Bene, è giovedì ed ho lasciato spazio a chi ha corso a Parma ed ha fatto il proprio primato personale.
Ho permesso anche a chi ha corso mezza mezza di Parma di esprime i propri pensieri.
Ma ora tocca a me, colui che domenica ha fatto la vera impresa.
Qua non si tratta di prestazione cronometrica. Qua si tratta di qualcosa che va oltre. Parafrasando Trabucchi Pietro, qua si parla di resilienza. Al cubo, per giunta.
Fidatevi, sopportare Marco Zaffani (il TM più veloce d’Italia su pista, secondo Diva & Donna) può essere complicato, sotto certi punti di vista. Davide quest’estate ci ha fatto una vacanza, e nemmeno lui sa come abbia fatto ad uscirne indenne. Domenica si è andati oltre, il suddetto ragazzo ha dato il meglio di se. Altro che ultrarunner!
Partito in sordina (forse perchè ancora doveva calarsi al meglio nel ruolo di coach biciclettato), nei primi chilometri si limitava ad annunciare i tempi di percorrenza km dopo km. Ma rapidamente, e in modo inesorabile, l’uomo con la sua bicicletta scalava le marce, per esplodere nell’ultima parte di gara.
“Stai attaccato” , “Non mollare”, “Dai che recuperiamo quello davanti”, “Tieni duro”, “Stringi i denti”, “Spingi in discesa”, “Spingi in salita”, “Spingi qua che la strada è a metà tra la salita e la discesa”. Una serie di incitamenti ed epiteti lanciati verso il sottoscritto come ‘na catapulta (cit. Pino Cammino).
Ma il capolavoro ancora aveva da venì! Chilometro 18,456. Marco, inebriato da chissà quali malto-destrine ingerite o sniffate, esplode tutta la sua esperienza con un’esclamazione che apre il cuore: “Spingi con i piedi, non con le cosce”. Basta. Da li si è fatto tutto buio, niente è stato più come prima. Un mix di emozioni, mal di pancia, nevralgia e lombo-sciatalgia, si sono sprigionate all’interno del mio animo, lasciandomi esterrefatto nonché del tutto inebetito.
Concludo la mia personale prestazione con un tempo appena decente. Neppure la spinta datami dal ciclista in erba è servita per farmi percorrere dignitosamente i due giri del percorso.
All’arrivo, vengo subito premiato con la medaglia d’oro al valore civile e con il premio della critica sezioni “Dino Zandegù” di Bassano del Grappa.
“Mai vista tanta sopportazione in un solo uomo”, disse la speaker
“Anch’io, Jim” rispondo prontamente.
Morale della favola? Portatevi sempre dietro un Zaffani alla mezza. Ma ricordatevi i tappi per le orecchie, o meglio ancora un paio di cuffie da trapanatore. E poi tutto sommato pensa anche al ristoro finale a base di gnocchi!
L.
PS. Davide Lupo Stanghellini, estasiato anche lui da questa enorme prestazione, ha subito dichiarato di volerlo alla prossima mezza. Ci pensa lui a sfinirlo, o a buttarlo in qualche letto fluviale! Confidiamo in te, Davide!
PPS: Grazie Marco, e grazie Davide, avete condiviso un pò della mia fatica domenicale!
Fantastico 🙂 son piegata in due dalle risate!!