagellone su AtleticaWeek.it, ovviamente per ciò che riguarda i voti particolarmente bassi. Personalmente non trovo fastidiosa l’assenza di cibo solido o bevande calde nel ristoro finale, anche se la presenza è sempre gradita, certo che un tavolo solo con acqua e gatorade non è la migliore accoglienza dopo 21 km, specialmente se molto bagnati.
L’assenza di gazebi per cambiarsi è colpevole, non so quanto potessero costare in termini economici e di lavoro supplementare all’organizzazione, ma con le previsioni che lasciavano molta poca speranza, sarebbe stato accorto apportarne qualcuno per permettere ai podisti, 6500(!!!), di cambiarsi all’asciutto. Come tutti mi sono cercato uno spazio sotto un albero e tra una goccia fredda e l’altra ho cercato di mantenermi asciutto mentre mi cambiavo, soprattutto ho cercato di mantenere asciutto ciò che mi sarebbe servito dopo la gara, in fin dei conti avevo almeno 90 minuti di tempo per bagnarmi in gara!
Non mi lamento del deposito borse, fortunatamente il papà di Lello si è sacrificato sotto la pioggia per custodire le nostre sacche, la famiglia Verdelli è foriera di tutte queste gentilezze (e ancora sul blog nessuno ha parlato delle doti culinarie della mamma di Lello!!!!). Consegnare la sacca è sempre un terno al lotto, con la pioggia a maggior ragione, ogni volta che lascio la sacca mi sembra di compiere un atto di fede, finora sempre ripagato con il ritrovamento senza troppi problemi una volta arrivato al traguardo, ma sotto sotto metto sempre in conto il rischio di ritrovarmi con brutte sorprese da questo punto di vista.
Pessima la mancanza di pace-maker, inspiegabile perchè non ci siano, penso che ci sarebbe la fila per proporsi come “lepri”, e soprattutto sarebbe un bell’aiuto per chi cerca un tempo di un certo livello.
Esecrabile l’assenza di controlli all’ingresso delle gabbie, tanto valeva non approntarle nemmeno per lasciarle incustodite!
E qui è dove mi incazzo di più, non con l’organizzazione, non mi è mai capitato di lavorare ad eventi sportivi di questo tipo, e posso solo immaginare le difficoltà di muovere la macchina quando i numeri sono così elevati, ma con la maleducazione, l’inciviltà di noi podisti (non tutti, generalizzare serve a poco). E continuo ad incazzarmi ogni volta che succede e mentre ci penso ancora!
Non sopporto quelli che con il loro bel pettorale contrassegnato di arancione, bianco o giallo che fosse si sistemano nel settore riservato ai verdi, o ai più veloci blu, o ancora ai velocissimi rossi!!! Perchè poi nei primi metri mi devo trovare davanti la vecchia tapasciona che fa la corsa per sentirsi bella, o il giovane che farebbe meglio ad allenarsi un po’ di più, e devo fare continuamente zig zag per andare al mio passo. E questi che quando gli fai correttamente e gentilmente presente che il loro settore si trova dietro fanno gli spiritosi/e, che “tanto ci superi” oppure “guarda che poi ti arrivo davanti” con quel ghigno che poi dopo 2 minuti di corsa hanno già perso, ecco voi se mi state leggendo, sappiate che mi verrebbe da darvi una bella spinta ogni volta che vi trovo davanti, almeno capireste quanto fastidioso e potenzialmente pericoloso sia il vostro comportamento!
Malcostume italico, e non c’è organizzazione carente che tenga, l’unico colpevole per quanto mi riguarda è la maleducazione del singolo individuo. Autoregolamentarsi non è un reato, anzi…

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Blogger in strada

Per quanto riguarda la corsa, non avevo grandi obiettivi, stare sotto l’ora e trenta, e ho bissato precisamente il risultato di Dalmine, 1h27’56”, con sosta ai box al secondo km per bisogni fisiologici e rallentamento sostanzioso negli ultimi 4 km per un fastidio alla milza.
La quarta mezza maratona del 2013 è in cantiere, il mio progetto di correrne 13 nel 2013 è in perfetta media, va bene così!

 

 

Aggiungiamo una mia piacevole sfilata di moda post-gara in metro e abbiamo la brevissima cronaca della mia seconda Stramilano.
E ora sotto con MCM, da mesi aspetto questo momento!

M.

P.S.: Ironicamente domenica questo era il mio karma musicale


Well we all shine on
Like the moon and the stars and the sun