Fortunatamente Masini non c’entra nulla, ma è solo uno spunto per parlare della (quasi) maratona di ieri sul Lago Maggiore, delle sensazioni di corsa, della corsa su lunghe distanze in generale.
Mi è capitato un po’ di volte di chiedermi, durante i 33 km di ieri, cosa mi spingesse a correre certe distanze, senza che sia una professione, senza poter competere a quasi nessun livello, quando tutti, a mio avviso sbagliando, mi danno del competitivo. E mentre ero impegnato sulle strade di Arona, Stresa, ecc. non trovavo una risposta che fosse una. Non c’era motivo, c’era solo la stanchezza, il capezzolo totalmente tagliato e sanguinante per l’ennesima volta, le gambe che ad un certo punto chiedevano una tregua, resisteva solo l’idea del traguardo, il gonfiabile del 33° km e la linea conclusiva. Il tutto dopo una sveglia alle 5:15, io che sono la persona più refrattaria che conosca all’idea di sveglia, al suo suono, a qualsiasi cosa che la riguardi.
Ma poi mi sono bastati due momenti, il passaggio, fuori gara, alla rotonda a Verbania, nei pressi del 39° km, il ricordo di un anno prima che affiorava, e mi commuoveva, mentre guardavo la fatica, la forza, la stanchezza nei volti di chi stava per completare la maratona, e tutto mi faceva tornare indietro, a quei bei momenti, vissuti per la prima volta l’anno scorso. E subito dopo la visione della medaglia della Lago Maggiore Marathon, forse anche più bella di quella dell’anno scorso, e che quest’anno non sarebbe stata in mano mia, se non in dimensioni minori come quella per noi finisher dei 33k (e della mezza). Però ancora le gambe erano stanche e non trovavo altri motivi per caricarmi, per pensare positivamente a quello che ancora mi aspetta. Un lungo e rilassante giro in bici mi sembrava l’unico modo per eliminare la stanchezza nervosa delle gambe, senza crollare a letto nel tardo pomeriggio, visto che stare seduto serviva solo ad aumentare la mia fatica.
Ma poi stamattina tutto sembrava così diverso. La stanchezza non era più preponderante, le gambe non facevano più male, i capezzoli un po’ sì, ma quello è un altro discorso, e sentivo una voglia che mancava da un po’. La voglia di correre, di non fermarsi, il pensiero di proseguire l’allenamento, di migliorarmi ancora, l’attesa per il grande evento! E oggi allora sono andato a correre ancora. Solo 5 km, un po’ per non strafare, un po’ perchè non avevo molto tempo, ma sentivo l’impulso di uscire!!! E continuo a pensare alla corsa… sto tornando!!!
M.