La voglia di correre non c’è.
A nulla è servita nemmeno la neve scesa tra ieri e la mattinata odierna, lo spirito podistico se ne è andato insieme al punto di riferimento casalingo e ad un programma di allenamenti che attualmente non c’è. Almeno oggi rinnoverò il certificato medico agonistico, altrimenti Verona il 15 Febbraio diventa realmente solo una gita giornaliera. Per aggiornare il mio tesseramento societario al 2015 invece mi concedo ancora l’inizio della settimana prossima, sto facendo tutto a sprazzi, mi sono totalmente disinteressato in questi due mesi, e va bene così. Tornerà la voglia, l’agonismo, con i lunghi, le ripetute, i fondi lenti e i medi, solo non adesso.
E questo è il momento, per me che corro senza musica oramai da sempre, di suggerire qualche pezzo musicale per accompagnare le vostre uscite, da cantare mentalmente mentre correte soli, da fare con loro ciò che credete sia meglio.
La playlist degli spilli è su spotify da tempo, ci sono pezzi di ogni genere, qualcuno adatto alla fatica, qualcuno meno, qui è una mia selezione, un’ora di musica, 14 brani, enjoy:
Vi è mai capitato il sabato mattina di vedere gruppi di persone in leggins e magliette coloratissime fare zig zag tra i banchi del mercato? O forse eravate voi a schivare donne con borse delle spese di plastica e gente in fila per un pollo allo spiedo. Ecco, niente di meglio di Sergio Caputo e il suo Sabato Italiano, nel 1983 come nel 2015 il peggio sembra essere passato. Ma poi c’è sempre uno Zaffani che ti porta a correre troppo.
Adesso però siete già fuori dalla città, Zaffani vi ha salutato perchè lo rallentavate troppo e vi ritrovate da soli. La solitudine, la poca voglia, quanto vorrete correre? Potete iniziare a pensare di tornare subito indietro, ma almeno 7/8 km li volete correre. I Belle and Sebastian con questo pezzo fanno al caso vostro, sarete soli, ma non per così tanto tempo… e poi meglio soli, si dice.
Dimenticatevi i frullati ipercalorici di Kelis, adesso siete diventati runner, e non potete dimenticarvelo. Vi lasciate trasportare dal ritmo tranquillo di questo pezzo, mettete il pilota automatico e godetevi il paesaggio, state scaldando le vostre gambe, il bello sta arrivando.
Non ci sono più scuse, anche se non volete strafare, ‘want to take it slow’, le gambe iniziano a girare un po’ di più e gli Alice in chains accompagnano piacevolmente questo momento, #noexcuses.
Niente vi trattiene più, l’asfalto non vi rallenta più, Macklemore potrebbe quasi farvi pensare di poter scalare di corsa lo Space Needle a Seattle (quello però se non ricordo male era un altro video).
Forse abbiamo esagerato, non è stata una grande idea seguire il flow di Macklemore, e a Seattle ci siete arrivati realmente, partendo da Lodi però. Tornano dei dubbi, “Am I wrong? Have I run too far to get home?”, siamo già troppo lontani per tornare indietro. Però è solo un momento…
… tornate a seguire il ritmo del vostro respiro, del vostro passo, senza curarvi del cronometro. You can go with the flow, credetemi, credeteci. Siamo già a metà strada e forse nemmeno ve ne eravate accorti, meno male che c’è Josh Homme!
E tra flow e wolf c’è solo lo spostamento di due lettere, la strada diventa un po’ in discesa, accelerate. Magari al buio, con la luna piena, sotto le stelle e vi trasformate. Questa canzone dei Tv on the radio è perfetta per un breve fartlek, partenza veloce, poi il ritmo rallenta e alla fine vi ritrovate a tirare ancora, per concluderla a tutta.
E mentre aumentate il ritmo incrociate altri runner, qualcuno lo superate, qualcuno vi supera, volete provare a stare con lui, qualcuno gira l’angolo, come fosse una fuga da qualcuno o da qualcosa. Niente di meglio di questo pezzo, a me ricorda tutti i monday night degli spilli, tutti gli scherzi di quei lunedì sera.
Non è il momento di rallentare anche se forse le gambe si fanno un po’ più pesanti, ma pensate ancora di voler distruggere tutto quello che non va con la vostra corsa. E poi potreste anche avere lo stesso fisico di Iggy Pop, senza rinunciare a tutti gli eccessi che volete! Anche se il rischio di finire come nello spot nike del 1996 c’è sempre…
Non siete morti, faticate solo un po’ di più, senza però fermarvi. Il passo è più pesante come questo brano degli Stone Temple Pilots, però state correte attraverso il mondo e il pensiero può andare al domani più liberamente.
Ci siete quasi, quella che era una corsa breve, è diventata una corsa più lunga. Eravate partiti con Zaffani e invece avete corso da soli, la solitudine del corridore è proprio una cosa così negativa?
Gli ultimi momenti della corsa vanno vissuti, la fatica diventa metafisica, trascende il corpo, la mente e ciò che vi circonda. E quando vi fermate le sensazioni vi avvolgono come questa suite di Handel. C’è musica migliore per concludere questa corsa?
BONUS TRACK:
Perchè correre fa bene a tante cose, ma migliora anche altre capacità atletiche…
M.
P.S.: Quasi quasi dopo aver scritto questo stasera un’oretta di corsa me la faccio…