“Vanno fatte”. Con queste parole minacciose si presenta Marco (Zaffo) alle ore 10:45 al Piermarini. 10:45 dicevamo. PM dicevamo. Si perchè altrimenti non c’è gusto. Altrimenti sono buoni tutti. Nessuno può guardarti male, con quella faccia un pò così, quell’espressione un pò così…
“Ma no dai, è tardi, sono stanco, ho una bruschetta nell’occhio”. Niente, non mi ascolta, anzi ripete: “Vanno fatte, altrimenti…”.
“Ok, facciamole, ma non più di 3’45”, massimo massimo 3’40”. Si parte, e per la cronaca le prime 3 serie volano (3’37” 3’32” 3’31”, come volevasi dimostrare…). Biscio lo avevamo già perso da mò (sapeva a cosa andava incontro…).
Alla quarta avverto. “Questa è l’ultima”. 3’29”. Si è l’ultima, non ne ho più, o come direbbe mio papà “Non ho più nulla in saccoccia (più o meno). Notevole Tommi, che non contento si sciroppa anche l’ultima tirata. 3’12, solo per lo Zaffo (io avevo mollato dopo 180 metri, qualcun altro dopo 600m).
Si può tornare mestamente a casa, ad un ritmo che “se cammino vado più veloce…”, ma dai, sotto sotto, anche soddisfatto…
E poi a casa c’ho la pizza, mica posso fermarmi qua…
Citazione notevole di menzione: “Ho provato ad aumentare, ma stavo per vomitare”. Indovina chi…
Si, la normalità non è di casa, abituatevi…
Saluti
L.
Le uniche ripetute belle sono le ripetute finite!