“Tanto non eri nato prima delle 19.20” mi diceva mia mamma quando prima che mi facesse gli auguri già le dicevo che si stava dimenticando il mio compleanno, mentre adesso, negli ultimi giorni mi sembra che le mie gambe sentano i 38 anni da prima di oggi. Siano più pesanti, si muovano più lenti e insieme facciamo più fatica a reggere gli allenamenti.
Ma non vuole essere un post di lamenti, oggi compio 38 anni e penso che sono indubbiamente meglio oggi di com’ero a 26 anni ad esempio. Di sicuro più in forma adesso, più propositivo e meno vittimista e anche la corsa in tutto ciò un po’ di merito ce l’ha.
Certo, oggi non avrò corso 38 km, seguendo l’esempio del capo della Boston Marathon, Dave McGilliwray, che ad ogni compleanno corre un miglio per tutti gli anni che compie… e nel 2014 erano ben 60!!! E nemmeno riuscirò a correre 45 km alla WingsForLife, con Lello e il Sarzana Running Team. Magari non riuscirò a correrne nemmeno 41 (38 + 3, cioè i giorni passati dal mio compleanno), perchè se penso che dovrei aggiungerne 29, ai km corsi nell’allenamento odierno, mi viene una fatica addosso. E leggere che i keniani più forti in maratona hanno polpacci e caviglie tra il 15 e il 17% più sottili degli olandesi (è un esempio, ma a sentire Tommi credo che le mie siano ancora più spesse di queste) mi fa sentire zavorrato anche in questi semplici allenamenti. Ma non fa nulla, intanto non sento più grosso fastidio al gluteo, e poi c’è tempo per le gare in cui il tempo diventa più importante, e per quelle voglio impegnarmi seriamente. Non ci saranno ancora tanti anni di miglioramenti, forse sarà sempre dura aumentare i ritmi, come sta succedendo da un anno e mezzo e allora questo è il momento di pensare di provarci.
Posso dire che in fin dei conti, i miei 38 anni li sento tutti, ma me li sento molto bene!
Parto forte, soffro dopo; parto piano, soffro dopo ma un pò meno; parto forte, vediamo dove arrivo, o come arrivo, se ci arrivo. Perdo il treno; prendo il treno, sbagliato, arrivo tardi, mi fermo a fare colazione, in San Babila.
Tommaso, Dario, spero (per me, non per loro) che qualcuno a farmi compagnia ci sarà, per qualche km.
Milano City Marathon Parte 3. Bella e diversa, con il percorso nuovo e i vialoni che ti “aiutano” a pensare…
Nuovo percorso
Mi manca solo correrla sotto la pioggia, ma forse la scampo anche questa volta.
Farà caldo?
Giochiamocela, in qualche modo è pur sempre festa.
Sarà stato il ricordo di due anni prima e il diluvio e il freddo che ci aveva accompagnati nella giornata milanese, sarà stato invece il piacere di una sveglia morbida alle 8 nonostante il passaggio all’ora legale con la gara che iniziava alle 11. ma questa domenica di Stramilano è stata piacevolmente leggera, nonostante gli acciacchi, la preparazione assente, l’assenza di veri obiettivi.
E della gara c’è ben poco da dire, quando in allenamento fai un po’ fatica a correre per un’ora a 4’30″/km, l’idea di correrne 21 sotto i 4’15” sembra spaventare, soprattutto quando la sera prima guardi il percorso e tutti quei vialoni, e ricordi quei momenti negli anni precedenti quando la fatica si fa sempre sentire.
Foto alle gambe is the new black
Poi infili la canotta degli spilli, hai un pettorale attaccato, vedi tanta gente pronta come te, hai uno dei tuoi più cari amici e compagno di tante avventure insieme a te, e sai che faticherai, ma sai anche che la testa e le gambe sono abituate. E il piacere è la ricompensa finale.
Senza contare che ci sono punti a Milano, pochi per la verità anche se sono quelli che ti restano più impressi solitamente, dove il tifo ti dà una carica e correre a 4’05” ti sembra più leggero del 4’15” nella solitudine di altre vie. E un po’ capisci perchè a Chicago hai corso 42 km in quel tempo e ritorni a quei momenti!
Emblematica: i colori, il logo, la scritta. Foto così vengono una volta nella vita.
Ma è tutta la metà giornata che ti fa vivere la primavera come la stagione più bella che ci sia. Al primo sole che ti scalda, al poter girare senza vergogna con degli shorts blu, al vedere sotto una luce diversa la bellezza femminile.
Dopo la gara. Prima del ristoro interculturale.
E poi dopo la gara c’è un baconburger, c’è il portare per la prima volta Roberto ad assaggiare qualcosa di giapponese. Ecco, questo è stato il mio PB per questa Stramilano. Perchè anche nel vivere bisogna sperimentare come nella corsa, come nel triathlon… non assaggiare qualcosa di nuovo non ne vale mai la pena!
いただきます
Cosa c’è di meglio di una domenica come questa per cominciare a godersi la bella stagione?
3 Maggio 2015. Verona. Questa sarà la mia unica occasione per poter correre una distanza superiore ai 42,195 km.
Mi sono iscritto alla Wings for life World Run, una gara che si svolge contemporaneamente in 35 nazioni. Un duello ‘impari’ con una macchina che, partendo 30 minuti dopo il via, con una velocità variabile eliminerà man mano tutti i concorrenti che raggiungerà lungo il tragitto.
Una sorta di corsa in modalità Survivor, con un incasso che sarà devoluto interamente alla ricerca sulle lesioni al midollo spinale.
Non ho mai pensato, e continuerò a evitare di farlo, di correre una ultramaratona, voglio arrivare in questa occasione a 45 km, almeno sotto sotto c’è un motivo nobile.
E se qualcuno vuole partecipare, perchè non creare il team de Gli spilli nel ginocchio?
Tranquilli non vogliamo sottoporvi ad una prova di resistenza mettendovi degli spilli nel ginocchio, bensì parlarvi di un paio di scarpe che un paio di Spilli(quelli che corrono) hanno avuto la fortuna di provare in un running test
Oggetto della prova le nuovissime Adidas Ultra Boost
Adidas Ultra Boost
Luogo della prova le strade di Milano in una splendida giornata dall’aria primaverile.
L’evento è stato organizzato da Danilo Goffi, noto maratoneta italiano, che in collaborazione con l’Adidas Store di Milano San Fedele, ci ha dato la possibilità di correre con il nuovissimo prodotto per runner della casa Tedesca
giusto il tempo di infilarci tutti le stesse scarpe e si parte…
Il numero dei partecipanti non è altissimo ma devo dire molto vario, sia dal punto di vista anagrafico che atletico.
“ultra boost, your greatest run ever”
“La rivoluzione del running continua con la migliore scarpa adidas di sempre.”
Questo è lo slogan che ci viene dato dall’organizzazione…vediamo se è vero
La corsa che abbiamo effettuato è stata di circa 8.5Km percorrendo parte di vie cittadine dove divincolarsi tra marciapiedi e auto in sosta e poi in zona Castello Sforzesco mischiando strada asfaltata e la ghiaia del parco.
I marciapiedi di Milano
Attorno al parco
Pausa per foto turistica
Ma veniamo alle impressioni che abbiamo avuto su questa scarpa…
Sicuramente non è stata la più grande corsa che abbia mai fatto, forse non era nemmeno la corsa ideale perché potesse esserla.
Infatti il ritmo è stato decisamente lento rispetto ai miei abituali(non sono un super atleta) ma, abituato a correre mediamente a 4’30″/km, correre parte dei km a 6’/km forse un po’ troppo lento lo era. Qui devo dire che la scarpa mi ha stupito al contrario, mi sarei aspettato che la suola Ultra Boost fosse adatta proprio per chi corresse lento invece la stabilità è venuta meno proprio nei tratti dove si correva più piano. Al contrario appena si provava ad aumentare la velocità la scarpa rispondeva benissimo e dava quella sensazione di effetto molla che ci era stato anticipato in negozio e si scendeva sotto i 4’/km facilmente(e per me farlo in questo periodo non è affatto facile farlo). Quindi per un uso personale penso che questa scarpa sia adatta per correre una gara sui 10km, già credo che in una mezza avrei difficoltà a correrla con questa scarpa. Sicuramente non è adatta per allenarsi in città dove si debba salire e scendere continuamente dai marciapiedi e schivare buche durante l’allenamento, la tomaia è leggerissima e se questo diventa un grande vantaggio in gara, lasciando il piede fresco, forse diventa una grossa pecca per chi non ha la fortuna di allenarsi su piste ciclabili infinite e rischia di slogarsi le caviglie ogni 100 metri.
Veniamo al prezzo, altro elemento fondamentale per decidere se vale la pena prenderle oppure no…
180€
diciamo che non è una scarpa per tutte le tasche.
E ora il momento delle conclusioni…
Le scarpe sono esteticamente belle, ben fatte, appena indossate si ha la sensazione di comodità, camminando sono morbidissime ma non è per questo che sono state fatte. Per la corsa sono ideali in gare dove non bisogna guardare dove si mettono i piedi e, come dicevo, per uno come me che pesa sugli 80Kg non le consiglierei per corse sopra i 10km e sopratutto se si corre a 6’/Km. Se si va veloci il sistema Ultra Boost è fantastico e una mano a guadagnare qualche secondo al km lo da. Il prezzo purtroppo è un po’ proibitivo e per chi corre tanti km(2000 all’anno)diventerebbe una spesa non da poco. Magari sfruttando qualche promozione o sconto diventerebbe più facile scegliere di acquistarle.
Voto finale
7
Questa è un’opinione strettamente personale fatta soprattutto da uno sportivo normale e non professionista.
Una parola anche sull’evento…positivo che ci siano occasioni per provare delle novità insieme a professionisti ed altri runner in modo tale da avere opinioni sempre più varie. Ovviamente questi eventi sono possibili solo in grandi città. Speriamo per noi Spilli di avere altre occasioni per poter partecipare a questo genere di prove. Ah, per chi fosse interessato questo evento si replicherà il 21 marzo.
Qui trovate un video promozionale della scarpa, l’adidas sta investendo molto sul prodotto
invece per chi fosse interessato all’acquisto qui sotto il link allo Store
Tabella, uscite, recuperi, ritmi, km e stretching serale.
Ci avevo provato, due settimane fatte molto bene. Anche un articolo sul blog.
Terre di Siena 30k, lunghi programmati e voglia di fare come matti.
Poi qualcosa è cambiato, come Jack.
Ci si è messa un montagna di mezzo, qualche trasloco e qualche ora in meno in cui poter fare girare le gambe.
Una mezza a Zola Pedrosa più o meno portata a casa (con tanto mal di pancia), una mezza a Verona senza brillare particolarmente, poche uscite e km qualitativi.
Ma la partenza di Palestro è dietro l’angolo, che ci si pensi o no, rimane sempre li, 12 Aprile. Non si sfugge, non sarà 2:53′, saranno 3h e poldo, ma sempre 42k saranno.
E allora, un collinare, il culo che tira per aver usato le gambe in modo “diverso”, il sole e le scarpe nuove, la voglia di fare bene che torna, la Maratonina delle 4 Porte a Pieve di Cento per provare a scendere gli 85′, capire in base ai riposi dove poter allungare le distanze…
A volte basta solo un segnale, e il più è fatto…
L.
PS: a proposito, oggi riposo…vai dove ti portano le Kinvara…
La voglia di correre non c’è.
A nulla è servita nemmeno la neve scesa tra ieri e la mattinata odierna, lo spirito podistico se ne è andato insieme al punto di riferimento casalingo e ad un programma di allenamenti che attualmente non c’è. Almeno oggi rinnoverò il certificato medico agonistico, altrimenti Verona il 15 Febbraio diventa realmente solo una gita giornaliera. Per aggiornare il mio tesseramento societario al 2015 invece mi concedo ancora l’inizio della settimana prossima, sto facendo tutto a sprazzi, mi sono totalmente disinteressato in questi due mesi, e va bene così. Tornerà la voglia, l’agonismo, con i lunghi, le ripetute, i fondi lenti e i medi, solo non adesso.
E questo è il momento, per me che corro senza musica oramai da sempre, di suggerire qualche pezzo musicale per accompagnare le vostre uscite, da cantare mentalmente mentre correte soli, da fare con loro ciò che credete sia meglio. La playlist degli spilli è su spotify da tempo, ci sono pezzi di ogni genere, qualcuno adatto alla fatica, qualcuno meno, qui è una mia selezione, un’ora di musica, 14 brani, enjoy:
Vi è mai capitato il sabato mattina di vedere gruppi di persone in leggins e magliette coloratissime fare zig zag tra i banchi del mercato? O forse eravate voi a schivare donne con borse delle spese di plastica e gente in fila per un pollo allo spiedo. Ecco, niente di meglio di Sergio Caputo e il suo Sabato Italiano, nel 1983 come nel 2015 il peggio sembra essere passato. Ma poi c’è sempre uno Zaffani che ti porta a correre troppo.
Adesso però siete già fuori dalla città, Zaffani vi ha salutato perchè lo rallentavate troppo e vi ritrovate da soli. La solitudine, la poca voglia, quanto vorrete correre? Potete iniziare a pensare di tornare subito indietro, ma almeno 7/8 km li volete correre. I Belle and Sebastian con questo pezzo fanno al caso vostro, sarete soli, ma non per così tanto tempo… e poi meglio soli, si dice.
Dimenticatevi i frullati ipercalorici di Kelis, adesso siete diventati runner, e non potete dimenticarvelo. Vi lasciate trasportare dal ritmo tranquillo di questo pezzo, mettete il pilota automatico e godetevi il paesaggio, state scaldando le vostre gambe, il bello sta arrivando.
Non ci sono più scuse, anche se non volete strafare, ‘want to take it slow’, le gambe iniziano a girare un po’ di più e gli Alice in chains accompagnano piacevolmente questo momento, #noexcuses.
Niente vi trattiene più, l’asfalto non vi rallenta più, Macklemore potrebbe quasi farvi pensare di poter scalare di corsa lo Space Needle a Seattle (quello però se non ricordo male era un altro video).
Forse abbiamo esagerato, non è stata una grande idea seguire il flow di Macklemore, e a Seattle ci siete arrivati realmente, partendo da Lodi però. Tornano dei dubbi, “Am I wrong? Have I run too far to get home?”, siamo già troppo lontani per tornare indietro. Però è solo un momento…
… tornate a seguire il ritmo del vostro respiro, del vostro passo, senza curarvi del cronometro. You can go with the flow, credetemi, credeteci. Siamo già a metà strada e forse nemmeno ve ne eravate accorti, meno male che c’è Josh Homme!
E tra flow e wolf c’è solo lo spostamento di due lettere, la strada diventa un po’ in discesa, accelerate. Magari al buio, con la luna piena, sotto le stelle e vi trasformate. Questa canzone dei Tv on the radio è perfetta per un breve fartlek, partenza veloce, poi il ritmo rallenta e alla fine vi ritrovate a tirare ancora, per concluderla a tutta.
E mentre aumentate il ritmo incrociate altri runner, qualcuno lo superate, qualcuno vi supera, volete provare a stare con lui, qualcuno gira l’angolo, come fosse una fuga da qualcuno o da qualcosa. Niente di meglio di questo pezzo, a me ricorda tutti i monday night degli spilli, tutti gli scherzi di quei lunedì sera.
Non è il momento di rallentare anche se forse le gambe si fanno un po’ più pesanti, ma pensate ancora di voler distruggere tutto quello che non va con la vostra corsa. E poi potreste anche avere lo stesso fisico di Iggy Pop, senza rinunciare a tutti gli eccessi che volete! Anche se il rischio di finire come nello spot nike del 1996 c’è sempre…
Non siete morti, faticate solo un po’ di più, senza però fermarvi. Il passo è più pesante come questo brano degli Stone Temple Pilots, però state correte attraverso il mondo e il pensiero può andare al domani più liberamente.
Ci siete quasi, quella che era una corsa breve, è diventata una corsa più lunga. Eravate partiti con Zaffani e invece avete corso da soli, la solitudine del corridore è proprio una cosa così negativa?
Homesickness: distress or impairment caused by an actual or anticipated separation from home.
Un gatto, un ukulele e zero capanne
Forse è questo il motivo della mia disaffezione per la corsa. Avere una casa in ristrutturazione, doverla abbandonare anche solo momentaneamente e perdere le proprie abitudini, i propri ritmi. Dal 7 gennaio, da quando sono uscito da una casa vuota finalmente dopo più di 30 anni tante cose sono passate in secondo piano, concentrato su di una ricostruzione, e la corsa dopo tanto tempo non ha più occupato i miei pensieri.
Con oggi sono 4 giorni che non corro, e prima le volte in cui uscivo per fare un po’ di km dovevo proprio sforzarmi, una volta c’è stato lo stimolo dei 9.92 km per poter entrare in un gruppo ‘esclusivo’, un’altra volta c’è stata un’idea, portata a termine solo all’80%, di fare 5 ripetute da 1000m, altre volte ancora mi sono accodato a Tommi o ho spronato il Biscio, ricevendo a mia volta motivazioni da lui.
Qualcuno dice possa diventare disciplina olimpica prima o poi.
Ma proprio non c’è verso, se posso stare a casa (di Manuel, che non potrò ringraziare a sufficienza per non avermi lasciato sotto un ponte insieme a Wesley…) state certi che lo farò. E in tutto ciò fino al 6 Febbraio sono senza copertura sanitaria e ancora non tesserato per la mia società.
Forse mi iscriverò a Milano, per la Milano Marathon, forse la correrò, ma ancora non mi sono dato nessun obiettivo, nel frattempo per questo 2015 ho solo due certezze, quantomeno per il fatto di aver già pagato l’iscrizione: la Giulietta e Romeo Half Marathon a Verona il 15 Febbraio e la Berlin Marathon a Settembre… per quel giorno spero di essere nuovamente volenteroso, più preparato di Firenze 2014 e, soprattutto, nella mia ‘nuova’ dimora.