Sabato 23 giugno 2012 ore 22.17, si parte per la Monza – Resegone, mitica ed epica corsa notturna di 42 km che porta i coraggiosi corridori dal centro della città alla “Capanna Monza”, posta a 1173 d’altezza.
Stavolta non ci sono spilli in gara, ma solo in veste di spettatori, curiosi di vedere da vicino, di respirare l’aria che in passato hanno gia respirato grandi corridori e sportivi come Colnaghi, Calcaterra e Bellini.
Tempo che il Lello finisca di portare gioia sotto forma di pizza a tutte le famiglie di Lodi e si parte…
Appena arrivati nei pressi di Carnate iniziamo a vedere i primi terzetti in gara scatta in noi l’invidia e la voglia di iscriverci subito per l’anno prossimo (ahh… com’è mutabile l’animo umano), il passo di quelli che incrociamo sembra buono e la corsa facile, non è difficile incrociare lungo la strada ali di folla che cercano di rendersi utile con acqua e incitamenti, l’atmosfera sembra distesa anche tra gli automobilisti che sono costretti a un’ora e passa di coda lungo le strade, stasera sono i corridori i padroni della strada, e tutti lo accettano di buon grado.
Facciamo giusto in tempo ad incrociare Manlio Gasparotto e leggere nei suoi occhi la disperazione di chi sa che non finirà la gara (si ritirerà al 30° km per problemi di stomaco), e continuiamo per la nostra strada.
Arriviamo a Rossino, (o Russì la gente del posto) e ci tocca abbandonare il mezzo, da qui in poi salgono solo gli eroi ci urla un assistente di gara, e noi da bravi spilli obbediamo, zaino in spalla proseguiamo a piedi.
Dopo un paio di km arriviamo finalmente ad Erve, i vecchi saggi dicono che qui inizia la vera Monza – Resegone, e in breve capiamo perché!!!
Incrociamo il controllo del 40° km, ma in realtà siamo solo al 36°, è ancora lunga, è ancora dura… ma ormai siamo in ballo e balliamo fino alla fine, attacchiamo il sentiero che ci porterà alla Capanna, dopo un paio di curve inizia la salita, quella vera, una pendenza che taglierebbe le gambe anche allo Zaffani più in forma, ed è solo la prima.
Da qui in poi è uno susseguirsi di scene di fatica, sofferenza e stanchezza, ma anche di tenacia, forza di volontà e durezza mentale.
Finalmente dopo circa 1h45’’ vediamo l’arrivo, la Capanna Monza, immagino che per chi finisce la gara debba sembrare il paradiso.
Noi non siamo in gara, ma siamo pur sempre spilli, e il portoghese che c’è in noi spinge per uscire e quindi ci lanciamo sul ristoro e facciamo incetta di acqua e crostatine.
Mentre ci riposiamo (e rubiamo crostatine) incrociamo sguardi con i finisher, passiamo in mezzo a corpi evidentemente privi di forze e la volontà di partecipare al prossima edizione incomincia a vacillare (ahh… com’è mutabile l’animo umano), ma oramai per noi si è fatta ora di tornare.
Si scende, si torna verso la macchina perché qualcuno è atteso all’importante tapasciata di Zivido e qualcun’ altro deve fare ripetute, ma questa è un’altra storia.
T.
L’anno prossimo è sicura la nostra partecipazione, con estrazione a sorte delle squadre fra tutti gli spilli!
Io spero di essere in squadra con Ioele e la Everysaints!