Do It Again (@ Lodi Relay Marathon)

Domenica, ore 6:39: fuori piove e sono ancora tra le braccia di Morfeo.
Ore 6:40, parte la sveglia -“Do It Again” dei QOTSA- e Dave Grohl non fa in tempo a scandire i quarti iniziali con la grancassa, che io sto già imprecando contro l’imprecabile.

In quel momento, solo due cose potevano rinfrancarmi: essere strangolato dall’uomo nero, oppure sperare che qualcuno avesse la mia stessa voglia di alzarsi e andare a correre. Fortunatamente si verificò la seconda ipotesi.

Boogieman Gervinho, qui ritratto in abiti borghesi, quando non è intento a spaventare Spilli e bambini nel sonno.

Per l’appunto, sul gruppo di WhatsApp, compare un “Chi vota per un ‘Ce la corriamo da casa la Relay‘?” firmato Magic Zaffo.

Sì respirava un po’ di tensione nell’aria: chi si preoccupava di nascondere il cellulare nuovo dalle grinfie di qualche malintenzionato, chi si preoccupava di andare al lavoro e chi, come me, si preoccupava di arrivare sano al traguardo…

Mi vesto e mangio solo due biscotti e mezzo. Le sfogliatine, l’altra volta, non avevano portato bene. E, dopo una cena giapponese, meglio stare attenti. Il “katsu-dom” (una pronuncia, un programma) della sera prima non era proprio il massimo della leggerezza.

Munito di borsone, 4 sacche e di ombrello, a piedi, tento di presentarmi per le 7:30 al BPL Center, dove gli altri Spilli (Bako, Tommi, Lello, Miki, Zaffo + il nuovo acquisto Marco) si stavano preparando e dove dovevo aspettare i miei compagni di gara: Ilaria, Massimo e Giorgio.
I primi due, avevano già corso in aprile la maratona di Roma. Giorgio, se trova continuità e non prende dal sottoscritto, potrebbe farcela anche lui a disputarla.
Io mi devo preoccupare di terminare distanze più brevi…

Si ride e si scherza dentro l’auditorium e, puntualmente, vengo punzecchiato dagli altri Spilli per non aver ancora comprato lo SportWatch e per aver fatto delle stime un po’ troppo approssimative sui miei tempi attuali. Basarsi con la durata di un disco come “Repeater+3 Songs” (42 min) su una distanza di 8? 9? 10?  km, effettivamente, non è molto professionale. Il contapassi, poi, mi aveva abbandonato…

Le 7:50 della partenza arrivano in fretta. Tra riscaldamento e vestiario (maglia termica, maglia running, felpa da running e k-way) niente poteva fermarmi. Dite che ho esagerato?

Si parte!

Per i primi 500 metri riesco a vedere Tommi e Zaffo condurre il gruppo, poi li perdo. Stavano andando sotto i 4 minuti al km e, per il momento, non è un passo che posso sostenere a lungo.
Tommi, in seguito, dichiarerà di aver visto Zaffo correre sulle acque.
Tornando alla corsa, il percorso è abbastanza vario: si passa dal cemento allo sterrato, dal centro di Lodi ai campi della Barbina.
I 15 strati di vestiti che avevo addosso, inoltre, mi hanno salvato da un fastidioso vento umido nel tratto del cavalcavia (Aaaah, la provvidenza!).
Fango e pozzanghere -puntualmente centrate- erano l’altro nemico da battere.

Il tragitto passa dalla zona dell’ospedale. Da lì, si taglia per la micidiale scalinata di via Secondo Cremonesi. Quella salita ha sicuramente rovinato i progetti di personal best per molti…
Si passa anche dalle scivolose vie del centro per poi tornare su via San Bassiano e raggiungere al traguardo i propri compagni di squadra.

Un po’ stanco, lascio il testimone a Ila. Sapevo di averlo messo in buone mani. Infatti, con vento e pioggia battente, riesce a percorrere i 10,5 km in 55 minuti (circa. Mi ricordo solo il tempo di Giorgio…). Dopo è il turno di Massi (con Federico, il fratello di Ilaria, in qualità di intruso) e, più tardi, di Giorgio, che dopo una corsa disperata da Sant’Angelo a Lodi (in auto), piazza un ottimo 46′.

Terminata la gara, c’è tempo per scambiare quattro parole tra Spilli ed aspettare Bako, Miki e Tommi, che dovevano terminare il loro piano di allenamento.

Unica nota storta della giornata è la mancata foto con la canotta ufficiale degli Spilli, ma non si può pretendere tutto. E poi c’è sempre tempo per auto-invitarsi a casa di Tommi per scattare la foto…

9,4 + 12,3 = 21,7 km

 La mia partecipazione alla  Milano Fit Marathon ha creato un hype inaspettato.
A questo punto, un articolo sul blog, potrebbe giustificare da solo la fine del Mondo. I Maya non si offendano.

Non ricordavo esistessero le 6:25 della domenica mattina. Generalmente le 10:00 del settimo giorno della settimana coincidono con l’alba.
La sveglia parte. “3’s & 7’s“, programmata sul cellulare, si fa subito sentire.
Avrei preferito svegliarmi attorniato dalle ragazze del video, ma tant’è…
A fatica, mi alzo dal letto, e comincio a deambulare per la casa come uno zombie. Le 4 ore scarse di sonno si sono fatte sentire.
Colazione con acqua e 4 sfoglie -dettaglio che si rivelerà fondamentale qualche ora dopo- e via, con addosso la tuta dell’Inter, verso casa di Bako.
Per le 7:24 mi presento davanti a casa sua, dove Michi ci stava aspettando per la partenza in auto.

Il viaggio prosegue senza intoppi e per le 8:10 siamo all’Idroscalo. Con un anticipo di circa 2 ore sulla partenza.

Data la gran mole di tempo a nostra disposizione, andiamo al gazebo per recuperare i nostri pettorali evitando la fila (che, visti i circa 300 partecipanti, non è mai esistita).
Bako e Michele ritirano il pettorale senza problemi. Quando arrivo io, qualche benpensante decide di staccare il compressore facendo sgonfiare sulla mia testa il gazebo.

Quando sarai al cospetto di Dio, lui ti chiederà il tempo della DeeJay Ten*

In quel momento, le parole pronunciate soltanto una settimana prima da Tommi, cominciarono a rimbombarmi nella testa. Facendomi capire che non sarebbe stata una giornata da ricordare…

Roma, 20 ottobre 1951 – Milano Fit Marathon, 14 ottobre 2012

Ritiriamo le sacche. Al loro interno c’erano 2 magliette di cotone, una spugna (col tempo che c’era, sarebbe proprio servita in gara…), il numero di ottobre di Marathon e 34€ di buoni dal McDrive.
Scendiamo negli spogliatoi, ci cambiamo, depositiamo le borse e cominciamo il riscaldamento pre-gara.
Tra una corsetta, un allungo ed un po’ di stretching, Michi mi fa notare una presenza piuttosto nota nell’ambiente interista, ovvero Claudio “CR70” Ranieri. Poi deceduto in circostanze misteriose…

Arrivano le 10:00 e tutti sono ai blocchi di partenza e…via!
Con grande disonestà nei miei stessi confronti, vista la condizione fisica non proprio al top, scelgo di tenere lo stesso passo di Michi, che gentilmente si è offerto di farmi da pacer. Bako intanto era ben lanciato verso il tempone di 1h:29′:18″.

Tutto sommato, riesco a mantenere un buon ritmo, per i primi 8 km, ma poi…

Buon passo, poi il crollo.

Terminato il primo giro, tento affannosamente di rifocillarmi bevendo un po’ di acqua al ristoro posizionato alla fine del rettilineo. Pessima idea.
L’acqua fresca aveva innescato una bomba, così, menomato dai crampi alla pancia, tento un pit stop al cesso più vicino. Resistere era impossibile. O da pazzi. Chi reggerebbe altri 12km con una zavorra del genere? E, comunque, anche a piloti affermati come Raikkonen è accaduto qualcosa di simile. Anche se non in gara.

Liberatomi della zavorra, riprendo la gara incazzato come una iena. Saranno stati forse i legumi con würstel+pane+3 noci+yogurt con cereali+colazione a base di sfoglie a farmi questo? Mah…
Ovviamente, durante la pausa, il mio iPod perde il segnale del sensore. Così ripresi con una nuova sessione.

Per i primi km del secondo tratto, questa incazzatura, sembrava darmi una spinta in più, ma il mio stato di forma e le poche ore di sonno erano destinate a pesare sul rendimento…

L’affannosa corsa verso il traguardo.

Fino al 16° km le gambe  tengono, poi cominciano ad indurirsi e la corsa si fa più contratta.
Ringraziando quello stronzo di Zeus, infine, comincia a piovere sempre più forte e, man mano che mi avvicinavo al traguardo, dovevo cercare di mantenere la concentrazione necessaria per poter terminare la gara. Ne andava della mia credibilità, e siccome non mi chiamo Antonio Conte, ho fatto il mio dovere ed ho concluso con un deprimente 1h:47′:11″.

Ritiro la mia medaglia dalla ragazza dai capelli rossi, lascio il chip, prendo la maglia e la borsa e mi dirigo verso gli spogliatoi col morale un po’ a terra. Gli altri due Spilli erano già lì da tempo e, solo dopo la mia spiegazione, capirono la situazione in cui mi ero andato a cacciare. E furono comprensivi, visto che 1:47 è anche l0 stesso tempo della prima mezza maratona di Bako…

Al ritorno, colona sonora: The Lofthers. Per l’acqua presa, temevo mi venisse un’inflowenza!

*La settimana scorsa sono stato escluso dalla DeeJay Ten perché è stato superato il limite di iscritti. E perché sono stato un pirla ad aspettare l’ultimo giorno.