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Pronti, partenza, campestre.

Neanche a farlo apposta, oggi ha nevicato! Sarà perché finalmente due spilli sono riusciti ad esordire in una corsa campestre, o con termine internazionale, cross country?

No, penso sia solo che le temperatura era intorno agli 0° e invece di piovere ha nevicato. Ma sono pronto ad essere smentito…

Comunque, dato che nessun agente atmosferico ci ha evitato, a me medesimo e a Michele Checchìa, con l’accento sulla i, di raggiungere Chieve, ci siamo finalmente tolti lo sfizio di provare questa durissima corsa, di cui si conoscono grandi tradizioni e si narrano leggende su esperti e folkloristici partecipanti.

Tutto bello? Bè, quasi. Ultimi di categoria. Ma ultimi ultimi, proprio una cosa che “ci abbiamo provato niente”.

Ma per forza, i corridori erano veramente fenomenali, una lista partenti di prima categoria, tutti con le loro belle scarpe da cross, ordinate con sapienza da Wiggle o, proprio male che vada, da Zalando.

Recito solo alcuni dei podisti, con relativo curriculum sportivo di tutto rispetto:

1 – Antonello Gulmini. Quotatissimo alla partenza, dove purtroppo non riesci ad arrivarci. Uno scivolone al parcheggio, dove la strada era un poco più ghiacciata, non gli permette di essere ai nastri di partenza. Inconvenievole spiacevole. Riprenditi presto, Gastone Mirabelli!

2- Anselmo Macinanoci. Eccolo, il mio avversario per eccellenza! Dopo averlo battuto nell’anno solare 2012, mi da una severa batosta, condita con l’aeroplanino alla Montella all’arrivo. Non ho potuto fare altro che invitarlo a Caviaga, nel tratto della morte, in data 04/02, per una sfida all’ultimo sprint.

3 – Ferrante Galmozzi, detto anche “Ferro” o “Ferrante Galmozzi detto Ferro”. Il beniamino di casa, ad ogni suo passaggio, una folla molto nutrita e variopinta (numero 3 partecipanti) non perdeva l’occasione di osannarlo, incitarlo e lodarlo con cori beceri. Ho udito con le mie orecchie qualcuno gridare, al giro 3:”Vai Ferro, neanche Zaffani riesci a starti in scia!!!”. Follia.

4 – Il solito tipo che parte fortissimissimo, più dell’universo, e poi va in calando. Intervistato dal Bragagna di Bagnolo Cremasco, tale Silvio Sbardelli, dichiara: “Devono ancora inventarla una campestre dove non lo prendo in quel posto!”

4 – Kennedy Toshiba, per gli amici e i creditori “O’ Jiammaicano”. Tenuta da vero rastafariano, corre solo ed esclusivamente con un cappello che ricorda molto le sue note origini esotiche. Noto alla cronaca locale per essere stato l’unico partecipante alla Reggae Marathon a Kingston (conclusa con l’ottimo tempo di radicequadradi2oree44minuti) ad essere stato trovato “non positivo” ad un controllo antidoping alla cannabis. Illibato.

5 – Ignazio Maria Stromberg. Corridore di altri tempi, capigliatura sbarazzina, ricorda vagamente un ex calciatore dell’Atalanta , di cui porta anche il cognome. Non manca mai di correre con una fascia di lana sponsorizzata Barilla.

6 – Una serie infinita di triatleti cremonesi, a cui rivolgo una domanda. Ma non potevate, voi che avete almeno altre due alternative, andare a nuotare nel Serio invece che venire a Chieve a bacchinarci di brutto?

Tutto il gotha del campestrismo provinciale ed internazionale era a questo evento. Con onore abbiamo partecipato e provato a difenderci. Anche se è decisamente servito a poco!

Non manca più nessuno, solo non si vedono i due Albi’s Angels…

Albi's Angels! Manca il 3°

Albi’s Angels! Manca il 3°

L.

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C’è sempre una prima (cross)volta

C’è sempre una prima volta, no?

E così domani, alcuni Spilli (io e Michele per la precisione) faranno ufficialmente la loro prima gara di cross, in quel di Treviglio, ridente cittadina della bergamasca.

Ci avevano provato anche il duo Zaffani&T.J.M. Bricca la settimana scorsa, ma chi per problemi organizzativi (il Zaffani) o chi per complicazioni articolari (i TJMB feat. il proprio ginocchio), hanno dovuto rimandare il debutto Spillo-ufficiale.

Dicono che andrà a nevischiare. Pazienza, non penso che sarà quello il vero problema. Il fango è un bel contorno.

Credo piuttosto che dovremo competere per non arrivare nelle ultime posizioni; mi sa proprio che si correrà con il coltello fra i denti.

Speriamo in bene allora! E contiamo di non finire così…

 

A domani!

L.

PS: per info sulla gara, http://www.trofeomonga.it/.

Volantino: http://www.trofeomonga.it/allegati/Volantino%20Treviglio%202013%20.pdf

E per chi va a Melegnano, una sonora pernacchia!

 

 

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Eroi, miti, cadute, speranze, delusioni.

Cosa faccio, ti lascio li o ti tolgo?
Sei li sul mio letto, spesso ti guardo prima di addormentami, mi ricorda Fabio, mi ricorda quando collezionavo le figurine sui ciclisti, forse unico in tutta la scuola, a soli 8 anni. E li sapevo tutti a memoria. Tutt’oggi, li so ancora tutti a memoria, più o meno.

Mi ricorda i tempi in qui c’era Marco, sull’Alpe D’Huez o sul Mortirolo, che staccava tutti, così, facile facile. Leggero ma potente.

E poi mi ricorda che qualcuno in te credeva e bramava più di me. Qualcuno che, con qualche anno di più, cresceva con il tuo mito, venerando la tua figura, come ciclista e come uomo, prima di tutto.

Ha vissuto la tua vittoria a Oslo, sotto l’acqua, in solitaria, imberbe, sconosciuto, tanto da appendere la tua foto al traguardo in garage. E io, nei pomeriggi d’estate, andavo giù ad osservarti, e ad imitarti, girando per il cortile; ha pianto di dolore, prima sul Colle del Portet-D’Aspet, sperando in un miracolo, che non è avvenuto; e ha poi gioito della tua impresa, quando hai vinto in solitaria, alzando le dita in cielo per dedicare la vittoria a chi non c’era più.

Oslo, 1993

Oslo, 1993

Poi la malattia. Incredibile, il male aveva scelto proprio la persona sbagliata. L’hai distrutto, il male. Sei tornato. 7 Tour de France, dominati. Nemmeno Merkcx, nemmeno Indurain, nessuno è stato grande come te. Ullrich ti sognava di notte, ha preso 20 chili dalla disperazione. Io passavo i pomeriggi d’estate a guardarti dominare. Uscivo dopo, prima venivi tu.

L’unico che ti ha messo in difficoltà, a livello agonistico, e ti ha fatto perdere le staffe in conferenza stampa, è stato Marco. Se solo ti vedesse adesso, come ti sei fatto piccolo. Gli sfuggirebbe un sorriso, amaro, come suo solito.

Ho ereditato il letto su cui sei appeso. Non mi ricordo se in garage ci sei ancora. Penso a chi in te credeva veramente, ci sperava e ti ha portato su un piedistallo. Tra qualche giorno, glielo chiederò, cosa pensa di te. E cosa pensa di fare con la tua foto.

Io, non ho il coraggio di toglierti. Per me sei rimasto il Lance di Fabio, quello che va a vincere per ricordare il suo compagno di stanza, l’amico di allenamenti. Per me, ti sei fermato li, al 1995. Con quell’impresa, che mi commuove tutte le volte.

Per Fabio, 1995, Limoges

Per Fabio, 1995, Limoges

Sull’amicizia, texano, in un caldo pomeriggio di luglio, mi hai insegnato tanto. Forse tutto, in un solo semplice gesto.

L.

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Il Corridore

Anno nuovo, rubrica nuova?

L’idea è venuta a Michele, io ci provo, non penso di esserne molto abile. Spero solo di allietarvi un pò la serata.

Il titolo può trarre in inganno. Care giovini ragazze, qua non si tratta di Zaffani. Il bel Marco, questa volta, ne deve fare ancora di strada per arrivare dove è arrivato l’autore di questo libro.

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Esatto, si tratta della recensione, più o meno, di un libro, che ho letto e che mi ha preparato, mentalmente, alla maratona di Firenze. Il lavoro fisico conta, ma anche le motivazioni, al di fuori dei km macinati, contano parecchio.

“Il Corridore” è un libro scritto da Marco Olmo, con l’aiuto di Gaia De Pascale. Edito nel 2009, e ristampato nel 2012, ne sono venuto a conoscenza dopo ore ed ore passate su Amazon alla ricerca di qualcosa di interessante da leggere. Ovviamente sul tema più gettonato di questo periodo, la corsa.

Che poi corsa. Si c’è anche quella, ma il contorno non è mica male. Per chi non conoscesse Marco Olmo, la descrizione penso possa avvenire in poche semplici parole: “A 58 anni è diventato campione del Mondo vincendo l’Ultra Trail Du Mont Blanc, la gara di resistenza più importante e dura al Mondo: 167 km attraverso Francia, Svizzera ed Italia, oltre 21 ore di corsa ininterrotta attorno al massiccio più alto d’Europa”.

Eppure c’è molto altro. Fosse solo questo (solo?) sarebbe anche poco interessante. Il percorso sostenuto dal nostro eroe è piuttosto travagliato; tutti i giorni, sveglia alle 5, corsa, colazione e 8 ore di fabbrica. Tutti i giorni, per almeno 30 anni. Sicuramente, nessun gli ha regalato nulla.

Forse, il segreto di tanto successo è anche, se non soprattutto, questo. Faticare correndo, per lui, è solo una piccola parte di quello che sopportava ogni giorno a spaccare pietre e scavare la terra.

Tutto qua, non mi prendo la briga di raccontarvi altro.

Vi dico solo di essere rimasto perdutamente ammaliato da questa figura con il volto scavato, magro come un chiodo, che non va veloce, ma resiste, fino allo stremo delle sue forze.

Ora forse si capisce dove ho trovato tanta forza a Firenze, soprattutto negli ultimi km di gara. In mente avevo ben salda l’immagine di questo mio “resiste” eroe normale.

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Caro Babbo Natale, siamo gli spilli e…

Siamo già a Natale, è tempo di regali.

Mi prendo l’onere e l’onore di stilare una lista di regali da poter elargire a noi spilli, sempre bisognosi di attenzioni e stimoli.

Caro Babbo Natale, fai attenzione qui sotto!

1 – Sveglia con ultrasuoni. Così, se non si sveglia chi si deve svegliare, con il solo suono della sveglia, tutti i quadrupedi del quartiere lo obbligheranno a scendere dal letto a furia di ululati. E mazzate di cani e padroni di cani.

2 – Calzamaglia nuova, sicuramente degna della precedente. Deve essere comoda ed avvolgente, servirà per plurimi scopi, non ultimo quello di cavalcare all’ippodromo di Tor Vergata in primavera.

3 – Paraurti nuovo, lato destro, per Mini anno 2006, colore bianco panna. Se vuoi farti un’idea o vedere il modello, è sulla strada provinciale che da Dovera porta a Pandino, dimenticato li da qualche sbadato.

4 – Iscrizione alla prossima DeejayTen. Non vogliamo farci trovare impreparati per l’anno 2013. Non vorremmo trovarci nella situazione di quest’anno, dove qualcuno ha dovuto chinare il capo di fronte alla chiusura (troppo anticipata,secondo il nostro punto di vista) delle iscrizioni.

5 – Elefante indiano, di modeste dimensioni, agile nel gioco del Polo su elefante, appunto. Ci fidiamo della tua buona conoscenza, sappiamo che non è facile trovarlo, così come non è facile trovare uno sport ancora “vergine” da poter praticare una volta superata la maratona e il triathlon. In alternativa, un divano nuovo. O un nuovo gioco per X-Box.

6 – Un pizzico di polemica in più. E si, perché insomma, di polemica non se ne può fare a meno, e molto spesso non basta. Accettasi anche qualche lezione in aula, con tutor dotati di notevole carica polemica. Se non è disponibile Filippo Facci, si accetta anche Giuliano Ferrara, l’importante è che paghi lui la mensa.

Questo è quanto.

Sappiamo che sarai molto impegnato, ma chi siamo noi spilli, gli ultimi degli stronzi?

L.

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Facile!

“Ma dai, sotto le 3 ore è facile!” (cit. corridore cremasco, anzi, originario di Gatulì)

Si, come no. A dirlo, sicuro. A farlo, forse. Cioè, è fattibile, ci sono riusciti almeno, e solo in Italia, circa 1800 persone. 

Fatto sta che, comunque, sono parole che spronano. Difatti, stamane mi sono ritrovato sul cavalcavia a fare le ripetute sui 100 metri…in salita!

E però. Anch’io dico che alla prossima maratona l’obbiettivo è quello, però dire che è facile, mi sembra esagerato. C’è pur sempre da corre veloce (dipende dai punti di vista) per 42195 metri.

Apprezzo coloro che sono sicuri di se, sanno dove vogliono arrivare, come centrare l’obbiettivo dopo essersi preparati al meglio. Non nascondo che anch’io voglio arrivare al loro stesso livello.

Per ora, trovo ancora che ci sia uno scoglio, un ostacolo, più o meno sormontabile, da oltrepassare. 

Per la cronaca, la persona che ha proferito la sopracitata sentenza, ha chiuso l’ultima Maratona di Reggio Emilia in 2:58’32”. Con una contrattura al polpaccio e dopo vari contrattempi avuti durante l’ultima settimana prima della gara. Tanto di cappello, spero un giorno di arrivarti vicino, almeno la finirai di prendermi simpaticamente in giro per quanto vado piano.

Ultimo punto: ufficiale, allenamento per la Milano City Marathon iniziato. Se cercate un piano di allenamento, vi consiglio questo, stilato in collaborazione con a rivista Correre, che cercherò di seguire con minuziosità.

A voi la scelta, anzi, pick your poison!

Buona serata, e che Aceto sia con voi!

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Allego Allenamento MCM 2013

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Rigenerante

Allaccio le scarpe e riparto. Tommi mi attende. Tempo di linkarmi e posso cominciare.

Ho un “leggero” fastidio ai quadricipiti, e mi tira un polpaccio, precisamente il destro; fatico a muovere le gambe, le trascino, di alzare bene le ginocchia non se ne parla proprio. Leggo il ritmo, abbondantemente sopra i 5′ a km, ma molto abbondantemente. 

Potevo anche stare a casa, rimandare a domani, ma correre sul dolore mi fa ricordare, mi dimostra che quello che c’è stato domenica è successo davvero, non è stato un sogno; mi dimostra che ho fatto fatica, ma che è anche stata ben ricompensata sotto forma di gratificazione personale.

Corsa lenta rigenerante. Mentre vai la maledici, vuoi fermarti, ma sai che sotto sotto fa bene, ti aiuta a sciogliere; difatti stamattina mi sentivo meglio, decisamente più scattante.

Più passa il tempo, più rivedo in domenica 25/11 la giornata perfetta. Non trovo che sia andato storto qualcosa; continuo a rivedere a gara nella mia mente, mi ritrovo sul percorso, passo in rassegna chilometri e luoghi, facce stanche, ristori e sorpassi. 

Capisco di essere stato bravo, e infatti il tempo finale lo dimostra. Però c’è qualcosa di più; ho iniziato a correre per divertimento, un pò per affiancare qualcuno, un pò perchè faccio fatica a stare seduto sul divano. Trovo che, dopo 2 anni, la corsa mi ha dato una convinzione in più, la capacità di trovare e superare il limite, mi aiuta a non arrendermi anche quando faccio fatica a continuare. Anche nella vita di tutti i giorni, mi sento sempre con una marcia in più.

Al di là del risultato, da me insperato ma decisamente inseguito, trovo il correre il valore aggiunto della mia esistenza. Mi da equilibrio, slancio e capacità di rapportarmi al meglio con chiunque.

Ho vissuto, negli ultimi chilometri della gara, sensazioni contrastanti: la stanchezza mi faceva ragionare poco, ma capivo che quello che stavo facendo era grande, forse la cosa più grande che per ora abbia mai fatto durante la mia vita. 

E’ solo sport, sono 42,195 km, ma paragonarla alla vita comune non è poi così sbagliato. Ne sono sicuro, mi ha migliorato.

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Per la cronaca, ho concluso in 03h03’45”, che in real time sono 03h03’06”. Non mi rimprovero nulla, gara costante e il finale in crescendo. Non sono andato sotto le 3 ore, ci ero vicino, ma per quello c’è tempo. 

Anzi, sotto questo punto di vista sono anche più felice; ho un motivo in più per allenarmi e mettermi sotto con più determinazione!

Alla prossima per aggiornamenti, progetti futuri e sogni da realizzare.

Buona serata.

L.

 

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Stanchezza

Come definirla? Credo, con una parola, soddisfazione.

Poche righe, sono veramente troppo stanco per scrivere qualcosa di interessante. Rimando a domani o dopo, mi prendo un pò di tempo per rifiatare e riordinare le idee e i ricordi.

03h03’06”. Se penso solo a qualche mese fa, mi scappa da ridere…

Grazie a tutti, Michele, Roberto, Tommaso, Marco, costanti e precisi compagni di allenamento; Elena, che sempre mi insegna qualcosa e mi sostiene,  capace di crederci anche quando io ci credo meno. Mi dai sempre una marcia in più; Samuele, Martina, parenti di Martina e di Tommaso, puntuali tifosi e sostenitori.

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Con un sorriso sulle labbra, e gli occhi umidi, e le gambe un poco stanche, posso anche andare a letto. A tema.

L.

PS: Toh, fanno rivedere la replica della maratona. O bè, il piumone più attendere…

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Alimentazione Pre Gara

Eccoci!

Settimana della maratona, ero teso prima, figuratevi ora. Cerco di pensarci poco, scarico gambe e mente, piano piano, per arrivare carico, o almeno spero, a domenica, ore 9:15, per la partenza sul Lungarno.

Mi è stato chiesto di parlare di alimentazione. Chissà perchè proprio io poi, che non seguo diete o altro. E’ vero, cerco di mangiare giusto, e difficilmente sgarro, e non mangio dolci la sera, evito il gelato, non metto lo zucchero nel caffè, non mischio le proteine con i carboidrati, mangio alimenti poco conditi. Ora che ci penso, inizio a farmi due domande…

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Comunque, il mio protocollo dice:

1 – Mercoledì o giovedì scarico carboidrati. Niente pane, pasta, riso. Mangiate carne(meglio bianca), molta verdura (legumi), frutta lontano dai pasti (evitate le banane, poco digeribili e alzano il livello di zucchero nel sangue), pesce (merluzzo o salmone).

2 – Venerdì e sabato carico carboidrati. Qui ci si può sbizzarrire. Pasta, riso, patate, pane. Attenzione però; non esagerate, mai troppa pasta (100, massimo 150 grammi). Il perchè è semplice; difficile da digerire, da una sensazione di pesantezza e gambe molli (richiama molta insulina, e quindi aumenta il livello di zuccheri nel sangue). Meglio il riso, un pò di patate lesse, cracker meglio pane; quest’ultimo meglio integrale, meno lavorato. Anche qua, molta verdura (fagioli, farro, ceci e zucchine in primis). Inoltre, io aggiungo sempre, magari la sera dopo l’allenamento, un pò di frutta secca, come noci, mandorle, nocciole e uvetta. Diminuite le proteine (evitate la carne, di difficile digeribilità).

3 – E arriviamo a sabato. Mai saltare un pasto l’ultimo giorno. Abbondante colazione, spuntino di metà mattina (frutta, yogurt o barretta ai cereali), pranzo, merenda e cena. per la cena, abbondante riso bianco, un pò di verdura e un pò di pesce. Crostata.

4 – La mattina della gara, colazione normale, come siete più abituati. Per me, pane con marmellata, crostata, un pò di te e qualche biscotto ai cereali.Meglio farla 3 ore prima della gara, e mangiare qualche gelatina o barretta un’ora o 30 minuti prima della prestazione, per non appesantire troppo la digestione.

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Almeno, questo è quello che di solito mangio io. Di solito funziona (non a Parma per intenderci, dove ho proprio sbagliato la colazione prima della gara), ma ognuno sa cosa preferisce e cosa fa meglio al proprio organismo.

Aspettando una citazione in giudizio da parte di qualche dietologo, vi auguro buone cose.

Tremate, Firenze è vicina!

L.

Mi permetto di farvi vedere l’effetto che ha avuto su di Lello il “No Carboidrati Day”

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BaKo

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21,097k with laps!

Ore 9.28. Dopo aver ritirato il pettorale, fatto un breve riscaldamento ed essermi inserito nella griglia di partenza, sono pronto per linkarmi e partire. Sono ready, aspetto solo lo sparo. Che arriva puntuale alle 9.30. Qualche secondo e passo sotto il gonfiabile. Ed ecco che, improvvisamente, mi viene in mette ciò che ieri sera, prima di addormentarmi, non ho fatto; togliere i giri dal gps, che avevo usato venerdì. 

Ecco, questo è forse l’unica pecca della giornata. Ma in realtà, neanche questo contrattempo mi ha troppo infastidito.

Veniamo alla gara. 3100 partecipanti, si vede che è una mezza sentita, importante. C’è veramente tanta gente, la piazza si popola mano a mano che il tempo passa e ci si avvicina l’orario della partenza.

Subito, appena arrivato, devo fare i conti con la popolarità che a noi Spilli sta cascando addosso. Parcheggio, scendo dall’auto e subito una simpatica coppia mi riconosce, apostrofandomi come uno Spillo-scrittore. Va bè, oramai bisogna abituarsi ad essere riconosciuti…

Ritiro il pettorale e incontro mi cugino e alcuni suoi compagni. Mi chiedono che tempo ho in mente di fare, esagero un pò lanciandomi con un 1h25′, che per loro è un pò come passeggiare. Faccio un ultimo giro e ritorno alla macchina per iniziare a cambiarmi.

La canotta nuova è notevole, abbondante come piace a me, mi trovo bene. Vedo i booster in fondo alla borse, insieme ai manicotti; penso che per oggi ne farò a meno, il tempo è bello, quasi 15°. Non c’è bisogno di coprirsi troppo, metto solo un copricollo leggero, per coprire la gola.

Iniziano e fasi del riscaldamento, cerco di portarmi sulla linea di partenza, che ancora qualcuno mi riconosce. Stavolta non per via del gruppo, ma perchè “…ti ho visto alla Decathlon”. E’ dura la vita, altroché!

Conoscete già le fasi appena prima della partenza. Dopo lo sparo, i primi 2 km volano, forse la partenza è un pò forte (3’54”-3’44”), ma penso di poter tenere per ora questo ritmo.

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Le gambe si iniziano a fare sentire dopo l’8°k, ma stavolta di stomaco sto bene, è solo un pò di fatica, niente di preoccupante, per ora! Trovo tanti treni a cui aggrapparmi, il ritmo è sempre buono (costantemente sotto i 4′ al km) e un mantra mi gira per la testa: “Oggi, non hai nessun motivo per mollare!”. non guardo quasi mai il cronometro, un pò per scaramanzia, un pò perchè i laps sono sempre li a darmi un pò di fastidio. 

 

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Arrivo al 17° km e la stanchezza inizia a farsi sentire. Qua commetto una piccola zaffanata; non mi accorgo che il percorso curva a destra e tiro dritto; per fortuna, sono richiamato subito all’ordine e perdo pochi secondi, ma il ritmo, quello si. Inizio ad accusare, gli ultimi 3 km sono molto difficili, rallento fino a 4’08/4’10”. Ma oramai il traguardo è li. 

Ultimi 200 metri, salita ( e che salita!) e arrivo. Cerco di scrutare il cronometro e con mia enorme sorpresa leggo 1 ora, 24 minuti e 11 secondi, che in real time sono 1h24’04”! Sapevo di essere andato bene, ma non pensavo così bene. Trovo mio papà, e con le poche forze che mi sono rimaste gli sorrido, estremamente contento del risultato ottenuto. 

Rubo qualche banana, briosche e integratori. Mi cambio e ritorno a casa. Tempo di mangiare qualcosa e via al lavoro, 6 ore di cassa mi aspettano. Almeno lì posso stare seduto, ed a sostenermi ci sono ancora molte endorfine!

Ora esco a corricchiare, le gambe lo richiedono. Da giovedì vediamo di ricominciare a darci dentro.

L.

P.S. : Un grazie particolare a mio papà, che mi ha accompagnato nelle nebbie cremonesi. E un pensiero speciale a te, che da lassù mi guidi e mi spingi a migliorarmi sempre.