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Lo faccio domani

Procrastinare.

Mi ha accompagnato per tanto tempo, per molte avventure completate a fatica, o addirittura mai portate a termine, ed è sempre molto affascinante, utilizza le parole giuste per distrarmi, per propormi impegni facili, istantanei. Ultimamente ha cominciato a visitarmi anche quando si tratta di uscire per correre, di allenarmi per gli obiettivi prefissati.

Devo correre 13 km! Lo faccio domani! – Devo ordinare le scarpe nuove! Lo faccio domani – Devo iscrivermi alla Lago Maggiore Marathon! Lo faccio domani! – Devo farmi cambiare il GPS che non funziona! Lo faccio domani – Devo sistemare casa! Inizio domani!

Si fa sempre trovare attenta, in ogni circostanza. E per un motivo o per l’altro il mio allenamento sembra naufragare, tutte le costruzioni pian piano crollano. E domani diventa il 29 Settembre e la Strongman Run, il 7 Ottobre e la Deejay Ten, fino ad arrivare a Novembre, al 25, e domani mi trovo a Firenze totalmente impreparato per la maratona!!! Ed era già successo ad Aprile per Parigi, ma in quel caso c’erano motivi un po’ più seri, un po’ più opprimenti. Adesso quali sono le motivazioni?

“Il libro delle scuse, con me, ha poche pagine!”. Si può pensare male di colui che pronuncia queste parole, ma lui ha avuto una relazione con Heidi Klum, qualcosa della vita dovrà aver pure capito!

Invece per me, anche in questo caso, sembra esserci sempre una scusa. Il GPS che non scarica più le corse e ha la memoria piena, il viaggio negli USA prima e in Cina poi, la pioggia, il caldo, il freddo, loro che sono irraggiungibili.

Ora è già domani, Rovereto, Milano, Firenze sono già oggi!

Lui aveva la scusa pronta!!!

P.S.: Oggi ho ordinato le scarpe e mi sono iscritto alla 33 km della Lago Maggiore Marathon. Adesso devo correre e farmi cambiare il GPS, lo faccio domani!

M.

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The end is a beginning

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Si comincia! Dopo 3 giorni a Cape Cod per un matrimonio si ritorna a Boston e il solo vedere davanti ai miei occhi l’arrivo della maratona più vecchia del mondo (mi pare) stimola lo spirito da spillo. Ho già corricchiato 7 km per festeggiare lo sposo, ma adesso voglio continuare la preparazione a Firenze qui, dove tutti fanno jogging, qualcuno corre più seriamente, ma comunque c’è un bell’ambiente!

Gli spilli lo sanno, insegnerò a correre agli americani!!! 😉

M.

P.s.: Scrivere con l’iPad è particolarmente scomodo…

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“Non è un monday night per vecchi”

Sic transit gloria spillorum

Eravamo reduci dal monday night più numeroso della pur breve storia degli spilli, nella precedente occasione ben 10 partecipanti si erano presentati nei punti di ritrovo segnalati dal passaparola sotterraneo, spilli storici, aspiranti spilli che dovevano dimostrare il loro valore, qualcuno che continua a non contare nulla, un folto gruppo pronto a snodarsi lungo le vie più centrali, ma non solo, di Lodi. E il trend numerico era in costante crescita, ci si aspettava di superare nuovamente il record, ma così non è stato nella serata odierna.

Infortuni, esami universitari, tornei pallavolistici, viaggi nord-africani, questi sono i motivi che hanno impedito a buona parte del gruppo di presentarsi ai nastri di partenza questa sera. E tutto ciò non ha di certo aiutato a reclutare nuove matricole, come era stato preventivato nei giorni precedenti. Eravamo solo in 5, il sottoscritto, lo Zaffo, il Biscio reduce da 7 notti lavorative consecutive in quel del motel, Ale oggi stranamente non in versione Thomas Müller, e l’uomo che si è autoproclamato “lo spillo che non ha mai saltato un monday night”, in puro stile gallianesco, Tommaso Jonathan Mattia.

Si parte con un ritmo forse non consono ad un monday night degli spilli, più veloci del solito, seppure non velocissimi, ma già dall’inizio Ale e il Biscio lamentano fastidi, rispettivamente alla digestione e al ginocchio. Io mi barcameno tra loro, Zaffo e TMJB, e l’oro, Ale e Gio, cerco di fare un po’ di raccordo. Ma finchè siamo in piazza Castello, in piazza Duomo e in corso Umberto il gruppo è compatto, Ale zittisce le maledette malelingue che lo accusano sempre di non contare un cazzo, ricevendo saluti da ogni dove, da donne, da uomini, e forse per questo lo Zaffo per la prima volta gli concede di correre accanto a lui, e per lo stesso motivo probabilmente noi 3, invidiosi, li lasciamo soli all’incrocio di Corso Umberto con via Volturno, unico scherzo della serata. Al Wellington la truppa già comincia a sfaldarsi, il Biscio è improvvisamente silenzioso, Ale si crogiola nel ricordo dei saluti femminili, TMJB polemicamente tace perchè non gli viene riconosciuto lo status di sempre presente, ed è qui che viene pronunciata la frase saliente della serata. Biscio, in evidente crisi, al limite della sopportazione e vicino al ritiro sussurra con un fil di voce “non è un monday night per vecchi”, mentre Zaffo e TMJB sono oramai solo due ombre a 50 metri di distanza. Si tira avanti fino ad un gran premio della montagna minore sul montadone, in attesa del passaggio più atteso, quello al Calicantus. C’è poca gente, forse sapevano delle assenze tra gli spilli, ma i pochi presenti tributano il giusto applauso ai 5, che improvvisamente riacquistano vigore, per concludere la corsa serale.

Si pensava sarebbe potuta essere la serata adatta per una nuova trovata all’interno del gruppo, non è andata così, forse ci eravamo abituati troppo bene nelle scorse settimane… Forza spilli, non è il momento di mollare!

Questo il mio tragitto odierno.

M.

P.S.: Lello, Baco, Sam, Catta, Guzzi, Den, where are you?

P.P.S.: In bocca al lupo per l’esame, Lello!

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Tre campanili

La montagna è come un amore: se sei respinto, è meglio tornare indietro e non insistere.                                                                                      Christian Kuntner


Avrei dovuto conoscere questa citazione prima di iscrivermi alla Tre Campanili di Vestone (BS), mezza maratona in quota svoltasi questa domenica nella valle Sabbia. L’esperienza del 25 Aprile sui piani d’Erna, al trofeo Spreafico mi avrebbe dovuto mettere in guardia su quelle che erano le difficoltà di un pigro cittadino che si mette a correre in montagna; in quell’occasione avevo percorso i 5,25 km in 1h03’27”, staccando di soli 50 secondi un corridore nato nel 1935, ecco lì avrei dovuto capire che certe cose non mi riguardano. Che è bello correre davanti al Calicantus, ancora più bello correre lungo lago o intorno al Bernabeu, ma salire un dislivello di 790 metri è meglio lasciarlo ad altri.

Dato che le mie capacità valutative mal si sposano con la frequentazione degli spilli, mi sono lasciato attirare in questa nuova impresa montanara. Sveglia alle 5 dopo 3 ore scarse di sonno, e partenza con Lello, Sam e lo Zaffo fissata per le 5:30. Stranamente puntuali si parte, si aspetta lo Zaffo di fronte alla chiesa del Borgo, nonostante qualcuno impazientemente chieda di partire senza di lui, e poi via verso la Valle Sabbia.

L’espressione di Sam avrebbe dovuto metterci in guardia fin dall’inizio

“Ricominciamoooo”. Questo il grido di battaglia dello Zaffo, in versione Pappalardo, una volta arrivati a Vestone, era il suo modo di caricarsi in vista dell’impresa che avrebbe portato a termine da lì a 2 ore e mezza, mentre per noi si trattava solo di una delle sue solite uscite quasi insensate, del resto dopo averlo visto questionare sulla taglia del completo da runner contenuto nel pacco gara con tutte le volontarie al momento dell’iscrizione sappiamo di cosa possa essere capace quando si tratta di gareggiare.

Facile fare i fighi alla partenza

Ecco, la gara, 21 km (+ 500 metri, quindi una ultra-mezza maratona), parlarne ora sembra quasi come descrivere una scampagnata in montagna, ma vi assicuro che non si tratta di questo. 14 km in costante salita, costante nel senso che si trattava solo di salita, perchè già dopo il sesto km, dopo un ristoro da me affrontato con troppa sufficienza, ci si ritrovava a camminare su un terreno impervio, con pendenze che non amo ricordare. Lo Zaffo e Lello li avevo già persi di vista, loro fanno gara a parte, io e Sam rimaniamo accomunati nella camminata sul sentiero, finchè, intorno a metà del settimo km mi volto e non vedo più il mio compagno di fatica. Al secondo ristoro, finalmente con l’asfalto sotto i piedi, non faccio l’errore di bere un sorso d’acqua e buttare la bottiglia, ma la porto con me per il proseguio della salita, affrontata ancora camminando, di Sam in quel momento avevo perso le tracce. Poco prima del nono km vivo un secondo momento di difficoltà, il primo era stato durante la prima dura salita sul sentiero quando un po’ disidratato camminavo, e in quell’occasione si era materializzato un angelo in canottiera arancione che mi ha offerto un sorso della sua acqua. Beh, dicevo del secondo momento di difficoltà, arrivato nei pressi del cartello del nono km mi dico che una volta superato il cartello avrei ripreso la corsa in salita, e come Jack nella prima puntata di Lost spiegava a Kate dei 5 secondi di paura che si era concesso durante la sua prima operazione, anch’io mi sarei concesso quei 10 metri che mi separavano ai 9000 metri per ricaricare le forze! Come potete immaginare, dopo 4 passi di corsa ho lasciato perdere e sono tornato a camminare con la coda tra le gambe, mentre intorno a me sentivo dire che mancavano solo 5 km alla fine della salita! 5 km!!! Lì pensavo che non avrei mai più voluto correre in vita mia, mai più mongay night, niente Firenze Marathon, niente Strongman run il 29 Settembre, nulla, solo riposo! Fortunatamente intorno al dodicesimo km la salita avrebbe lasciato spazio ad una rapida ma salutare discesa, per poi riprendere veramente fino al quattordicesimo km. Da lì una lunga, rinfrescante, gioiosa discesa ci avrebbe riportati a Vestone; che soddisfazione lasciare andare le gambe verso il traguardo per 6 km abbondanti, finalmente superare qualcuno un po’ meno temerario del sottoscritto, in certi punti credevo che avrei rotolato, ma era troppa la voglia di buttarsi alle spalle la fatica di questa mezza maratona. Il ventesimo km percorso in 4’01” porta ad un crampo alla gamba destra, non appena la discesa si fa più lieve in quel di Vestone, e i 500 metri ulteriori una volta passato il segnale del ventunesimo km sono l’ennesima fatica mentale da superare, ma il traguardo tagliato in 2h10’08” fa svanire tutti i fastidi accumulati nel corso della competizione. Zaffo e Lello sono in attesa al traguardo, il primo ha compiuto l’impresa di arrivare quarantatreesimo, settimo di categoria, e battere un suo caro amico, chiudendo in 1h51’19”, il secondo ha portato a casa un buon risultato, 1h59’48”. Di Sam ancora nessuna traccia. Dovremo aspettare ulteriori 22 minuti dopo il mio arrivo per vederlo comparire dalla discesa verso il rettilineo andata/ritorno finale, e la fatica sarà tutta impressa nel suo volto contratto al traguardo. E’ finita, va bene poterne raccontare!

Da sin. Zaffo, Lello, quello che restava di Sam

M.

P.S.: Tommi, where are you?

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Pulirun

Pulirun al passo degli ultimi.

Gli spilli dopo la gara

Da sin. Lello, Flavia, Elena, Tommi, Ale, Guzzi, Cek, Bako

Questo lo slogan che lanciava la seconda edizione della corsa di 10 km organizzata al parco del Pulignano di Lodi, e forse per questo qualche spillo nutriva qualche speranza di trionfo.

Purtroppo come spesso è accaduto nelle più recenti manifestazioni, la punta di diamante degli spilli, Tommaso Jonathan Mattia Bricca, vista anche l’assenza dello Zaffo, è rimasta ai piedi del podio, con l’ennesima medaglia di legno della sua pur giovane carriera. Non si può certo ancora parlare di lui come un eterno perdente, il nuovo programma di allenamento lo porterà in forma per altre occasioni, però avrebbe fatto comodo un successo prestigioso agli spilli, in un periodo in cui alcune polemiche sembrano minare l’affiatamento della squadra.

Soddisfacente il risultato dell’altra stella, Lorenzo Verdelli, se si esclude un increscioso fatto di cui parleremo più tardi. Più indietro, nelle retrovie della gara si ritrovano il sottoscritto, l’idolo di casa Alessandro, e il rientrante Bako, veterano della manifestazione, riconosciuto protagonista dell’edizione 2011.

Da sottolineare la prova delle esordienti spille, Elena e Flavia, cimentatesi sulla distanza intermedia dei 5 km, e dell’ultimo arrivato Mattia Guzzi, che dopo una carriera prolifica sui 400 metri, per la prima volta ha corso 5 km!

Le pagelle:

  • Tommaso Jonathan Mattia Bricca – voto 8 – Mantiene sempre alto il nome degli Spilli, sia sul suolo italico che oltr’alpe. Però a 31 anni gli manca la vittoria che rende una carriera speciale, lo aspettiamo nei prossimi appuntamenti, è forse l’unico vero fuoriclasse degli spilli. Meriterebbe forse mezzo voto in più per il look sfoggiato. Nico

    Ajò

    Voleva essere il Giovanni Storti degli Spilli

  • Lorenzo Verdelli – voto 8 – E’ il più giovane e il più regolare degli spilli, non avrà la forza di testa di TJMB, non avrà lo stile dello Zaffo, ma le gambe sono da cavallo di razza. Su di lui si può fare sempre affidamento, e non sbaglia una gara dalla Lago Maggiore Marathon. Si rende però protagonista di un increscioso evento, spingendo oltre il limite un povero triatleta, giunto sfinito sul traguardo. Gli serviranno soccorsi e 20 minuti disteso sull’asfalto prima di riprendersi. Con gli spilli non si scherza.
  • Michele Checchia – voto 7 – Oggi sono buono con me stesso, come ogni volta parto mettendo le mani avanti, ma poi in corsa è difficile risparmiarsi. Partenza esagerata come al solito, problemi intorno al terzo/ quarto chilometro, con una leggera ripresa intorno al sesto/ settimo. Chiusura in 43’58”, un po’ sopra il tempo sperato alla vigilia, ma il percorso non si adattava alle mie caratteristiche. Naif.
  • Alessandro Chiappa – voto 7.5 – La sorpresa di giornata degli spilli, dopo mesi di tribolazioni con infortuni, contrattempi fisici e pochi allenamenti, butta il cuore oltre l’ostacolo e arriva attaccato al treno dei primi. Ha le carte in regola per diventare l’outsider degli spilli, poco considerato all’interno del gruppo, ma capace di smentire i suoi detrattori. Sottovalutato.
  • Roberto Bachin – voto 7+ – Bako come sempre merita un discorso a parte. L’unico spillo con famiglia, con due figli, con una moglie che, per non sentirlo parlare più di corsa, duathlon, triathlon, camper e cose varie, ha deciso di andare a correre pure lei; lo spillo che prepara le gare correndo all’alba, perchè a differenza di altri ha un vero lavoro, e che per non farsi mancare niente ha deciso di farsi costruire due nuove ginocchia, non può essere giudicato da un risultato numerico, lui resterà sempre il precursore di noi spilli, il primo maratoneta. Ed è giusto tributargli l’omaggio dei più grandi. Leggendario.
  • Le spille, Elena e Flavia – voto 7 – All’esordio assoluto in una manifestazione, sfoggiano un look assolutamente competitivo, indossando per la prima volta un pettorale. Qualcuna delle due ci aveva già provato in precedenza con un push-up, ma questa è un’altra storia di cui parleremo un’altra volta. Chiudono a braccetto, correndo senza sosta 5 km in 37 minuti, giusto non bruciare le tappe di questi tempi, i record vanno tenuti per le manifestazioni più importanti. Visibilmente provate alla fine della manifestazione non riescono a descrivere la loro soddisfazione durante il video celebrativo. ma l’emozione era tanta!
  • Mattia Guzzi, per gli amici Bender – voto 6.5 – Un anno fa ad entrare nel gruppo degli spilli ancora in divenire era stato lo Zaffo, e tutti sappiamo come la sua presenza abbia rivoluzionato lo spirito del gruppo. Per l’ultimo arrivato ripercorrere le orme del bello del gruppo non sarà facile, anche se già oggi ha dimostrato di possedere le chiavi per aprire il fortino degli spilli. Il voto è basso come si conviene a qualcuno che ancora non svela le sue potenzialità, ci si aspettava forse qualcosa di più alla vigilia, soprattutto non pensavamo che lo scoglio del quinto km l’avrebbe visto soccombere, ma si trattavano pur sempre di 4600 metri oltre la sua distanza solitamente percorsa. Vedremo nelle prossime occasioni se Guzzi sostituirà l’unico vero Tommaso Jonathan Mattia del gruppo, e se addirittura arriverà a farsi chiamare Bender dagli spilli. Sotto esame.

M.

P.S.: Sam where are you?

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Road to Florence

La prima settimana di preparazione alla Firenze Marathon del 25 Novembre è quasi passata, qualcuno come TMJB ha preso appuntamento in un centro di preparazione alla maratona per abbassare il suo già brillante personale sui 41.885 metri, qualcun altro chiede tabelle al suo vecchio allenatore, e poi c’è chi si affida a piani di allenamento non personalizzati per farsi trovare pronto all’appuntamento. Intanto io dopo Lunedì mi sono preso 3 giorni di riposo senza un particolare motivo, tra poco si esce a corricchiare con Lello e Sam, senza un piano particolare prestabilito.

Però è importante iniziare ad entrare nel clima di preparazione, per la prima maratona ero stato molto concentrato, non sapevo cosa mi attendeva, ma avevo utilizzato le giuste forze mentali e psichiche ed ero arrivato pronto al 16 Ottobre 2011. Era la prima, e le motivazioni erano forti, più difficile trovarne per quelle successive, non c’è quella incertezza, c’è il sapore dell’impresa, che poi impresa non è. Personalmente è stata una grossa delusione la mia assenza a Parigi il 15 Aprile, anche se di certo non ero pronto all’appuntamento. ricordo ancora la fatica nel correre 30 km un mese prima. Gli ultimi 5 erano stati un calvario, e non mi ero limitato alle bibliche 3 cadute, ma ogni km dovevo fermarmi, cercare di trovare un motivo per andare avanti. E poi tutto questo per non partire nemmeno in vista della torre Eiffel.

Firenze invece è un obiettivo che non si può mancare, perchè ci ho fatto l’abitudine ad avere il mio nome scritto sul libro dei maratoneti di Correre, perchè qualcuno ha superato il mio tempo di 3h26’17” ottenuto alla Lago Maggiore Marathon nel 2011, perchè noi spilli (ac)correremo in massa nel capoluogo toscano. L’obiettivo è 3h18′, è ora di andare ad allenarsi!

M.